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Taehyung

Al posto di andare nel giardino, Taehyung scelse di salire sul tetto del dormitorio. Era silenzioso e la brezza estiva si sentiva di più, era anche meglio del giardino. Nessuno andava mai lì quindi Taehyung poteva essere lasciato in pace con la sua polaroid.

Taehyung scattò alcune foto al tetto vuoto, alle foglie secche ammucchiate ad ogni angolo. Il vento le alzava e le faceva muovere per tutto il tetto, facendole cadere al suolo.

Taehyung ancora non riusciva a pensare a cosa fare per arte. Perché ci stava pensando così tanto? Non sarebbe stato così terribile scendere di un voto. Poi, il suo telefono iniziò a suonare, rompendo il silenzio.

"Hyung! Dove sei?" la voce di Jungkook arrivò dalle casse del telefono.

"Sono sul tetto." rispose in modo neutro. Ci fu una pausa.

"Oh, beh, c'è qualcuno che ti cerca." poteva sentire la tensione nel tono di voce del maknae, quindi ricevette la sua attenzione.

"Chi?"

"Non lo so, questo tizio chiamato Park... Ah! Ho dimenticato il suo nome." un lamento rumoroso vibrò nelle orecchie di Taehyung. Sospirò.

"Sì, va bene allora. Grazie." 

"Sei così brusco." aggiunse Jungkook e poi attaccò. Prima di spegnere il suo cellulare, Taehyung fissò lo schermo e alzò le sopracciglia.

Chi, oltre a Jungkook, poteva avere qualche affare con lui? Taehyung si considerava come un fantasma e intendeva mantenere quella cosa.

Jimin 

Jimin si dirigette verso il dormitorio del suo amico. Quando entrò, sembrò già che fosse un raduno.

"Ah, Jimin finalmente è arrivato." il suo amico biondo, Yoongi, disse senza entusiasmo. Che venne presto rimpiazzata dallo strillo di Hoseok.

"Parlando del diavolo." il suo amico castano, Jin, dichiarò. Seguito da un colpo di tosse di Namjoon. Jimin entrò nella stanza e si sedette vicino ad Hoseok che sorrideva ampiamente.

"Come sono state le lezioni?" chiese Jin. Era solito per Jin chiedere a chiunque le domande di una mamma. Era la madre nel loro piccolo gruppo. Il resto dei ragazzi erano considerati come dei bambini, eccetto per Namjoon; il babysitter.

"Ho bisogno di rintracciare qualcuno." Jimin si sedette a gambe incrociate sul grembo di Hoseok. Yoongi infilò le sue cuffiette e si buttò sul suo letto, chiaramente non interessato. Lo stesso per Namjoon, che si sedette alla fine del suo letto. Jin e Hoseok erano pronti per il pettegolezzo.

"Chi è il fortunato?" Hoseok fece le fusa, dondolando un po' Jimin. Lui scosse le spalle.

"Si siede al fondo della classe all'ora di arte. Penso di averlo visto prima." Jin rimase in silenzio, ma Hoseok boccheggiò.

"Intendi Kim Taehyung?" Jin si rianimò al nome.

"Sì, quel bambino. Ci ho parlato un paio paio di volte." 

Lo stomaco di Jimin si capovolse alla loro improvviso riconoscimento, felice di avere finalmente luce sul soggetto.

"Voglio parlare con lui." sogghignò Jimin. Voleva sapere perché taehyung lo stava guardando, perché era così calmo. Jimin era interessato.

"Perché è così calmo?" Jin guardò entrambi i ragazzi con uno sguardo interrogativo. Hoseok si mosse fino a trovarsi faccia a faccia con i due.

"Ho sentito delle voci. Dicono che il fratello di Kim Taehyung è morto in un incendio e questo lo ha fatto diventare freddo, ironicamente." la stanza diventò silenziosa dopo quell'informazione truce.

"Apparentemente prima era davvero energico e rumoroso, sempre a cacciarsi nei guai e a flirtare con le ragazze. Ora si è semplicemente... Spento."

Jimin si morse il labbro. Guardò Jin che si accigliò.

"Oh no, no no! Park Jimin, lascerai quel povero ragazzo da solo." ordinò rigorosamente. Questo era il motivo per cui tutti lo chiamavano mamma.

"Awh, hyung. Smettila di essere una fogna." Jimin si alzò e accarezzò i capelli soffici di Hoseok che gli rivolse un sorriso.

"Devo andare." esclamò Jimin, uscendo con non chalanche.

Voleva conoscere Taehyung. Il ragazzo misterioso che apparentemente non aveva nessuna emozione. Voleva provare che fosse sbagliato.

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