H112b

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Uscimmo dal motel ed entrammo in un negozio di vestiti.
Lì una commessa dai capelli tinti di blu turchese ci sorrise e ci fece provare tutto il negozio. Scelsi infine una maglietta rosa con un paio di jeans e mi divertii all'idea di togliere l'etichetta a dei vestiti nuovi.
- Sei carina così ... - disse Malcolm mentre pagava alla cassa.
Facemmo una passeggiata lungo la strada per poi arrivare ad un molo dove un cartello di Luna Park scintillava di colori luminosi.
Quando ero piccola passavo le giornate al molo con papà e la mamma: mi ricordai in particolare di quella volta in cui papà vinse per me un peluche a forma di delfino viola. Lo chiamai Fury e divenne il mio migliore amico.
quel giorno ci eravamo presi un gelato ...
Ad un tratto ricordai.
- Mey tutto bene? -
Quel giorno. Era il giorno della mia crisi telecinetica. La mia prima crisi telecinetica.
Mio padre ... il delfino viola. Il suono della sua schiena che si sgretola contro la parete di casa.
Chiusi gli occhi.
- Niente, niente. Sono solo un po' stanca -.

Lui mi guardò serio. - Se vuoi torniamo a casa -.
- Non abbiamo una casa - sbottai io.
Lui acconsentì e chinò lo sguardo.
- Oh guarda! 5 dollari - disse esclamando e indicando una banconota a terra. - Sai cosa significa? -
Io scossi la testa.
- Che possiamo fare almeno una di queste attrazioni.
Io mi guardai intorno.
Era solo una l'attrazioni che avrei voluto provare.
- La ruota panoramica - dissi prendendolo per mano e trascinandolo attraverso la folla.
Una volta sistemati sulla giostra ci raccomandarono di non sporgerci e di non dondolarci.
E così cominciammo a salire.
-  È bellissimo non trovi? - disse Malcolm guardando la città illuminata al tramonto.
- S...- . Stavo per rispondere quando la ruota si fermò proprio mentre eravamo nel punto più alto.
- Ci scusiamo per l'inconveniente. Ripartiremo a breve - disse una voce acuta e stridula.
- Ottimo- dichiarai sarcastica.
- Beh potevi trovarti in compagnie peggiori - rise Malcolm.
Poi mi tornò in mente Chloe.
Cosa avrebbe voluto dirmi?
Scacciai il pensiero. Ma quello riaffiorò come visione.
Così chiusi gli occhi e mi persi nel buio dei ricordi.
Ricorda ...
Aprii gli occhi ero in un ospedale. Lo riconoscevo dalle luci a neon e dal pavimento molliccio.
Ma era un reparto che non avevo mai visto.
Aveva appeso ad ogni porta un fiocco blu o rosa e sulle pareti vi erano raffigurati uccelli in volo che portavano bambini.
Poi realizzai. Ero nel reparto nascite.
Un uomo mi passò accanto e io gli chiesi: - Mi scusi, dove mi trovo? -
Lui neanche si voltò.
- Mi scusi. Le ho chiesto dove mi trovo...? -.

L'uomo continuava a non rispondermi; così mi avvicinai per toccarlo ma la mia mano si sgretolò come fumo.
- Ma? Cosa ...- dissi in un sospiro.
- Fate entrare la paziente numero 57 - disse l'uomo a una donna che lo aveva raggiunto. Una donna alta dalla pelle scura. Un'infermiera.
Subito indietreggiai. L'avevo già vista.
Alla base
Guardai meglio l'uomo: avevo già visto anche lui. Era l'uomo che mi aveva aiutato a calmarmi durante la crisi telecinetica, come la definiva il Dottor Luster.
Dalla porta uscì su un lettino una donna. Non riuscii a vederla in faccia;  vidi solo i suoi capelli biondi.
- Mamma ...- e la seguii lungo il corridoio.
Entrarono in una stanza ed io con loro.

Avevo ragione: era la mamma. Ma stava dormendo?
Guardai il suo corpo: era incinta.
- Parto Cesario - dichiarò un'ostetrica. 

- È un maschio o una femmina? - chiese un altro uomo.
- Vuole la sorpresa – rispose l'ostetrica.
Poi il tempo accelerò e mi ritrovai ad assistere ad un parto: sentii piangere e osservai una bambina appena nata.
-Benvenuta in famiglia H112 -.
Ma qualcosa non quadrava: perché la mamma era ancora addormentata?
- Fate nascere la seconda -.
La seconda?
Non capivo. Forse si erano sbagliati. Cosa significava la seconda?
Che domanda stupida: che la mamma era incinta di due bambini!
Ma io non avevo una sorella. Una volta nata l'altra creatura scoppiò a piangere.
- È un'altra femmina. -
- Prendetene una! –
Quella voce.
Era il dottore. Mio zio.
Lui aveva preso mia sorella? Cosa voleva farle?
- Fermo! - urlai- è solo una bambina -. Provai a fargli del male con la telecinesi ma non funzionò.
Caddi a terra.
-Benvenuta in famiglia H112b -.
H112b.

Quando rialzai lo sguardo ero nella base, precisamente nel laboratorio.
-  H112b muovi la pallina da brava. - Mi voltai nella sala esperimenti dove era seduta una bambina dai capelli biondi, tagliati cortissimi.
Due occhi grigi come il ghiaccio.
- No- disse incrociando le mani.
- Tesoro muovi la pallina - era la voce della Dottoressa Joyce.
Era così giovane e delicata che scoppiai a piangere. Mi avvicinai a lei.
- Dottoressa ... - ma lei non poteva sentirmi - mi dispiace ... – continuai.
Poi osservai la bambina e scappai attraverso il corridoio.
La mamma sapeva di avere due figlie?
No voleva la sorpresa. Non sapeva di H112b
Chi era H112b?
Entrai in una stanza, la mensa. Tanti ragazzini parlavano a bassa voce tra di loro.
Poi la vidi in fondo alla stanza.
H112b
La raggiunsi.
H112b si voltò verso di me, ma non mi stava guardando. La sua attenzione era rivolta verso due uomini armati dietro di me.
- Seguiteci vi portiamo a casa! – urlavano.
Tutti i bambini li seguirono attraverso i corridoi io rimasi impalata a guardare H112b che mi passò attraverso. Come se io non fossi reale.
E in effetti non lo ero.
- Sorella ... – dissi.
E lei si voltò. Ma solo per un secondo. Poi tornò a seguire i due uomini.
Possibile che mi avesse sentito?
Sentii degli spari e chiusi gli occhi.
"Fa che non sia morta. Fa che non sia morta!"
Avrà avuto 5 anni.
Quando riaprii gli occhi ero in un ambiente familiare. Mi trovavo in una grande stanza con il caminetto acceso.
Un uomo e una donna, che riconobbi subito, erano seduti accanto a H112b.
I genitori di Chloe. Quelli che avevo visto morire.
- Da adesso in poi sei al sicuro ... hai una famiglia adesso -.
Stavo cominciando a capire. Ma la verità ha sempre un prezzo.
- Al ... sicuro? - chiese esitante la piccola.
- Come ti chiami - gli chiese la donna.
-H112b - disse la bambina tremante
-Oh tesoro noi avevamo una figlia e ora ... non c'è più. Il dottore ce l'ha portata via ... ma ora abbiamo te -.
Stavo seguendo tutta la discussione.
- Ti abbiamo fatto scappare da lì sotto ... ora potrai vivere una vita normale ... -disse l'uomo.
Anche i nostri amici hanno preso altri ragazzi come te; come Andrew Parks è sua moglie ... - disse
- Sei al sicuro ora -.
- Al sicuro ripeté la bambina -.
- Nostra figlia si chiamava Chloe e per non destare sospetti ti chiameremo così. -
- Chloe ... -
Mi sentii mancare
- Chloeeee! – urlai.
Ma stavolta non mi sentì.

Rieccomi ,con un nuovo traguardo!
1100 visualizzazioni!!!
Vi giuro mi commuovo.😭
Siete tantissimi!♥️
Spero sarete preparati psicologicamente per il finale.😆
Tranquilli sto già scrivendo il 2🔜.
Seguitemi anche su Instagram!
Mi trovate o come soggetto_h112 o come explosion_of_fangirl. 😆😆
Xoxo😘
Livia.

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