Il buio mi avvolgeva come un serpente che prova a fagocitare un piccolo topolino
Il Dottore se ne era andato, ma a breve sarebbe tornato a controllare la mia presenza.
Il buio era troppo intenso e io non lo reggevo. Perciò caddi a terra e socchiusi gli occhi.
E cominciai a piangere
Mi sentivo sola ed era così. Io ero sola.
Le lacrime si staccavano dai miei occhi per poi volatilizzarsi.
Chissà se Chloe avrebbe avvertito quella solitudine.
Piansi per un tempo interminabile Poi chiusi gli occhi per vedere un buio diverso e più rassicurante delle mie palpebre e mi addormentai.
- H112.- Era la sua voce.
- H112 svegliati - ripeté il Dottor Luster.
- Il mio nome – dissi - è Mey -.
Il dottore mi guardò accigliato.
- Non più ora. Non sei altro che un numero nelle mie mani. - Parlava con disprezzo.
"Non è veramente accanto a te" mi ripetei. "Non può farti del male".
- Perché? - gli chiesi con un filo di voce.
Mi guardò confuso: i suoi occhi di ghiaccio erano inespressivi. I capelli bianchi tirati all'indietro.
Un tempo dovevano essere stati biondi, ma ora non rimaneva che quella distesa argento-bianca che tanto mi terrorizzava.
- Perché cosa? - Chiese quindi voltandosi.
- Perché ci hai rinchiusi tutti lì dentro! - Gli stavo urlando contro.
- Siete dei mostri, nient'altro che mostri da usare come armi. - Era sprezzante ma anche arrabbiato.
- Ho fatto un servizio all'umanità- disse poi.
- Ma tu che vuoi saperne ... - Pareva quasi triste, in questa ultima parte di discorso.
- Sei solo una stupida ragazzina – sibilò. - Ecco perché tua madre ti ha abbandonato.-
Non ricordo come accadde ma in poco tempo il dottore aveva gli occhi iniettati di sangue.
- Smettila subito! – gridò.
E io caddi all'indietro.
Provai a scaraventarlo contro una parete ma poi ricordai che lì non c'era niente
Né pareti né soffitto, né tantomeno pavimento.
Solo buio.
E vuoto.
Il dottore rise. Poi sparì
Ricordai che, volendo, avrei potuto lasciare quel posto.
Mi bastava svegliarmi da questo incubo. Ma poi ricordai. Se fossi uscita da quel luogo il dottore avrebbe potuto rintracciarmi.
Finché fossi stata lì, lui non mi avrebbe trovata.
E non avrebbe perseguitato Malcolm e Chloe. "Lo fai per loro. La cosa più simile a degli amici che tu abbia mai avuto" dissi nella mia mente.Stavo dormendo quando qualcosa mi toccò il braccio.
Una mano.
Piccola e minuta, pallida e calda. Viva.
Subito un'ondata di terrore mi pervase. Non era la mano del dottore. Era troppo piccola e femminile.
Non aprii gli occhi. Non volevo vedere, perché avevo già intuito a chi appartenesse.
- Bambina mia svegliati –
"No! No! No!" Strinsi gli occhi ancora di più.
- Sono venuta per svegliarti, ma non c'è molto tempo -.
Avevo sempre creduto che il dottore fosse l'individuo che più odiassi sulla terra.
Ma ora mi rendevo conto che erano in due ad avermi ferito a tal punto.
- Mamma ...- Aprii gli occhi: davanti a me mia madre mi squadrava con le lacrime a gli occhi.
La guardai torva. -Perché mi hai abbandonato? -
Lei fece un passo in avanti.
- No ... io non lo avrei mai fatto - disse con voce tremolante - Richard Luster ... lui non è chi tu credi che sia!–
In un attimo la scagliai all'indietro.
- BASTA! – Gridai.
- Lui è tuo zio, Mey! - Mi mancò il respiro.
Con la mente tornai a un ricordo passato
Io, a cinque anni, che correvo la mattina di Natale ad aprire i regali. Non avevo nonni, perciò di parenti ce ne erano pochi. Tra i regali ve ne era uno piccolo e rosso, con una targhetta "Con amore zio R.L."
Richard Luster
La paura mi riempì completamente. L'orrore in me si manifestò con le lacrime.
- Io non lo avevo mai visto prima della base -.
Lei scosse la testa.
- Ricorda -.
Ricorda. Ricorda.
Come sapevo che i capelli del dottore un giorno erano biondi? Semplice l'avevo visto. Ma quando?
- Ciò non ti giustifica.-
- Mio fratello mi aveva detto che ti avrebbe portata via al sicuro, nel caso tuo padre si fosse svegliato e avesse detto la verità su di te -.
Ricordai mio padre e il suono che fece quando, all'età di sei anni, lo scagliai contro una parete.
Entrò in coma e ci è rimasto da allora.
- E tu gli hai creduto? -
Lei si asciugò le lacrime. - Non passa giorno che io non pensi di aver sbagliato e ora so quanto ho sbagliato -.
Indicò i suoi vestiti. Sembrava quasi che stesse in pigiama.
- Ho dovuto dire di non avere una figlia altrimenti ti avrebbero cercata – bisbigliò.
- Sono vestita così perché sono sette anni che sono in ricovero; perché piangevo per una figlia che secondo loro non era neanche mai nata - Aveva smesso di piangere e ora si stava avvicinando a me passo dopo passo.
- Papà si è svegliato? – chiesi, sapendo la risposta
Lei scosse il capo.
-Non si sveglierà, non è vero? - Il senso di colpa era troppo da sopportare. Per questo lo rimossi come facevo sempre.
- Ora ci dobbiamo scambiare di posto – spiegò. - Richard avvertirà una presenza col tuo stesso sangue e non si farà domande. Dovrò solo stare attenta a non essere vista.-
Feci una cosa che mi sorprese. La abbracciai.
Restai lì per un periodo che mi sembrerà sempre troppo poco.
- Svegliati figlia mia -.
E mi svegliai.Ciao,
sono l'autrice di questa storia malata (che tra parentesi spero vi piaccia).
Di solito non uso lo spazio dell'autore perché "che sbatti non mi va".
Volevo solo ringraziarvi: siamo già a 900 letture! Io vi amo!💕
Pensavo che per l'occasione potrei fare un sondaggio tipo: chi è il vostro personaggio preferito?
Commentate! A me fa tanto piacere❤️
Adios amigosBellissima fan art😍 by Cuore_di_sogni
(Mey nel limbo)
STAI LEGGENDO
Soggetto H112
Paranormal"Aver paura non è un problema. Fino a quando la tua più grande paura sei tu". Chiusa in una stanza, H112 vive sospesa tra presente e passato, tra incubo e realtá. Ma come è finita lí dentro? Perché tutti la trattano con timore e deferenz...