Fuga

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Fuga



All'alba io e Andrea ci incontriamo per la nostra fuga.

Non riesco ancora a credere che lo stiamo davvero per fare e non riesco ancora di più a credere che lui mi ami.

Sono così felice anche se questa è la cosa più orribile che abbia mai fatto in vita mia. Sto abbandonando tutto e tutti, ma lo devo fare, questa vita non è chiaramente fatta per me e finalmente sto facendo qualcosa per cambiarla.

Non ho mai pensato che avrei davvero cambiato una singola cosa e ora che l'ho fatto, sono sinceramente più orgoglioso che spaventato o preso da sensi di colpa.

Prendiamo la mia macchina perché io e Matteo ne abbiamo due e, in più, se qualcuno dovrà essere incolpato, voglio che la colpa ricada più su di me che su Andrea.

Iniziamo a guidare.

Usciamo dalla città, poi viaggiamo lungo il suo corso. Lo stiamo veramente facendo!

Continuiamo a guidare.

Sono passate ore.

Io e Andrea parliamo quasi durante tutto il viaggio, imparando ogni piccolo dettaglio da sapere l'uno dell'altro. Dalle cose più piccole, come il nostro

gusto di gelato preferito, a quelle più serie, come quanto guadagnavamo con i nostri lavori.

Non ci importa di nulla, stiamo condividendo tutto.

Mettiamo la musica a tutto volume, tiriamo giù i finestrini e continuiamo a guidare fino a quando cala la notte.

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Alla fine trovo un posto dove accostare.

-Immagino che ci saremmo dovuti fermare in uno degli hotel che abbiamo superato- dico, sentendomi in colpa visto che non ne abbiamo visto uno per ore e a questo punto siamo troppo stanchi per continuare a cercare.

Fa spallucce e mi sorride.

-Chissene frega. L'abbiamo fatto, ce ne siamo andati-

Io continuo ad essere meravigliato di noi, non percependo completamente quanto stanco devo essere.

Lui mi sorride e si sporge verso di me per baciarmi.

Faccio scorrere le mie mani lungo il suo volto, annegando nella meravigliosa sensazione delle sue labbra.

Si tira indietro.

-Immagino che potremmo dormire in macchina- offre.

Io guardo i sedili posteriori.

-Pensi davvero che possiamo starci tutti e due?-

-Certo!-

Gli lancio un'occhiata incredula.

-Basta provarci, vai lì dietro- mi spinge dolcemente e io mi arrampico sul sedile per raggiungere la fila posteriore.

-Come potremo mai starci?- lo provoco mentre mi sdraio e, così facendo, occupo la maggior parte dei sedili posteriori, non riuscendo neanche a farci stare le gambe senza doverle piegare.

Andrea inizia ad arrampicarsi sul sedile per raggiungermi. Riesce a farlo senza schiacciarmi.

-Così- mi risponde e poi si sdraia proprio sopra di me.

Sorrido smagliante al suo viso che è a pochi centimetri dal mio e lui ridacchia.

-Molto comodo- mi stuzzica e poi completa lo spazio tra le nostre bocche.

Oltre il limite// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora