Gli anni erano passati e ormai era diventata un' abitudine considerare la casa dello zio la propria casa.
Era passato molto tempo da quando, dopo la morte del padre Jiyong aveva passato alcuni mesi in alcune case famiglie, in attesa che lo zio paterno ottenesse la custodia di entrambi i fratelli.
Con il sorgere di alcune complicazioni legali, diventare il tutore dei nipoti necessitò di molto più tempo del previsto, costringendo Jiyong ad una vita difficile. In quel periodo pensava che sua madre sarebbe tornata a prenderlo, e per un istante insignificante credette che suo fratello più piccolo si fosse imbattuto in una sfortuna più grande della propria, perché sua madre era morta, mentre quella di Jiyong viveva.
Se da un lato fu facile ottenere l'affidamento di un bambino orfano di entrambi i genitori, dall'altra l'uomo dovette battersi a lungo e in modo estenuante per avere Jiyong. Ma alla fine riuscì a contattare la madre naturale del ragazzo e tutto si concluse.Anche per questo, per lo sforzo che ci aveva messo per salvarlo, che per Jiyong era difficile separarsi dallo zio senza ringraziarlo. Avrebbe dovuto frequentare la scuola e ottenere il diploma, seccante ma necessario.
Nella sua nuova classe, diversamente dal solito, i compagni non avevano paura di lui e non lo evitavano. Lo trattavano con rispetto e in alcuni così con ammirazione, considerata la differenza di età.
Alcuni si chiedevano che cosa avesse fatto nei due anni precedenti invece che frequentare la scuola, perdendo così gli anni. Altri si limitavano a salutarlo cordialmente e a dargli in prestito libri e appunti.Sorah invece se ne stava per conto suo e passarono giorni prima che avessero l'occasione di parlarsi.
Fu il mattino in cui arrivò a scuola con i capelli sciolti, sparpagliati tutti intorno così da incorniciarle il viso grazioso. Dov'era finito il nastro rosso?
All'intervallo Jiyong la guardò estrarre la scatola del pranzo dallo zaino e sistemare il proprio banco preparandosi a mangiare.
La curiosità del ragazzo lo portò ad avvicinarsi a lei di soppiatto.
-Ehi.- le sussurrò dietro un orecchio.
Sorah ebbe un sussulto.
-Mi hai fatta morire di paura!- esclamò toccandosi il petto.
-Scusa.- rise il ragazzo con un largo sorriso divertito.
In quel momento vide due delle ragazze lanciargli un'occhiata di sfuggita. Cercò di non farci caso per non innervosirsi e dedicò nuovamente le sue attenzioni sulla ragazza solitaria.
-Dov'è finito il nastro?-
La ragazza sospirò.
-Sei fissato con quel nastro. Se vuoi te ne regalo uno uguale.-
-Se volevi farmi un regalo non dovevi rovinarmi la sorpresa.- scherzò lui canzonandola.
Riuscì a farla sorridere anche se la ragazza cercò di non darlo troppo a vedere.
-Sul serio, quasi non ti ho riconosciuta con i capelli sciolti.-
Istintivamente la ragazza si portò le mani sulla chioma cercando di sistemarli.
-Non ho avuto tempo di sistemarli oggi...-
-Vedo...-
-Per una volta abbiamo una cosa in comune eh.- disse ironicamente la ragazza, ma con garbo.
Jiyong incrociò le braccia annuendo.
-Mi piace il tuo punto di vista. E comunque si, mi piacerebbe se mi regalassi un nastro come il tuo.-
Sorah arrossì inevitabilmente. A scuola non aveva il piacere di poter rivolgere la parola con qualcuno, non poteva chiacchierare con nessuno e nessuno si interessava a lei, eppure Jiyong le parlava come se nulla fosse, ed ora le chiedeva un regalo, un pegno quasi affettuoso.
-S-scusa, ora dovrei mangiare.-
Sorah di solito ben disposta a scherzare sarcasticamente con Jiyong, cominciò a fare la schifa per allontanarlo il prima possibile, forse vinta dalla propria timidezza.
Il ragazzo però rimase dov'era, sul banco dietro quello di lei, con la testa fra le mani.
-Cosa mangi?-
Sorah aprì la scatola. Riso con kimchi, kimbap e verdure al vapore. Jiyong guardò il bottino con un certo desiderio.
Sorah lo notò e timidamente gli avvicinò la scatola affinché potesse assaggiarne un po'.
-Vuoi dividere il tuo pranzo con me? Che tenera!-
-Non voglio dividerlo! Puoi assaggiare il kimbap se vuoi, una fetta soltanto!-
-Ma sono così affamato!-
-Allora perché non ti porti il pranzo da casa?-
-Perché se lo facessi tu non potresti offrirmi il tuo, ovviamente.- spiegò lui.
Lei sospirò alzando gli occhi al cielo.
