Capitolo 45

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Shouto accarezzava i ciuffi scompigliati di Midoriya, con sul volto, un sorriso dipinto di dolore e malinconia.

Le lacrime ancora non terminavano di scorrere.

"non ricordavano facesse così male, sai?" fece, osservando ogni angolo del suo viso, ancora non pronto a dirgli addio.

Forse, non lo sarebbe mai stato.

"saresti dovuto fuggire" tirò su col naso "avresti avuto la possibilità di vivere e regnare" mentre le sue dita, sfioravano la pelle dell'amato.

"ci rivedremo, non è così?" gli chiese "in un'altra vita andrà meglio" rise, per tentare di allentare quella stretta al cuore che lo soffocava "ti prometto che ti cercherò, ti troverò e mai più ti lascerò andare".

Voleva rivedere quei occhi verdi brillare, specchiarsi nei suoi, scrutare ogni singolo angolo del mondo, accendersi della luce limpida e innocente che solo Izuku riusciva a manifestare.

Voleva le sue braccia avvolgerlo, le sue labbra soffiargli parole all'orecchio e la sua risata colmarlo.

I suoi capelli arruffati muoversi lentamente, quasi in una visione.

Lo voleva, come quel giorno in cui si erano accasciati assieme, per la prima volta, sul suo letto, come all'alba della mattina del loro matrimonio.

"ma se torni" sfiorò la punta del suo naso con il proprio "ora" avrebbe desiderato sentire il suo cuore battere all'impazzata, a causa di quella vicinanza, come solito accadeva "andremo al lago Tanabata, lo ricordi?" e la propria memoria, come una cinepresa scorreva "credo di essermi accorto solo allora, di quanto tu fossi significativo per me" serrò le proprie palpebre "nel tuo modo di accettarmi, ascoltarmi, ammirare le mie fiamme e il mio ghiaccio" socchiuse le labbra "mentre io volgevo il mio sguardo alle tue ciglia, lunghe, mentre i tuoi occhi rispecchiavano le acque cristalline del lago" sorrise ancora, tra i ricordi meravigliosi di un passato, che avrebbe desiderato rivivere "le tue labbra rosee, le quali mi spingevano a chiedermi se fossero morbide quanto sembrassero essere, le costellazioni sulle tue guance, i tuoi capelli accarezzati dalla brezza, come i fili d'erba sul prato" e pianse, ancora.

La parte peggiore di amare qualcuno, costatò Shouto, non era che dirle addio.

Perché non se ne hanno le forze, il mondo pareva cedere sotto i piedi, in una costante caduta che non vedeva fondo.

Fin quando l'impatto, la realizzazione della perdita, non avrebbe infranto in mille pezzi la volontà della persona stessa.

Dicono che l'amore mette le catene, catene che ti legano, desideroso o no, a una persona.

E quando ciò accade, significa che ella teme, la perdita dell'altro.

Ma come poter legare colui che le avrebbe spezzate?

Le lacrime non erano per gli uomini, la debolezza non lo era, un'altro uomo, non lo era.

In quella perdita improvvisa, Shouto sentì la miglior parte di sé venir trascinata via.

Alle sue spalle, piegato in due, con le braccia a stringersi dolorosamente lo stomaco, vi era Katsuki.

Logorato dai sensi di colpa, dalla perdita, dai propri sentimenti.

L'amore e il sacrificio, erano parole divise da un filo sottile, che Izuku e Kirishima avevano varcato senza alcun pensiero a impedirglielo.

E Shouto si chiese, se in quegli istanti, in cui Midoriya perse la vita, se un pensiero fosse dedicato a lui.

A lui che avrebbe dovuto convivere con tutto ciò, a lui che avrebbe vissuto senza la sua presenza, senza le sue parole, mentre ogni cosa, ogni singolo oggetto, gli avrebbe ricordato di lui.

Della sua metà che si era data in regalo alla morte per poter fargli risparmiare lui.

A entrambi i superstiti non attendeva che la follia, la disperazione, l'angosciante desiderio di raggiungerli.

Ochaco aprì, in una fessura, le palpebre.

"è già caduto?" chiese lei, a Shinso, in un soffio.

"sì" le rispose, con la gola serrata.

"aiutami a raggiungerlo" cercò di reggersi in piedi, con l'aiuto di Hitoshi ad avvolgergli il braccio destro attorno le proprie spalle.

Raggiunsero il margine della breccia, dalla parte opposta da dove si trovava Todoroki.

"dicesti che ero io a dover morire" le ricordò, senza voltarsi.

"lui doveva venire, tu non glielo avresti permesso se aveste saputo la verità" rispose, abbassando il capo.

Shouto voltò di scatto il capo "avrei potuto impedirlo, avrei potuto salvargli la vita, invece per colpa tua, dei tue segreti, delle tue bugie, lui non é più qui" le gridò contro, accusandola di ogni male.

"io darò la mia vita per lui" cercò con lo sguardo, quello di Shouto.


Amo scrivere dei ricordi, e di come il presente sembri non volgere mai la felicità di un tempo.
Immagino abbiate capito le intenzioni di Uraraka, ma esse non saranno sufficienti per due persone.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora