Cinque

57 11 5
                                    

Il giorno della sua prima seduta dallo psicologo Tyler sarebbe voluto andare in bicicletta, ma sua madre voleva essere lì con lui e lei non sapeva andare in bicicletta. Inoltre, con la bici ci avrebbero messo molto più tempo, ed erano già in ritardo. E così Tyler si ritrovò a fissare la portiera chiusa della Volkswagen rossa di sua madre. Ci mise un po' prima di salire, e poi i due partirono verso l'ufficio dello psicologo.

"Pensi che sarà cattivo, Josh?" Chiese silenziosamente guardando fuori dal finestrino. "No, hai ragione."

Tyler si precipitò fuori dall'auto non appena sua madre ebbe parcheggiato, il suo respiro era pesante e le sue mani tremavano. Prese un bel respiro e fece del suo meglio per calmarsi, prima di entrare nell'edificio.

La sala d'attesa era piuttosto piccola e le sedie erano scomode, ma Tyler non restò lì seduto per molto, il suo nome fu chiamato dopo pochi minuti. Sì alzò per incontrare la donna che aveva fatto il suo nome; era una donna alta, molto più alta di lui, e le piacevano i gatti, a giudicare dal suo maglione. "Ciao Tyler! Il dottor Greyson ti sta aspettando." Gli sorrise dolcemente.

Tyler la seguì lungo un largo corridoio, lasciando sua madre nella sala d'attesa. Si fermarono difronte ad una delle ultime porte, su di essa vi era una targa con su scritto "DR. ERIC J. GREYSON". La donna con il maglione con i gatti aprì la porta per lui e gli fece cenno di entrare.

"Ciao Tyler. Prego, siediti." Disse l'uomo, non appena Tyler ebbe chiuso la porta dietro di lui. Indicò le due sedie poste di fronte a lui, e Tyler si sedette su quella a destra perché era più vicina alla finestra. "Io sono il dottor Greyson, e sarò il tuo psicologo fin quando ne avrai bisogno. C'è qualche domanda che desideri farmi?"

"Lei preferisce l'alba o il tramonto?" Gli chiese Tyler. Il dottor Greyson gli metteva ansia; era un uomo robusto, con una folta barba bianca e degli spessi occhiali da vista neri, indossava dei vestiti molto seri, ma Tyler non prestò loro molta attenzione dato che era intento ad osservare le rughe sulla sua pelle e quei pochi capelli che gli rimanevano sulla testa.

"L'alba, direi." Tyler annuì, ma non disse nient'altro.

"Tyler, ti va di parlarmi del giorno dell'incidente? Non dell'incidente in sé, ma di ciò che hai fatto prima."

Gli occhi di Tyler si riempirono di felicità e poté sentire le sue guance riscaldarsi mentre si coloravano di un leggero rosa. Quello era stato uno dei giorni più belli della sua vita.

"Io e Josh siamo andati alle giostre!" Disse con un enorme sorriso. "Siamo saliti su ogni singola giostra e abbiamo fatto tutti i giochi." Iniziò a raccontare ogni dettaglio, senza tralasciare nemmeno una delle giostre su cui era salito. "Poi abbiamo camminato con in mano lo zucchero filato, ed infine ci siamo messi in fila per la ruota panoramica. L'avevamo lasciata per ultima perché volevamo finire la serata con qualcosa di tranquillo. Josh ha paura dell'altezza, ma c'è salito comunque perché mi accontenta sempre." Ad ogni frase che diceva, sembrava che il suo sorriso diventasse più grande. "Dopo siamo rimasti nei sedili posteriori dell'auto di Josh per ore. Non avevamo nemmeno lasciato il parcheggio delle giostre. Abbiamo parlato di talmente tante cose, e poi lui aveva iniziato a farmi il solletico perché io gli avevo detto qualcosa che nemmeno ricordo." Rise pensandoci. "Poi abbiamo visto insieme il tramonto. Josh mi ha detto che quando sarebbe morto sarebbe voluto diventare il cielo." Disse girandosi a guardare fuori dalla finestra.

Il dottor Greyson annuì, mentre scriveva qualcosa sul suo taccuino. "D'accordo Tyler, per oggi il nostro tempo è finito. Continuerai la tua storia mercoledì, va bene?" Tyler annuì alzandosi, non si era neanche reso conto di aver parlato per un'ora intera.

Sky Boy.// Joshler.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora