Capitolo 3

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Le foglie da un verde pieno di vita, con l'avvicinarsi dell'autunno, cambiavano pensiero diventando di tutte le tonalità di arancione.
Il sole ballava tra le nuvole sparse nel cielo, che con il passare del tempo si scuriva, e le piogge venivano e andavano, come una danza senza fine.
Ma con la pioggia arrivavano altri ploblemi, e uno di questi sfortunatamete toccò alla tranquilla   famiglia.

Era Ottobre, il mese della pioggia, ma che per i medici significava l'arrivo delle febbri, raffredori e molte varie. Ma anche incidenti sulle strade pericolosamente scivolose.
Era il sei Ottobre e qualcosa di terribile si preanunciava.

Infatti...
«Che cosa è successo a mia madre? » chiese la ragazza dai bei capelli biondi.
«Sembra che sia in grave pericolo di vita. Ha fatto un incidende che potrebbe costarle la vita sulla strada Ovest e..» cercava di dire il medico, ma non riuscì a finire la frase che già la ragazza si era diretta verso la stanza che ospitava la madre.
Non voleva pensare alla morte della mamma, non lo voleva.
Entrò nella stanza e quello che vide in quella stanza la raggelò
Sul quel viso irriconoscibile vide le cicatrici dei tagli che erano appena stati richiusi. Inoltre quando le sfiorò la mano rimase scioccata nel sentire quanto era fredda. A quel punto si rese conto che non ce l'avrebbe mai fatta.

Un mese dopo il funerale ricordava tutto il pesante discorso, l'ultimo.

«Non piangere, non servirebbe a nulla» cercava di rianimarla la madre morente, tossendo.
«Ti prego, mi fai sentire in colpa, non fare così...»continuava, pronunciando le parole, sempre più immersa in un sonno profondo, da cui però non ci sarà mai un risveglio.
«Ti voglio bene, sappilo sempre. Magari non mi vedrai ma basta che tu mi immagini e sarò lì accanto a te, a riscaldarti quando avrai freddo, a tirarti su di morale, a proteggerti quando sarai in pericolo. Basta che mi immagini e mi puoi ritrovare»
Le pronunciò con molta fatica, ignorando il dolore. La madre non sopportava vedere la sua bambina, la sua Dayana, così malridotta, e ancora peggio non sapeva come incoraggiarla. La figlia era, da quando era arrivata il giorno dell'incidente, rimasta attaccata al lenzuolo del lettino su cui giaceva la madre. Piangeva e pregava, ma entro quattro giorni il viso materno, un tempo pieno di belezza e ora sfigurato, non diede più risposta. La bionda aveva pianto già le sue lacrime.
Si alzò, andò letamente al telefono.
«Papà, viei a prendermi, ti aspetto davanti all'ospedale»
Il padre capì...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2018 ⏰

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