Sorah aveva taciuto a Jiyong così tanto. Si chiese se non fosse stato per quello che il ragazzo le aveva spezzato il cuore in quel modo. Faceva così male da non riuscire a respirare.
Si precipitò verso l'uscita di quella casa, con la consapevolezza che non l'avrebbe rivisto mai più. E cosa poteva esserci di peggio?Sentí la voce di Jiyong chiamarla.
La ignorò con tutta se stessa. Uscí dalla casa, Jiyong era sceso dietro di lei, ed ora stava per raggiungerla.
Poi il tempo si fermò.Dall'altra parte della strada qualcosa attirò l'attenzione di Sorah.
Niro.
Quello stupido gatto era scappato quando lei se ne era andata, sgattaiolando fuori dalla porta.
Ora, le sue zampine tremanti si facevano strada sull'asfalto. Zoppicava.
Quante cose la ragazza aveva lasciato in sospeso. Aveva tentato di scappare e non aveva fatto altro che ferirsi. E ciò che prima era stato solo un gatto abbandonato, ora era anche un gatto ferito.
-Sorah!-
La ragazza andò verso il gatto che camminava in mezzo alla strada. Verso la se stessa che si era ferita. Che cos'aveva ormai?
-Niro! Stai fermo! Non muoverti!-
A Seoul le auto vanno molto più veloci di quello che dovrebbero. Per questo Sorah era convinta che sarebbe riuscita a salvare il suo gatto prima che un'auto lo investisse.
Niro era troppo debole per tornare indietro in tempo, ma lei poteva ancora correre.
Così si buttò verso di lui prima che l'auto potesse prenderlo in pieno.
Ma non fu abbastanza veloce per se stessa.
L'auto che era sopraggiunta, non vide la ragazza se non quando ormai era troppo tardi.Si sentí un tonfo, qualcosa si ruppe. E una ragazza cadde a terra, rotolando sull'asfalto.
Dopo quella scena Jiyong non riuscì più a guardare Niro. Anche se si prese cura delle sue ferite e fece tutto il necessario per salvargli la vita, non riusciva ad accarezzarlo come se nulla fosse successo. Ogni volta che lo faceva, gli veniva in mente l'accaduto. E che il motivo per cui Sorah era in coma era semplicemente quel gatto.
Hyungjae gli mise una mano sulla spalla.
Jiyong guardava assorto, il sottile spazio tra la porta e il muro, da cui poteva scorgere il lettino di Sorah.
I suoi capelli scuri erano l'unica cosa che risaltava in mezzo a tutto quel bianco.Una donna accanto alla ragazza le stringeva la mano.
-È sua madre.- spiegò Hyungjae.
-Lo immaginavo.-
-È tornata appena ha saputo. Quella donna ha sbagliato tutto nella vita. Ma non è questo il posto in cui parlarne.-I due fratelli si sedettero l'uno accanto all'altro lungo le sponde del fiume Han. Sotto di loro ghiaia ed erba e davanti, lo specchio d'acqua leggermente increspato e su cui si riflettevano i riflessi azzurri dei grattacieli.
-Perché Sorah è tornata a casa?- chiese Jiyong.
-Voleva tornare da te. Così sareste potuti andare via da Seoul.-
-Andare via da Seoul?-
Hyungjae annuì.
-Vedi, Jiyong. Questa città è diventata pericolosa. È questo per via dei nostri genitori. Sorah ha ereditato molto potere da suo padre, ma sfortunatamente si è rivelata essere un ostacolo per chi voleva impossessarsene. Però saremo noi due ad avere tutto alla fine. Perché quelle proprietà erano appartenute precedentemente a nostro padre.-
-Quindi il padre di Sorah ha ottenuto illegalmente alcune proprietà di nostro padre.-
-Si, ed ora ... un'organizzazione criminale sta cercando di metterci le mani.-
Jiyong sembrava più confuso di prima.
-Non mi è chiaro il collegamento tra Sorah, i nostri genitori e un'organizzazione criminale.-
Hyungjae alzò le spalle, sapeva molte più cose di quello che volesse ammettere.
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Niro. [Kwon Jiyong]
Fanfiction~Niro, pseudonimo di Jiyong, non è in grado di vivere nel mondo come tutti, ha sempre preferito osservare gli 'altri' da lontano, senza mai riuscire a capirli appieno. La sua vita é divisa tra il passato che continua disperatamente a rincorrere e il...