Sulla scheda dedicata ai suoi genitori vi era indicato l'indirizzo: Baretville 94102.
Guardai Mey sdraiata sul letto del motel. Aveva l'aria assorta.
In quel momento era sola, segregata nella sua mente con il peggiore degli individui: il Dottor Luster
Non era il dottore che mi seguiva. Io ero stato affidato alla Dottoressa Rowck.
Il dottore era il responsabile di Mey, nonché il caporeparto del paranormale.
A lui dovevo la morte della Dottoressa Joyce. A volte mi interrogavo su come la avesse uccisa. Mey era lì quando era accaduto. Una volta sveglia, glielo avrei chiesto.
-Malcolm sei lì da ore; vai a riposarti. -
In effetti stavo guardando Mey da molto tempo ormai e avevo necessità di dormire più di qualsiasi altra cosa. A parte riavere Mey tra le mie braccia.
- Io ... d'accordo ma solo un'oretta. Poi torno a controllarla -. Chloe mi promise che avrebbe badato lei a Mey fino al mio ritorno.
Andai quindi a sistemarmi nella stanza accanto dove, senza neanche spogliarmi, mi addormentai sullo squallido letto.
La mattina seguente Chloe ed io ci ritrovammo seduti al tavolo di legno marcio del motel con in mano due donuts e un caffè che avevo reperito al bar al primo piano.
Chloe aveva l'aria assonnata, ma allo stesso tempo preoccupata, come se quel piano la mettesse a disagio.
- Credo che il padre di Mey sia morto; ma c'è sempre la madre - Lo diceva quasi con odio nei suoi confronti. In effetti quella donna l'aveva abbandonata a soli sette anni a un maniaco in un bunker sotterraneo in un quasi deserto.
- In che modo trovare sua madre può avere conseguenze sullo svegliare Mey? – chiesi.
Lei mi guardò socchiudendo gli occhi.
- A causa del legame di sangue che le lega forse si potrebbero ... invertire -. Non capivo in che modo ciò fosse possibile.- Pensaci. – continuò - Se la madre di Mey entrasse in quello specie di ... chiamiamolo limbo, il Dottore avvertirebbe una presenza e potrebbe pensare che sia Mey ... il sangue è lo stesso -.
Il suo piano, per quanto folle, aveva senso ed era, difficile ammetterlo, l'unica soluzione plausibile.
- Potrebbe funzionare - dissi guardando Chloe, che nel frattempo mischiava il suo caffè con l'indice. - Ma cosa ti dice che la madre di Mey farebbe qualcosa per sua figlia? Dopotutto non ha vinto il premio come madre dell'anno ... -.
-Fammi parlare con lei - mi interruppe Chloe seria. - Saprò convincerla -.
Pensai subito che anche lei, come Mey, sapeva manipolare la mente umana.
E acconsentii con un cenno del capo.
- Bene. Allora raccattiamo tutto e partiamo - dissi alzandomi e lanciando uno sguardo a Mey stesa sul letto, con gli occhi socchiusi.
- Sta dormendo -. Mi ripetei. - Non c'è nulla da temere-.
- Se vado lì e la scuoto, lei si sveglia col sorriso. Sta semplicemente dormendo. Tra poco la sveglierò -.
Partimmo tre ore dopo, caricando Mey sul sedile posteriore.
Chloe si era sistemata i capelli con delle forbici e ora li aveva più corti e meno scompigliati.
Stette in silenzio tutto il viaggio, assorta in solo Dio sa cosa. Si guardava nello specchietto e poi tornava con lo sguardo fisso su Mey.
- Ti senti bene? - le chiesi abbozzando un sorriso.
- No -borbottò asciugandosi gli occhi.
Fermai l'auto in una piazzola e la guardai interrogativo.
- C'è qualcosa che non mi hai detto? - Chloe sorrise triste.
- No ... è solo che ogni tanto mi metto in contatto con Mey -.
Non capii e le presi la mano piccola e fredda nelle mie più grandi e calde.
- Che significa? Tu ... parli con lei? - chiesi sconcertato.
- Non proprio - una lacrima le scivolò sulla gota.
- Noi ci connettiamo – disse, lasciando la mia mano.
Chloe stava piangendo e se erano collegate ...
-Quindi lei ora sta piangendo? - La verità era che non lo volevo sapere. Non aveva importanza tanto io l'avrei svegliata.
- Io mi sento, cioè lei si sente sola -.
-Non possiamo dirle del piano o lo saprà anche il Dottor Luster- dissi serio, prendendole la faccia tra le mani.
Lei parve sorpresa da quel gesto, ma anche rassicurata.
- La sveglieremo - le promisi.
- Insieme -.
STAI LEGGENDO
Soggetto H112
Paranormal"Aver paura non è un problema. Fino a quando la tua più grande paura sei tu". Chiusa in una stanza, H112 vive sospesa tra presente e passato, tra incubo e realtá. Ma come è finita lí dentro? Perché tutti la trattano con timore e deferenz...