Pensieri

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Quando fui uscita, avevo il fiatone e il cuore mi batteva forte, cercai di tranquillizzarmi prima di camminare verso casa.

Fuori era buio pesto e accendendo il telefono vidi che erano già le undici e mezzo. Mi sedetti ai piedi di un albero nella penombra vicino alla festa. Mi accesi una sigaretta e sospirai.

Sono esausta, e non ricordo neanche dove io abbia lasciato la mia vodka. Di certo se mamma a quest'ora fosse ancora viva, adesso sarei a casa a guardare un film smielato con lei, con pop corn e fazzoletti. Non sto dicendo che è colpa di mio padre, sto dicendo che, se forse qui avessi un'amica o un amico o qualunque altra persona che non sia costantemente arrabbiata con me, sarei più rilassata, meno triste e meno disperata.

Mi alzai e andai verso le rotaie nella via di casa. C'era l'aria fresca e il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola, dove tutti avrebbero parlato della festa di Ellen ed io sarei stata costretta a tornare nei ricordi di questa sera.

Ero sicura che andando ad una festa mi sarei svagata un po' e mi sarei sentita accettata dagli altri. Ma mi manca così tanto Brooklyn e i miei vecchi amici... e mia madre, che per me è lontanamente possibile cercare di divertirmi.

Neanche cinque minuti e mi ritrovai davanti alla porta di casa. Se mio padre mi avesse sentito, si sarebbe svegliato e avrebbe annusato la puzza di fumo e l'alito di alcol e mi avrebbe dato uno di quelli schiaffi che me lo sarei ricordata per sempre.

E adesso? Che faccio? Non potevo dormire fuori, faceva freddo e se il giorno dopo non mi sarei svegliata in tempo, mio padre mi avrebbe ritrovata sull'asfalto e si sarebbe arrabbiato ancora di più. Che brutta situazione.

Tirai fuori il telefono e chiamai Cherry, la ragazza un po' sfigatella della classe. Mi rispose dopo un bel po' di squilli e con la voce roca.
"Ciao Bella, mi spieghi perché mi chiami a quest'ora mentre dormo?".
"Ehi Cherry, scusami tantissimo, ma sono andata ad una festa e ho detto a mio papà una balla, sono tornata ora ma è troppo presto e lui potrebbe essere sveglio e scoprire cosa ho fatto, non voglio approfittarmi di te ma sarebbe possibile che io venga a dormire da te?" Dissi io con aria implorante.
"Cosa? No."
"Dai Cherry, ti prego, non chiedo niente di più, puoi chiedermi qualunque favore in cambio, ma ti scongiuro, non voglio morire entrando in casa." Avrei dovuto l'aria veramente disperata perché lei dopo disse: "Eh va bene, però se i miei genitori dovessero sentire e scoprire la tua presenza, probabilmente loro ucciderebbero me. Quindi fai più silenzio possibile. Ti invio l'indirizzo per messaggio." E attaccò.
Pochi secondi dopo mi arrivò l'SMS e, soddisfatta, andai verso la sua casa. Non volevo approfittare, infatti in cambio le avrei fatto qualunque favore, ma in quel momento avevo bisogno del suo aiuto.

Quando fui arrivata, bussai il più silenziosamente possibile, sperando che lei mi avrebbe sentita comunque.
Quando vidi la porta aprirsi mi trovai davanti il ragazzo della festa, che prima mi aveva trattato male, e dopo mi aveva difeso dall'uomo che voleva abusare di me. Dovevo ammettere che però era veramente bello.
Mi fissò con aria interrogativa e dopo mi chiuse la porta in faccia.
Non era per niente educato però.

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