Discussioni

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"Papà?" Mi stavo mettendo nei guai probabilmente.
"Dimmi Belle."
"Sarò sincera, sta sera avevo in mente di andare ad una festa con Cherry. Lo so che sono in punizione e se non vuoi che io vada, resterò a casa. Però se ci pensi è anche un modo per divertirmi, ora che ho trovato un'amica. Ho fatto molti sbagli in questo periodo, ne sono consapevole, però possiamo ricominciare da capo. Voglio che ti fidi di me. E quale altra miglior occasione se non la festa di sta sera?"
Alzò gli occhi dai suoi fogli e mi squadrò. Non seppi interpretare le sue emozioni e quindi restammo lì immobili per diversi secondi.
"Ascoltami Belle. Io mi fido di te. Mi fido di te da sempre. Però, se mi comporto così, è perché voglio proteggerti."
"Proteggermi da cosa? Lo sai che me la sono sempre cavata in un modo o nel altro. Non sono più una bambina. E poi perché quelli della mia età possono divertirsi e io no?"
"Perché quelli della tua età non hanno gli stessi problemi che abbiamo noi. Resti a casa. Fine discussione."

"Cherry, vai alla festa. Ci vediamo a scuola." Si sentiva la delusione dal mio tono, ma alla fine era solo una festa, me ne ero persa a migliaia di feste, non potevo rimanerci male per questa.
"Belle, mi dispiace così tanto. Ci vediamo, buonanotte."
Al che mi diede un bacio sulla guancia e uscì dalla camera. Un minuto dopo sentii che salutava mio padre e il portone si chiuse.

Mi misi sul letto ad ascoltare Post Malone dalla cassa, ad un volume non troppo alto, non volevo che mio padre trovasse da ridirmi anche su questo.

Mi addormentai subito, ero esausta.
Sfortunatamente, però, fui svegliata da un rumore abbastanza fastidioso.
Mi alzai e non capii subito da dove potesse provenire.
Il rumore si fece più forte, e smise solo quando spostai la tenda della finestra e Cameron in persona, con il pugno ancora alzato sul vetro, mi guardò con aria imbarazzata. Lo feci entrare.

"Mi spieghi che ci fai ancora conciata così? Dobbiamo andare alla festa, muoviti!" Nel frattempo, in effetti, mi ero rimessa il mio adorato pigiama.
"Sssht! C'è bisogno di urlare così? E poi io non posso venire alla festa, sono in punizione. Cherry non te lo ha detto?" Sussurravo, ma gli avrei urlato volentieri contro come aveva fatto lui un attimo prima.
"No... non mi ha detto niente. Quindi è per questo che ascolti la canzone depressa 'I fall apart' di Malone?"
"Ma sei venuto qui a prendermi per andare alla festa o sei venuto qui per rompere le scatole?"
"Allora vieni con me alla festa?" Quasi con speranza, ma forse avevo le allucinazioni io.
"Vorrei tanto venire ma ho parlato della festa a mio papà e quindi se non mi vede in casa, sa già dove trovarmi, anche se non gli ho detto dove fosse la festa. Però capisci che non posso scappare di casa ancora una volta."
"Sarà... se ti diverti a stare qui in camera ad ascoltare canzoni depresse, restaci. Buona serata." Aveva lo sguardo inchiodato al mio, si aspettava una reazione forse.
"Buona serata."
Se ne andò ancora una volta. Era incredibile che, per quanto non conoscessi questo ragazzo, fosse ancora l'unico ad essere entrato in casa più di una volta. Insieme a Cherry ovviamente, ma lei ho imparato a conoscerla bene e ora abbiamo un buon rapporto.

Riaprii la finestra.
"Aspetta."
Si girò ridendo. Cosa aveva da ridere? Proprio non lo capisco. Aveva ragione lui quando nella mia cucina aveva detto che non lo conoscevo.
"Mi spieghi che cosa c'è di così esilarante nella situazione?" Ero scocciata.
"Tu." Proprio lo odiavo.
"Come scusa?"
"Tu sei esilarante. Fai tanto la dura, ma alla fine anche tu non sai resistermi."
Mi misi a ridere anch'io.
"Se pensi che sia così, mi dispiace tanto amico, ma sinceramente non proverei un sentimento per te, neanche se fossi l'ultimo ragazzino sulla faccia della terra. E sai perché? Perché hai un carattere veramente fastidioso e strafottente. Hai proprio sbagliato persona per comportarti così. Detto questo, ti auguro invece, di trovarla un'altra persona con il cervello che ti sopporti, mica come quelle oche!" Chiusi la finestra prima che mi potesse rispondere. Non mi interessava cosa avrebbe potuto pensare.

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