Prepotenza

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Mi sentii scuotere e, aprendo gli occhi, la prima cosa che vidi fu Cherry con la bocca sigillata e un'espressione preoccupata.
Era ancora buio e sembrava che dieci camion mi avessero investito più volte.
Ma capivo che Cherry era tesa. Dovevamo sbrigarci a uscire.

Mi tirai su, e quasi persi un battito del cuore. Cosa dicevo adesso a papà? E come glielo dicevo? E quando? Presi per un braccio Cherry che, con gli occhi spalancati mi seguii. Ci precipitammo giù per le scale e la condussi fuori.

Lei con aria sorpresa cominciò a parlare: "Ma mi spieghi che ti è preso? Sono in pigiama! Non posso andare a scuola così, ti pare? E poi i miei ci avranno pure sentite, sembravi un elefante mentre scendevi le scale!"
Capivo la sua arrabbiatura ma ora non era una delle mie priorità, anche se mi dispiace.
"Scusa Cherry, ma non possiamo tornare dentro ora, io devo andare a casa e cercare di salvarmi il fondo schiena, e tu verrai con me e mi aiuterai. Non posso andare a scuola con il senso di colpa." Dissi supplicante per una seconda volta io.
"Ma tu sei impazzita Bella. Non posso andare a scuola conciata così! E poi non fai che chiedermi favori. Ricordati che mi hai promesso di rendermeli." Era infastidita.
"Si sì, farò tutto quello che mi chiedi. Però adesso andiamo. Ti presterò io dei vestiti al massimo." E poi cominciai ad incamminarmi.

Perché si preoccupava così tanto, erano le cinque del mattino, chi mai l'avrebbe potuta vedere. Meno male che io non mi ero messa vestitini o altro, ma semplicemente dei jeans ed una maglia, così sarebbe stato tutto anche più credibile.

Senza che me ne accorgessi me la ritrovai a fianco che camminava a testa bassa. E se l'ho offesa? Forse sono stata troppo esigente con lei. Non voglio che lei pensi cose sbagliate, come che io l'ho solo chiamata solo perché avevo bisogno. Perché non è così vero? Okay, forse un po' lo era, ma le ero grata e poi avrei al più presto ricambiato il favore.

Mi fermai. Lei si fermò e con con l'espressione interrogativa mi guardo negli occhi.
"Cherry, mi dispiace tanto. Scusa se ti sei fatta un'idea sbagliata di me. Non voglio metterti i piedi in testa o comandarti, se non vuoi aiutarmi ancora ti capisco, cercherò di uscire da questa situazione da sola."
"Oh Bella, non preoccuparti, mi dispiace che tu abbia potuto pensare questo, ma a me invece non mi è mai passato per la mente nessuna di queste cose. Sì, all'inizio ho pensato fossi un po' prepotente, ma alla fine ti capisco." Concluse lei.

Le sorrisi e insieme arrivammo alla porta di casa mia. Tirai un sospiro e mentre alzai la mano per bussare, siccome avevo dimenticato le chiavi, la porta si spalancò, e gli occhi di mio padre trafissero i miei.

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