Edith e Pauline rientrarono per pranzo, Lin si dedicò alle faccende domestiche insieme ad Helen mentre Edith con un piccolo volume sotto il braccio si recò in giardino. Le ragazze erano tutte fuori, impegnate nella scelta di abiti e gioielli da indossare alla festa, Mary Rose invece era nella sua camera a riposare, così per lei si ritagliava il momento perfetto per la lettura. Edith amava leggere, teneva il capo chino sulle lettere di Renée Vivien come se stesse contemplando gemme preziose, era completamente avvolta dai viaggi onirici che la potessa riusciva a regalarle, quasi come se avesse scritto i suoi bellissimi versi proprio per lei. Il sole era alto nel cielo e l'aria era caldissima, le pagine riflettevano la luce con violenza e questo costrinse la giovane ad interrompere, suo malgrado, la lettura. Fu allora che si accorse della presenza a pochi passi da lei di Mr Grossman. Indossava come sempre un completo molto elegante, gessato, un cappello con la fascia di seta e tra le dita un sigaro spesso.
<< Buongiorno Edith >> disse l'uomo quando le fu abbastanza vicino.
<< Buongiorno a lei >> rispose la ragazza con un cenno del capo, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Sempre indaffarata con le tue letture vedo!>>
<< Sempre!>>
<< Posso?>>
L'uomo indicó lo spazio libero sulla panchina accanto a lei e la ragazza mosse appena le spalle, senza acconsentire ne negare quella richiesta.
<< Volevo parlarti Edith. >>
Il sole era caldo e l'aria sembrava essersi fatta improvvisamente molto pesante, ma non era colpa del disco fiammante, Edith sentiva un calore bruciante propagarsi in tutto il suo corpo. Deglutí e sospiró senza mai voltarsi a guardare l'uomo, stringendo le pagine del proprio libro con entrambe le mani.
<< No, Mr Grossman. Non credo ci sia nulla di cui dobbiamo parlare!>> rispose fredda e risoluta facendo per alzarsi, ma l'uomo afferrò il suo polso e quella stretta la fece tremare.
<< Invece si, Miss Roman. Non ti ho cercato per diversi mesi, ti ho dato il tempo di riflettere, ma adesso esigo che mi dedichi il tempo che mi spetta.>>
Edith tese i muscoli e tiró con forza la propria mano liberandosi da quella pressione, da quella costrizione che le faceva gelare il sangue e infiammare il petto.
<< Abbiamo già parlato, e le avevo già detto che non c'era nulla su cui riflettere. La mia risposta non è cambiata. Le mie decisioni non sono volubili e frivole come quelle delle donne che avete incontrato fin ora Mr Grossman. Adesso mi lasci andar via. Non ho nulla da dirle!>>
L'uomo apparentemente sempre pacato e taciturno si sollevò come una tempesta, sulla sua fronte risaltavano le vene gonfie di rabbia e indignazione, la sua figura imponente sovrastó quella di lei oscurando persino il sole.
<< Sei un'ingrata, ti ho dato un tetto, ti ho istruita e cresciuta, e ora ti offro qualcosa per cui le tue sorelle pagherebbero con ciò che hanno di più caro e tu osi rifiutare?>>
<< Non l'ho chiesto io di finire alla White Dove. Mi avete presa quando avevo solo due giorni di vita. Mia madre scelse per me, voi avete scelto per me. Ed io non devo ripagare nessuno per qualcosa che voi altri avete scelto per la mia vita quando io non potevo avere parola! >>
<< Non essere sciocca Edith, lo sai come funziona il mondo. Ti offro di diventare mia moglie e di ereditare la White Dove. Potresti insegnare, crescere altre ragazze sfortunate come te, avresti un lavoro ed una posizione invidiabile.>> L'uomo aveva cambiato toni, era tornato a giocare sulla persuasione e il senso di protezione che Edith nutriva verso il collegio e le sue ospiti, la carta sporca del ricatto pendeva sulla testa di lei come una spada di Damocle, il cuore le batteva frenetico e la rabbia divampava tremenda nel suo corpo.
<< Le ho già detto Mr Grossman che sarei disposta a restare alla White Dove come lavoratrice. Ma come vostra moglie, quello mai!>>
Edith si voltó con furia, scappò via con ampie falcate mentre il pizzicare delle lacrime iniziava a farsi sentire tra le ciglia.
L'uomo alle sue spalle non l'avrebbe seguita, la distanza che la giovane aveva messo fra loro sarebbe durata per qualche giorno, sapeva di aver nuovamente offeso il suo orgoglio. Le proposte di Donovan erano insistenti ma non continue, potevano passare mesi prima che le avrebbe parlato ancora. Ma quella volta era diverso, il tempo stringeva, Edith doveva lasciare la casa e questo significava che l'uomo avrebbe presto intensificato i suoi tentativi. La prima volta che Donovan Grossman aveva palesato le sue intenzioni risaliva a due anni prima, nessuna delle sue compagne eccetto Mary Rose ne era a conoscenza e questo per Edith era un peso enorme. Aveva sempre difeso le proprie idee e il proprio rifiuto per tutto quello tempo, ma, in cuor suo temeva di esserci riuscita solo perché era ancora troppo piccola e Mr Grossman conservava quel tipo di pudore per cui desiderare una donna ancora in crescita era ritenuto poco meritevole. Adesso, che gli anni le avevano dato la maggiore età, adesso che le porte del collegio iniziavano a chiudersi e la necessità di sopravvivenza si faceva più alta, cosa avrebbe fermato l'uomo dall'andare oltre la propria morale?
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Last summer in Fortmay
Historical Fiction- Storia selezionata per la "Rosa dei candidati" Wattys2018 - Edith Roman ormai è una donna adulta, il collegio che l'ha ospitata sin da quando era una bambina presto non potrà più garantirne la protezione e il sostentamento. È tempo che trovi il s...