Capitolo VIII

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Sogno di Tomoko
mi sembrava di essere tornata bambina. Di fronte a me c'era un bambino dai capelli azzurri e gli occhi verde smeraldo. Non era molto grande... avrà avuto 8 anni al massimo. Indossava solo una canotta e dei pantaloni corti, entrambi sporchi e rovinati. Guardai le mie mani. Erano molto magre e la pelle era sporca. Poi sentii il bambino parlare.
"Sorellona... saremo amici per sempre!"
"Ti ho già detto che non sono tua sorella... Yukio..."
il bambino sorrise. Poi comparì un altra scena. Yukio era di fronte a me che guardava la neve affascinato.
"Guarda Tomoko... la neve..."
io mi guardai intorno per poi indicare un piccolo fiocco di neve "Sai il tuo nome vuol dire... piccolo fiocco di neve..." lui sorrise entusiasta.
L'ultima scena era molto confusa. Si vedeva solo un esplosione, sangue che tingeva la candida neve, e soprattutto molte lacrime...
"Ti voglio bene sorellona..."

Mi alzai di scatto con la mano tesa in avanti. YUKIO! Volevo urlarlo quel nome, ma la voce mi moriva in gola... con le mani toccai la mia faccia. Stavo piangendo?
Era tutto... un sogno?

Mi alzai senza fare rumore e uscii dalla stanza. Gli altri stavano dormendo quindi non volevo svegliarli. Andai nel balcone e rimasi lì a guardare la falce di luna. Poi senti dietro di me una voce.

Karma: neanche tu riesci a dormire?

Tomoko: no... é solo che ho avuto un incubo... e volevo calmarmi un attimo...

Karma: riguarda quello che é successo... nell'esercito?

A quella domanda rimasi immobile. Mi aveva paralizzato, perché era la verità... dopo un anno non sono mai riuscita a dimenticare.

Karma: ti va di raccontarmi il sogno?

Io lo guardai negli occhi... e capii che era preoccupato... quindi decisi di raccontare cosa era successo. Quel giorno...

Flashback
Non avevo superato la prova... un'altra volta! Cominciavo seriamente ad avere paura... paura che non sarei mai riuscita a tornare a casa, paura che non avrei mai rivisto la vita normale, paura che non avrei mai rivisto il mio primo amico... semplicemente ... paura.
Perché sono ancora qui... che cosa mi impedisce di scappare via... non ci sono recinzioni o cose del genere.
Guardai di fronte a me... guardai il mare, l'unica cosa che mi separava dalla vita normale. Le ferite che mi ero appena procurata iniziavano a bruciare, mi ero rifiutata di curarle. E avevo deciso di scappare. Ma la mia fuga non sarebbe mai stata completa. Perché sono qui... se é solo un mare a dividermi dalla libertà, lo attraverserò... ma perché non l'ho già fatto...
Mi voltai e guardai la struttura dove dormivo. Una catapecchia grigia e vecchia, che sembrava una prigione. Guardandola mi vennero in mente, Yukio, un bambino di 8 anni che avevo conosciuto tempo fa. Un bambino molto dolce e allegro, ma con grandi capacità da assassino. Poi mi ricordai del signor Haru, che ci aveva insegnato a leggere e a scrivere, anche se era contro il regolamento.
Ora ricordo... é per loro che sono ancora qui...
Un lieve sorriso comparì sul mio volto.
Iniziai ad incamminarmi verso la "prigione" ma non appena lo feci una grande esplosione mi mandò indietro. L'edificio che poco fa stavo guardando ora non c'era più.
Corsi verso le macerie. Con il fuoco che c'era in giro finii per ustionarmi i piedi... ma non mi importava, volevo solo vedere i miei amici. Non appena arrivai vidi solo macerie. Mi guardai in giro disperata. Finché in lontananza vidi un corpo minuto che macchiava la neve di rosso.
Corsi verso esso. E voltando il corpo vidi l'unica persona che​ non avrei mai voluto vedere in quello stato. Yukio, era lì davanti a me. Respirava a fatica,
"YUKIO!" urlai, lui per un attimo aprì gli occhi e vedendomi vece l'ultima cosa che mi sarei aspettata. "Sorellona... stai bene per fortuna..." non sapevo cosa fare, ero disperata. Lui spostò la testa verso il cielo, le lacrime iniziarono a rigare il suo volto  "Guarda... sta nevicando..." quelle parole dette con un fil di voce... e in quel modo da lui, mi fecero stare male. Lui mi guardò di nuovo con i suoi occhi smeraldo che lentamente diventavano opachi. "Assomigli davvero tanto alla mia sorellona..." a fatica alzò la sua manina e la posò sulla mia guancia mentre una delle mie lacrime scendeva. " ...davvero tanto..." lui chiuse gli occhi per un attimo. "...Tomoko, pu-puoi cantare quel-quella canzone
... con me..." poi mi guardò mentre continuava a sorridere. Io iniziai a cantare e lo vidi mentre lentamente chiudeva gli occhi, per poi pronunciare le sue ultime parole "...ti voglio bene sorellona..." Il suo respirò diminuì, fino a sparire del tutto, la sua mano sporca di sangue rosso cadde sulla neve bianca.
"Yukio... Yukio... ti prego apri gli occhi... ti prego... ti prometto che ti lascerò fare quello che vuoi, c-che giocheremo con la neve insieme... che potrai chiamarmi come ti pare... ma t-ti prego apri gli occhi!.." io urlavo ma sapevo che non potevo fare niente. Rimasi lì, sul suo corpo. E cantai, cantai quella canzone che per anni avevamo cantato insieme, e che per anni era sempre riuscita a farlo addormentare. "Stella dammi ascolto, se tu brillerai, con i tuoi poteri... tu mi proteggerai... con la tua magia, mi aiuterai, e non dirmi che... per me é tardi ormai... é tardi ormai..."
(canzone pallesemente rubata perché non avevo voglia di inventarla 😂😂)

~L' angelo  Nero~  {[Assassination Classroom]}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora