Capitolo 27

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Todoroki giunse a castello, chiedendo esplicitamente del principe, ma venne trattenuto.

Alle sue spalle, un'anta del portone principale sbatté con forza al muro accanto.

Inko aveva il fiatone, il naso rosso dal freddo e il viso deturpato in disperazione.

"dov'è mio figlio? dov'è Toshinori?" chiese grindando a una delle ancelle.

"signora, la prego di calmarsi" tentò la ragazza, poggiandole le mani sulle spalle, ma ella le scostò, quasi il contatto fosse insostenibile da reggere.

Todoroki riusciva a scorgere la lacrime imminenti della donna, brillanti e malinconiche come quelle di colui che amava.

In quel momento si chiese, se la famiglia Midoriya, avesse mai avuto la possibilità di vivere normalmente, priva di questioni in sospeso, morti e separazioni.

"la lasci passare" fu un consigliere a dare il permesso, con il capo rivolto verso il suolo.

La donna si fece avanti, nonostante sapesse che non avrebbe mai voluto realmente vedere che cosa era accuduto, all'unico uomo che aveva mai amato.

Le stanze di Toshinori erano carbonizzate, le mura squarciate, rimanendo intatto solo un mobilio, dove all'angolo dello specchio, incastrato nella cornice, vi era un suo disegno.

Ricordava, quel giorno di primavera, come il sogno che non si era mai avverato.

Aveva riprodotto su una pergamena un dente di leone, perché riteneva che se doveva abbinare un fiore al suo amato, era esattemente quello.

I capelli chiari di lui, che in quella brezza fluttuavano ai lati del suo volto, mentre gli occhi azzurri, come il più limpido dei cieli, la scorgevano come meravigliati.

Lei che non era che un'ancella.

"è una pianta comune" le fece.

"è una pianta meravigliosa" rispose lei, guardandolo negli occhi.

Lui che era il sole e lei la luna.

Lui che era allegria e lei timidezza.

Lui che era nobile e lei che era plebea.

"sono un qualcosa di passeggero per te?" le chiese, riferendosi a come il fiore mutava in soffione, spargendosi lontano oltre il regno.

"non sai cosa simboleggia questa pianta, vero?" gli sorrise, divertita.

"credo proprio di no" si portò una mano dietro la nuca, imbarazzato della propria ignoranza.

"significa fiducia" tornò a disegnare "speranza" mentre le ciocche dei suoi capelli ondeggiavano liberamente "forza" sorrise.

"Amaryllis" fece all'improvviso All Might.

Inko voltò il viso verso di lui, non comprendendo le sue parole.

"eleganza" si avvicinò a lei, accarezzando con la punta delle dita il profilo di quel volto perfetto "timidezza" e fu così che le regalò il loro primo bacio, sottile e dolce.

Aveva amato quell'uomo, e ancora lo amava.

Non importava quanti anni fossero trascorsi, non importava quanto la sua assenza i primi giorni di distacco l'avevano devastata.

Lei non avrebbe mai negato l'amore che gli era stato donato.

La salma di Toshinori era stesa sul letto della precedente regina, la madre.

Midoriya non vi era, ma in quel momento, ad Inko, sembrava non importare che del suo amato.

"me lo avevi promesso" era sola all'intero delle stanze "che non ti saresti rimangiato le promesse fatte a tuo figlio" si portò una mano alle labbra.

Era pallido, le palpebre chiuse, i capelli privi del colore sfavillante che possedevano in origine.

"ogni giorno" la sua voce si spezzò "speravo che entrassi dalla porta di casa mia e di Izuku" lacrime cristalline le rigavano il volto "dicendo, con un tuo meraviglioso sorriso, 'vi ho trovati' " gli prese la mano fredda con la propria "ma non sei mai arrivato" sentiva un buco nero travolgergli le membra.

"Izuku ha bisogno di te" tirò su col naso "io ho bisogno di te, della tua fiducia, del tuo emanare speranza, della tua forza" e pianse.

Si diceva che le donne fossero deboli, a quei tempi, forse perché la muscolatura era la massima priorità, in quel mondo crudele e duro, ma Inko non la era.

Per quanto Toshinori avesse avuto ogni cosa, per quanto la desiderasse, lei credeva fermamente che non erano gli averi, a definire una persona.

Ma anche lei si sbagliava, un nobile come lui non si era mai visto, amabile, gentile, rispettoso per la servitù, per il sesso opposto.

Dalla porta delle stanze, Izuku.

Aveva gli occhi circondati da aloni rossi, le pupille gonfie.

"mi dispiace, mamma" il suo labbro tremava "non sono riuscito a fare nulla" si portò le mani tra i capelli, devastato dal senso di colpa.

La donna si alzò di scatto, avvolgendolo con le proprie braccia.

"tesoro" cercò di non crollare, non di fronte al figlio.

"lo amavi" sussurrò lui "e io l'ho fatto ammazzare".

"tuo padre aveva combattuto troppe battaglie, il suo dono stava svanendo" gli accarezzò la fronte "e chiunque sia stato, avrà ciò che si merita" lo guardò comprensiva, perché lei sapeva, conosceva, il dolore che lui stesso provava.

"perdonami" esalò, con un'ultimo respiro, Izuku.


Non so a quanti di voi possa piacere, ma io adoro la couple All Might per la madre di Izuku.
Mi sono concentrata su di loro perché-
Affettivamente non ne ho la più pallida idea, ma scrivere il capitolo mi ha commossa.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora