Capitolo 48

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Shouto spalancò le palpebre, udendo quella voce che credette non poter mai più sentire.

Allontanò Midoriya, afferrandolo dalle spalle, vedendolo sorridergli, sentendolo respirare.

"Izuku" la voce gli morì in gola, mentre le sue membra si contorsero in quell'emozione che lo stava travolgendo.

Il palmo di Midoriya sfiorò la pelle, rigata da scie umide, del viso di Shouto.

"finché ci sarai tu" i suoi occhi sembrarono rispecchiare le acque del lago Tanabata, come se Shouto fosse l'unica ragione che gli facesse brillare "non avrò alcun motivo di rimpiangere il passato" e le sue labbra, dopo instanti in cui l'amore di entrambi non era che sprofondato nell'oblio della morte, si unirono a quelle di Todoroki.

In un bacio disperato, che travolgeva entrambi in quella corrente di passione e desiderio, mentre le braccia di Shouto stringevano il corpo dell'amato, in una prese ferrea, nel costante terrore di perderlo ancora.

Non si rendeva conto di quanto quel gesto avesse risvegliato ciò che in Midoriya era morto, la speranza.

Finché vi fosse stato lui al suo fianco, finché la terra non avesse divorato uno dei due, lui avrebbe resistito e lottato.

Per il regno che sosteneva sulle sue spalle, per il popolo che credeva nelle gesta del nuovo Sovrano, per il Nord che non avrebbe avuto la sua vittoria.

Non vi era che il vuoto, dopo aver chiuso gli occhi durante la caduta.

Ricordava di aver gridato il nome della madre che, in quei angoli bui, non rispose alla chiamata del figlio.

L'oscurità lo comprimeva in quello stato di solitudine e desolazione, come sigillato in una stanza, in una segreta.

Credeva che avrebbe raggiunto la follia, non percepiva la stanchezza, non provava la fame, non udiva alcun suono, neppure il battito del proprio cuore, neppure l'ossigeno gonfiargli i polmoni.

Mentre ora era tornato in superficie, tornando ad assimilare quell'aria,che dove si trovava era assente.

Minuti di apnea che lo avevano soffocato senza ucciderlo.

Ma tra le braccia di Shouto, tutto sembrò regolarsi, il panico, la paura, l'ansia che lo schiacciavo ogni secondo sempre più prepotentemente.

Colmato dal suo calore, dalla sua presenza, dal battito rilassante del suo cuore, che unito al suo, perso nella corsa che non vi era, creavano la colonna sonora che alcun artista avrebbe potuto riprodurre.

Mai sazio delle sue labbra, della sua pelle, come avrebbe potuto abbandonarlo? Come solo aveva potuto pensare che la sua assenza non sarebbe stata risentita da alcuno?

L'egoismo era uno dei difetti a cui Midoriya avrebbe dovuto rimediare.

L'impulso.

Il panico.

"credevo di averti perso per sempre" si allontanò dalle sue labbra piene e ora rosee di Izuku, Shouto.

"lo credevo anch'io" ma poi una domanda spense quella tranquillità che per vari secondi o minuti lo avevano riempito.

"come sono tornato indietro?" e il silenzio di fece largo, come il vento, di un presagio di tempesta, sul campo di battaglia, dipinto di migliaia di morti e armi gocciolanti di sangue.

Shouto abbassò il capo "Ochaco ha dato la sua vita per la tua" serrò le palpebre.

"lei ha fatto cosa?" la cercò disperato con lo sguardo, ma doveva averlo intuito, che qualcosa, al suo ritorno, sarebbe scomparso.

Uraraka era alle sue spalle, con le ciocche castane cadute morbide sul terreno, il volto sporco di terra e  neve rossa.

Sembrò stesse solo dormendo.

E per quanto a Midoriya addolorasse la sua perdita, tutto sembrò essere tornato come era un tempo.

Dove le streghe erano solo che una leggenda.

Dove il futuro, rimase dove stava.

"non le ho detto di evitare di farlo" sussurrò Shouto "non avrei neppure tentato" afferrò, con la propria, la mano di Izuku "non sono riuscito a mettere la vita di una persona prima del mio egoistico dolore" e strinse, in una presa quasi dolorosa, che Midoriya, poteva perfettamente comprendere.

Se avesse avuto qualcuno che desse la sua vita per Inko, per All Might, lui avrebbe taciuto.

Non si sarebbe imposto, perché l'amore offusca la mente, la ragione.

E non vi è nulla di più desiderato al mondo, che portare indietro i propri cari dal nulla più assoluto.

Midoriya gli accarezzò un'ultima volta il volto "neppure io, avrei potuto resistere alla tentazione se sarebbe stato portarti indietro da me".

Finché la terra non tremò.

E di fronte a loro, che si erano ricongiunti per quei pochi minuti di serenità che la pace gli concesse, si erse Endeavor.

"vedo che la guerra non abbia proclamato ne vincitori che vinti, vi dispiace se procuro il perdente?" e il suo pugno, divenne fuoco e fiamme.


Ho dato il mio massimo e spero di aver scritto un buon capitolo.

Ma come sapete io non sono una persona particolarmente convinta dei propri scritti.

Mi fa davvero piacere che questa ff abbia attirato la vostra attenzione, e come molti di voi abbiano scritto commenti che mi hanno spronato a continuare a scrivere.

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora