20 Giugno 2001

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Mia Edith,

Ricordi il fiume May? Quest'inverno ho fatto costruire una casa dove eravamo solite fare il bagno, su quell'erba dove ci stendevamo nude e felici, tremanti per l'acqua e per l'adrenalina.
C'è ancora l'albero dei sogni, sai?
Ho cercato nell'incavo della corteccia e sono riuscita a recuperare solo due biglietti, perdonami se li ho letti, dovevano restare segreti l'uno all'altra, ma ho sentito che dopo tutti questi anni mi avresti concesso il lusso della curiosità e della nostalgia.
Il primo diceva "Amami per sempre Rosie!"
L'altro, che ricordo d'aver scritto come fosse ieri, portava la mia grafia ingiallita "Troverò il coraggio".

Il tuo desiderio si è esaudito Edith, perché ti ho amata ogni giorno incessantemente, il mio purtroppo non si è realizzato con altrettanta semplicità.

Anche se non ho più visto i tuoi occhi so bene la persona che sei diventata, i miei nipoti amano i tuoi romanzi, mi hanno detto che vieni persino citata nei libri di scuola:
"tra le più infaticabili scrittrici e attiviste del secolo", dicono di te.

Quanto orgoglio provo ogni volta che dal computer mi leggono i tuoi articoli per i siti dell'Università o, quando ricevo il mensile con i tuoi racconti, adoro che non hai abbandonato la penna in tutti questi anni.
Spesso con loro mi vanto, sai?
D'averti conosciuta.

Così, dopo tutti questi anni, ho desiderato ardentemente parlarti di me, ed eccomi qui a scriverti.

Hope nacque pochi mesi dopo la tua visita, fu la prima gioia sincera dopo tanti anni di dolore. All'epoca non me ne rendevo conto, ma avevi avuto ragione su ogni fronte. Sposare Grossman fu l'errore più grande che avessi mai potuto compiere, non perché lui fosse poi un uomo così terribile, ma perché ogni giorno passato a vivere nella menzogna ha ucciso un pezzo della mia anima e inciso solchi sul mio cuore, cicatrici permanenti, di cui non mi sono mai liberata.
Ho sognato tante volte di fuggire e raggiungerti ma la paura era sempre troppo forte e poi avevo ormai due bambini da accudire e tu avevi trovato un nuovo amore. Esther sembra splendida, vi ho viste qualche anno fa in un documentario sui moti di Stonewall, due guerriere, la donna giusta per domare e aizzare il tuo temperamento imprevedibile.
La donna che io non potevo essere.
Ho divorziato però, appena la legge me lo ha concesso ho reciso ogni contratto che mi legava a Grossman e, forse, solo allora ho iniziato davvero a ri-vivere.
Mi chiedesti di amare ancora e l'ho fatto, Hope e Roman sono stati la mia ancora di salvezza, alla fine, come una sciocca, glie l'ho dato, il tuo nome, al mio secondogenito.

Quanta vita vorrei poterti raccontare, quante notti a guardare le stelle, quante altre estati a Fortmay, quanti libri e quante storie ho letto e vissuto che avrei voluto narrarti davanti al camino o sotto le coperte con la torcia.
Una lettera non basterebbe, per questo adesso è tempo di giungere al vero motivo per cui sono qui a scriverti.

Voglio dirti grazie Edith Roman. Adesso lo so, lo so davvero perché hai dovuto vivere la vita che hai vissuto, perché sei dovuta andar via in quel modo e non hai potuto aspettare. L'urgenza di lottare che scorreva nel tuo sangue, ora la capisco. Poche settimane fa, Thomas il mio giovane pronipote di vent'anni mi ha dato una notizia incredibile, qualcosa nel mondo è cambiato per davvero.

Partirà per l'Olanda insieme a Felix, il suo fidanzato, dove si uniranno felicemente in matrimonio.

Immagina Edith, la tua vecchia e grinzosa Rosie che scoppia a piangere abbracciando la nuova generazione che vive e sogna, che ama e può farlo solo perché tu e i tuoi alleati avete lottato per renderlo possibile. Immagina una vecchia improvvisamente giovane che con il cuore in gola rivela finalmente, al suo piccolo e felice nipote, di aver amato anche lei un tempo e di aver amato una donna.
Per questo ho cercato nella corteccia dell'albero dei sogni, perché anche se verso le ultime albe della mia vita, ho trovato il coraggio e, come dice mio nipote, ho fatto coming out, neologismo strano ma tremendamente calzante. Ci siamo raccontati una verità incredibile, una storia mai narrata per mia bocca e, anche se ci ho messo molto, grazie a te ho trovato il mio momento di gioia, ho riscattato la mia vita e ho suggellato nella memoria di Thomas il ricordo di un amore antico e mai esaurito, di una storia lontana ma sempre viva, di una fiamma dai capelli rossi che con la sua forza ha reso possibile la realizzazione del suo matrimonio e, l'incontro, di due generazioni così lontane eppure così eguali.

Così, torniamo all'inizio Edith, alla casa sul fiume May. Nella vita dopo il matrimonio, il denaro non mi è mai mancato e, finalmente, ho deciso di spenderlo per far crescere una speranza la dove noi ne abbiamo immaginate tante.
La mia nuova casa è destinata a chiunque abbia bisogno di aiuto, di fuggire, di essere accolto, è per tutti quelli ripudiati perché diversi o semplicemente perché nonostante i cambiamenti, il mondo ha ancora troppa paura.

Ma non temere, non sarà come la White Dove, non ci sarà una Helen a spaventare giovani donne, o un Donovan ad incombere con infimi ricatti. 

Quando mio nipote tornerà dal proprio viaggio di nozze sarà sua e la gestirà insieme a suo marito.

La cosa ironica è che il suo cognome resta quello di un antico passato, del tutto stravolto e sovvertito grazie a ciò che tu hai reso possibile.
Ebbene si, ci sarà un Thomas Grossman a condurre i fili di estati ed inverni a Fortmay, ma sarà tutto diverso.

Alla fine, Edith, ci sono riuscita, ho trovato la mia eredità, la mia piccola felicità. Abbiamo affrontato anni duri ma ne è valsa la pena. Ne vale sempre la pena.

Adesso, voglio salutarti con un ricordo, perché concludere questa lettera è più difficile di quanto credessi.

Un giorno, mi dicesti che potevo essere qualsiasi cosa volessi, ti guardai perplessa, non ti credevo, non mi sembrava possibile. Allora iniziai a chiedermi chi volessi essere, non trovavo risposta, perché non vedevo nessuna scelta da poter compiere. Oggi, immagino quelle due ragazze sulle stesse sponde, le vedo libere, le vedo discutere sui mille viaggi che vogliono intraprendere, le emozioni che possono vivere, le sensazioni positive che danzano sulla loro pelle senza barriere, confini, paure.

Quando chiudo gli occhi, ritorno a quel giorno... oggi, sono libera Edith, tu sei libera, la vita va avanti nonostante tutto e, grazie a quelli che sanno fare la differenza, conquista città, paesi, nazioni.

Immagino di alzarmi, tra gli alberi, girare su me stessa con le braccia aperte a cingere il cielo.

Il nostro mondo, respira!

Tua
da sempre
Mary Rose Coltrane

Last summer in FortmayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora