Era improvvisamente diventato tutto vero. Violette non si tirava mai indietro, come previsto aveva sempre un piano ed era appena stato messo in moto. Un'ora, una sola ora per dire per sempre addio alle sue compagne, a Mary Rose, Lin e all'adolescenza, che, andando via da quel luogo, sarebbe sparita per sempre. Scese le scale con il cuore in gola, dall'alto tenendosi poggiata al corrimano poteva vedere tutti. Helen e Donovan, Vincent Drake, Violette, le sue sorelle, tutti immersi in quel clima gioioso in cui la musica continuava e i balli riempivano lo spazio. Le sue labbra erano secche, pensava di aver perso la salivazione e la testa le faceva un male terribile. Aveva bisogno dell'ultimo barlume di furbizia misto a rischio e così, raccogliendo ogni forza raggiunse Grossman.
<< Mr Grossman, ho bisogno di parlarle. >> disse avvicinandosi all'uomo ormai ubriaco.
<< Cosa c'è Edith?>> chiese accendendo l'ennesimo sigaro e sbuffando l'acre nuvola verso l'alto.
<< Devo parlare con le mie compagne. Non voglio che si sentano tradite con un annuncio domattina. Ci ho pensato e voglio farlo adesso. >> L'uomo rise a gran voce, stupefatto, cieco, soddisfatto, le prese il volto con una mano e con gusto strinse il suo mento.
<< Fa pure tutti i preparativi del caso. È la tua ultima notte da signorina, del resto!>>
Edith finse un sorriso che le costò tantissimo e con un inchino si dileguò sparendo tra la folla. Iniziò a vagare in cerca di una qualsiasi delle sue compagne e, quando finalmente vide Camden, in un angolo della sala, corse nella sua direzione fino a sopraggiungere alle sue spalle facendola sobbalzare.
<< Edith! Mi hai spaventata!>> disse lei ridendo.
<< Perdonami, devo chiederti un piacere importantissimo!>>
Camden spalancò le labbra e con gli occhi grandi sgranati e curiosi le fece cenno di parlare.
<< C'è un uomo, devo parlare con lui in segreto e non voglio che Donovan o Helen se ne accorgano! Quando lui mi farà cenno uscirò dalla sala. Voglio che tu faccia partire il passaparola tra tutte e che usciate insieme a me quando ti darò l'ok! Puoi farlo? >>
Camden si portò le mani al petto stringendole l'una nell'altra.
<< Oh Edith... e chi è questa persona? Posso saperlo? Lo conosco? >>
La genuina curiosità della ragazza la fece sorridere davvero, per la prima volta dall'inizio di quella lunghissima giornata, le accarezzò una ciocca di capelli mentre scuoteva il capo.
<< No tesoro, non lo conosci. Adesso vai con il passaparola! E grazie per avermi aiutata ben due volte oggi! >>
Camden sorrise emozionata e felice, adorava Edith come tutte le sue compagne e quando si rendeva utile per lei e otteneva la sua approvazione era come vincere un premio. Risoluta le fece un occhiolino furbo per poi lasciarla iniziando a camminare per tutta la sala con occhi vispi e alla ricerca delle altre ragazze.
Adesso, in meno di mezz'ora, doveva trovare Mary Rose. Respirava a fatica, sentiva il petto oppresso, l'addome stracciato da crampi insopportabili e le gambe molli come sull'orlo di uno svenimento. Tornò a guardare la folla, le sembrava una marea indistinta, un oceano sconfinato, Violette la teneva d'occhio lanciando sguardi verso l'orologio sopra il camino e Edith sapeva bene cosa significava, c'era poco tempo. Aveva così paura di cercare Mary Rose, perché trovarla significava perderla. Forse non si sarebbe mai mossa e avrebbe mandato tutto in frantumi se in quel momento non fosse arrivata, salvifica come sempre, la sua dolce Lin. Sentì un braccio stringersi intorno al suo e poi il profumo inconfondibile dell'amica fidata.
<< Camden mi ha avvisata. Lo sappiamo tutte, anche Mary Rose, io ho capito... lei invece lo sospetta. È andata in quella direzione. Camden mi ha detto che c'è poco tempo! Resterò a fare da guardia!>>
<< Oh Lin... perdonami... io...>>
<< Edith, sta zitta per una volta. Hai fatto una promessa. E se la manterrai non devi scusarti di nulla! Adesso vai... è lì!>>
L'incredibile devozione di Pauline l'avrebbe commossa se oltre la pesante tenda di velluto non avesse visto la schiena di Mary Rose, le sue spalle che salivano e scendevano come se stesse piangendo, la figura ricurva e piegata sembrava un giunco afflosciato nel vento.
<< Rosie...>> chiamò piano Edith lasciando andare Lin e avvicinandosi piano. Mary Rose emise un verso incomprensibile, quasi un gemito sofferto.
<< Rosie...>> continuó Edith quando fu ad un soffio da lei.
<< Stai andando via? >> disse Mary Rose senza voltarsi, Edith sospiró piano e con delicatezza portò le proprie braccia attorno al suo corpo, avvolgendola, il mento sulla sua spalla, la testa premuta contro la sua guancia. Mary Rose scoppió improvvisamente in mille singhiozzi, il cuore di Edith si infranse.
<< Amore mio, dal primo giorno sei stata la mia ragione di vita. Oggi con quell'anello mi hai legata a te per sempre, Rosie. Sappi solo che quando sarò fuori di qui combatterò anche per te, non vado via per capriccio. Il tuo amore mi ha insegnato che in noi nulla è sbagliato, che il mondo deve conoscere cosa significa amare davvero, perché amarti è stato quanto di più puro, pulito e favoloso avessi mai provato e non può esserci nulla di sbagliato in questo. Sei il mio insegnamento Mary Rose, il motivo per cui lotteró con tutte le mie forze affinché un giorno, potrai essere libera anche tu!>>
Mary singhiozzava senza posa, Edith non avrebbe mai pensato di vederla in quel modo e sebbene lei non piangesse, il suo animo era un diluvio nero di lacrime calde.
<< Perché devi cambiarle tu le cose? Non abbiamo diritto ad un barlume di felicità anche noi? Una pausa? Una tregua? Se il tuo mondo sono io resta qui per me... non salvare il mondo degli altri! >>
<< Non posso Rosie. Un giorno lo capirai. Promettimi una cosa però... proteggiti. Sii scaltra, continua a leggere, vivi davvero la tua vita, se lo riterrai necessario sposati pure io non ti giudicherò per questo. È un brutto posto per noi il mondo, ma tu puoi trovare la forza come hai sempre fatto! E pensa che in giro, da qualche parte, ci sono io, che ti amo e ti amerò incondizionatamente!>>
<< Ti amerò per sempre Edith...>>
Senza preavviso Mary Rose si voltó, la strinse, con ardore baciò le sue labbra, afferrò i suoi capelli e fu passione, amore, sapore di lacrime, sofferenza, paura... addio.
Edith la strinse a se con forza, con le mani cingeva la sua schiena ricordandone ogni linea e forma, ogni neo e lentiggine che aveva amato e baciato in quegli anni. Non ci furono più parole ma solo sospiri e singhiozzi nascosti nei baci, finché, non giunse il momento. Edith lasció andare la presa ed iniziò ad allontanarsi piano, camminando all'indietro, mentre Mary Rose restava immobile a fissarla, fino all'ultimo momento sperò di sentirle dire "vengo con te" ma quelle parole non giunsero, e l'immagine di lei sparì dietro la pesante tenda rossa. Il loro sipario si era chiuso, non ci sarebbero stati altri litigi, scontri, baci, sussurri, parole, segreti, risate, letture, bagni al lago, passeggiate nel bosco, notti insonni, stelle, cieli, primavere, inverni. Dietro quella tenda si era esalato il loro ultimo respiro condiviso, ma nulla sarebbe andato perso, accarezzando la propria mano Edith avrebbe sentito per sempre la presenza di lei nella perfezione di un anello. Mary Rose l'amava, aveva compreso, la perdonava, la rispettava, l'aveva lasciata andare e adesso anche lei doveva fare lo stesso. Amarla, comprenderla, perdonarla, rispettarla, lasciarla andare. Perché non si può chiedere a qualcuno di fare qualcosa per cui non è pronto, non si può chiedere alla paura di sparire davanti ad un mondo impreparato e crudele e Edith non poteva chiedere a Mary Rose di essere diversa, perché, se lo fosse stata, forse, non l'avrebbe mai amata. E allora andava bene così, le loro vite si erano sfiorate almeno una volta e grazie a quell'amore, Edith, vedeva chiaro il proprio cammino e il suo posto nel mondo. Mary Rose l'aveva messa difronte a molte prove, le aveva fatto comprendere l'importanza dell'amore, la necessità di preservarlo, l'importanza di poter essere se stessi senza doversi nascondere, le aveva mostrato tutti i limiti di quella società e di quella cultura che schiacciava le donne, nascondeva gli amori considerati inadeguati e perseguitava le differenze come fossero maledizioni. Avevano due caratteri diversi, che tuttavia erano lo specchio dello stesso mostro. Da un lato c'era Mary, troppo spaventata per lottare rappresentante di tutte quelle persone ingabbiate, dall'altro, lei, che avrebbe dedicato ogni singolo giorno alla battaglia per spezzare tutte le catene e liberare ogni prigione.
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Last summer in Fortmay
Historical Fiction- Storia selezionata per la "Rosa dei candidati" Wattys2018 - Edith Roman ormai è una donna adulta, il collegio che l'ha ospitata sin da quando era una bambina presto non potrà più garantirne la protezione e il sostentamento. È tempo che trovi il s...