Sembrava la scena di un film, fino a quando Cherry mi sventolò la mano davanti alla faccia. La guardai storto ed avanzai velocemente verso la Camaro.
Quando arrivai Cameron si alzò e mi aprì la portiera. Non realizzai subito e quindi rimasi impalata per non so quanto tempo. Cameron si mise a ridere, quel giorno sembrava tutto uno scherzo. Entrai nella macchina e mi posizionai in uno dei sedili dietro.
Era veramente accogliente, costosa e bella, un sogno vero e proprio.
Gli altri due mi raggiunsero e poi partimmo. Per il viaggio ci furono un paio di sghignazzate tra i due, che non capii fino in fondo, ma fa lo stesso.A scuola tutti i ragazzi, come previsto, non fecero che parlare e spettegolare della festa, e fui grata che non fosse così un brutto ricordo, come pensavo che fosse.
La giornata filò liscia ed io e Cherry diventammo molto amiche.
Quando uscimmo da scuola la salutai e mi incamminai verso casa.
Era tardo pomeriggio, e l'aria era diventata ancora più fredda rispetto a stamattina e mi sorpresi a tremare e a battere i denti.
In lontananza, come una visione, vidi comparire la famosa Chevrolet e nel mio stomaco sembrava ci fosse un party di farfalle.
Piano piano decelerò e mi fermai mentre il finestrino si abbassò.
"Che fai in giro bambina?" Disse Cameron con aria sarcastica. Ecco ci risiamo.
"Vedo che sei ritornato fastidioso, ma ti danno qualche pastiglia, ti pagano o sei proprio tu così presuntuoso?"
"Non fare la spiritosa. Sei noiosa quando la fai. Vuoi un passaggio?" Disse proprio quando sentii una risata da donna provenire dal sedile passeggero.
Girei gli occhi verso il cielo e risposi: "cos'è non ti basta una sola oca nella macchina? Mi spiace hai sbagliato persona, purtroppo sono nata con un cervello, non sono all'altezza per questo incarico." Girai i tacchi e me ne andai. Credo che non dimenticherò mai la sua faccia sorpresa. Pensava di farmela.
Lasciai subito perdere nel pensarci. Avrei sprecato solo del tempo.Quando arrivai a casa trovai mio padre seduto in cucina con dei fogli in mano. Sembrava un po' triste.
"Ciao, c'è qualcosa che non va?" Chiesi esitante.
"Quando sei arrivata? Non ti ho sentito" cercò di cambiare discorso lui.
"Ripeto, è successo qualcosa di grave? Hai una faccia" risposi mentre mi toglievo la giacca.
"Oh no niente, non preoccuparti. Comunque ho pensato alla punizione. Non uscirai di casa per un po' e.... ehm... farai tu tutte le faccende di casa per un mese." Sembrava un po' confuso e spaesato.
"Va bene, posso andare ora? Quando è pronta cena, chiamami" non feci in tempo a fare un passo che lo sentii scoppiare a ridere. Beh almeno non era più triste.
"Ho detto che fai tu le faccende, quindi muoviti, io intanto vado a riposare. Chiamami tu quando è pronto." Prese i fogli e mi oltrepassò.
Ero un po' seccata, ma mi misi subito all'opera. Nel giro di poco tempo riuscii a creare qualcosa che apparentemente e teoricamente era commestibile ma non ne sarei stata così sicura. Mangiai velocemente la mia parte senza avvisare mio padre.
All'improvviso mentre stavo lavando il mio piatto sentii bussare il vetro della finestra e, girandomi, quasi non mandai in frantumi il piatto.
C'era Cameron, imbarazzato, che aspettava mi muovessi a farlo entrare in casa.
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Rimani qui
FanfictionBella non era mai stata felice veramente. Si era trasferita con suo padre a Boston da Brooklyn dopo che sua madre morì di un tumore grave. In quella città c'erano troppe cose che a entrambi la ricordavano e insieme decisero di andarsene. Bella, senz...