-Eh va bene, facciamo due fette allora.-
Jiyong gustò la propria parte del cibo generosamente offerta da Sorah socchiudendo gli occhi.
-È buonissimo! Sembra quello del ristorante.- esclamò con la bocca piena.
-Naturalmente, questo è fatto in casa.-
-L'hai fatto tu?-
Lei scosse la testa.
-Mia madre.- confessò con orgoglio.
Jiyong rimase per un attimo impassibile, a Sorah sembrò come se si fosse incantato su chissà qualche pensiero, ma un attimo dopo era di nuovo nella realtà e le sorrideva.
-È molto brava.- si complimentò.
Ma lo sguardo triste che gli erano balenato in viso per una frazione di secondo, aveva ormai scosso la ragazza, la quale decise di offrirgli dell'altro cibo.
Aver potuto vedere per un attimo i veri sentimenti di quel ragazzo, popolare e temuto da tutti, la fece intenerire dal profondo del cuore, spingendola ad avere più fiducia in lui, anche se il primo giorno di scuola le era sembrato la stesse inseguendo.
-Che stavi leggendo a proposito?- chiese improvvisamente Jiyong.
-Mh?- la ragazza lo guardò confusa.
-Sul treno, il primo giorno di scuola avevi un libro...-
Sorah lo guardò stranita.
-Com'è che ti ricordi questi particolari?-
Lui alzò le spalle.
-Mi piace osservare. E non lasciare i dettagli da parte ritenendoli inutili.-
La ragazza lo scrutò a lungo, senza riuscire a capire le intenzioni del ragazzo ma allo stesso tempo, notò quanto il suo viso fosse in un certo senso dolce e delicato. Nessuno poteva notarlo sotto quel modo di apparire davanti agli altri.
-Stavo leggendo, un thriller...- ammise lei.
Lui annuì.
-Ti facevo più da romanzo rosa sinceramente.-
Sorah sorrise.
-Solo perché sono una ragazza?-
Lui scosse la testa.
-Pensavo fossi una ragazza estremamente romantica, quei cioccolatini erano veramente buoni. Li avevi fatti tu vero?-
Per l'ennesima volta Jiyong ricordava qualcosa su di lei. Si sentiva strana a parlargli eppure la cosa la incuriosiva, oltre che a spaventarla.
-Facciamo così, se indovinerai il titolo del libro, ti preparerò dei cioccolatini uguali.- propose infine.
-Affare fatto.- rispose lui entusiasta.-Però.- aggiunse poco dopo con sguardo serio. -Dovranno essere 'solo' per me questa volta.-
Le guance della ragazza si imporporarono nuovamente, cerco di nasconderle tra i capelli.
Soddisfatto della conversazione appena avuta, Jiyong trotterellò fuori dall'aula per andare chissà dove. Appena lo videro le ragazze che prima l'avevano visto parlare volontariamente con Sorah lo fermarono.
-Ehm, Jiyong-si... possiamo parlarti un attimo?-
-Ho come l'impressione che non mi lascerete andare finché non vi dirò di sì.- rispose lui.
-Può essere.- ammicò una di loro sbattendo le ciglia, mentre wuella più bassa delle tre le diede una leggera gomitata.
-Vedi, noi ci teniamo molto ai nostri compagni di classe e tu sei nuovo tra noi, quindi mi sento in dovere di avvertirti.-
Jiyong alzò un sopracciglio, poi sbadigliò.
-Ti prego dimmi.- parlò con svogliatezza.
-Quella ragazza.- proseguì l'altra, come se non avesse notato il sarcasmo e il disinteresse di Jiyong. -È meglio non parlarci. Forse non sai cosa sia successo l'anno scorso, ma lei porta sfortuna! Te lo assicuro.-
Jiyong la squadrò come si potrebbe guardare uno scimpanzé vestito da burlesque.
-Queste cavolate a me non interessano, voglio solo prendere il diploma e sparire il più lontano possibile.-
-Ma ci devi ascoltare! Quella porta sfortuna! Sul serio! L'anno scorso...- cominciò la ragazza, ma si dovette interrompere quando Sorah comparve a testa bassa da dietro alla porta.
Le passo vicina alzando appena lo sguardo, per farle capire che aveva sentito la conversazione.
Il gruppo di ragazze la guardarono spaventata mentre si allontanava.
Jiyong lesse negli occhi di Sorah, la sofferenza che doveva provare.Ma cos'era successo l'anno precedente? Jiyong non aveva frequentato la scuola l'anno prima, perciò non sapeva nulla. Ma presto l'avrebbe scoperto.
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Niro. [Kwon Jiyong]
Fanfiction~Niro, pseudonimo di Jiyong, non è in grado di vivere nel mondo come tutti, ha sempre preferito osservare gli 'altri' da lontano, senza mai riuscire a capirli appieno. La sua vita é divisa tra il passato che continua disperatamente a rincorrere e il...