Remus non ricordava l'ultima volta in cui aveva visto così tanta gente tutta assieme. Dalla sua trasformazione era rimasto chiuso in casa come se fosse in quarantena, nascosto a quasi tutti. Neppure durante le compere a Diagon Alley le persone erano così numerose - non a caso i genitori avevano scelto il giorno meno movimentato. Lyall e Hope gli restavano al fianco, entrambi con le mani sulle sue spalle, spaventati. Ricordava ancora il modo in cui Albus Silente si era presentato a casa loro, dandogli quel barlume di speranza di cui avevano bisogno. Di cui lui aveva bisogno.
"Ne sei sicuro, Remus? Non devi sentirti obbligato," mormorò Lyall, facendo fermare tutti e tre. Remus sospirò: avevano avuto quella conversazione fin troppe volte da quando era arrivata la notizia.
"Papà," protestò a voce bassa. "Per favore."
I due si scambiarono una rapida occhiata. Erano preoccupati: le voci che giravano sui lupi mannari nella comunità magica erano crudeli, e cosa sarebbe successo se il loro bambino venisse additato come bestia senz'anima, cattiva e bramosa solo di morte? Lui era buono, generoso, intelligente.. e aveva davvero bisogno di amici, di persone con cui stare bene che non avessero il suo stesso sangue. Se quell'informazione fosse emersa le cose sarebbero solamente peggiorate per lui.
"Andrà bene," disse il giovane, sfiorando il volto della madre, che sembrava sull'orlo del pianto. "E se qualcosa dovesse andare storto - ma non accadrà - vi scriverò io. E lo farà Silente," sorrise teneramente, come solo lui sapeva fare. Passare così tanto tempo tra adulti gli aveva regalato gentilezza, empatia e saggezza che non erano per nulla tipici di un bambino di undici anni. "Ve lo prometto.""Peter! Peter ascoltami!" lo richiamò la madre, sistemando i capelli del bambino una volta di troppo. "Non mi stai ascoltando? Peter!" squittì la donna.
"Sì, mamma?" domandò il ragazzo fremendo. L'idea di andare a Hogwarts lo faceva agitare sul posto: gli tremavano addirittura le mani!
"Ricordati di ascoltare gli insegnanti. E di mangiare. Oh! E indossa sempre la tua sciarpa!" continuò, sistemandogli il colletto della camicia e il maglioncino che la copriva. "Oh, il mio bambino sta crescendo!" esclamò quindi.
"Dai, mamma," protestò lui con un piccolo sbuffo. Eppure non riusciva a far diminuire il suo entusiasmo. Hogwarts! Era Hogwarts! "Posso andare? Stanno salendo tutti! Poi magari faccio anche tardi," continuò, quasi saltellando sul posto. La donna sorrise teneramente, stampando un bacio sulla guancia del ragazzino.
"Ma fai attenzione! E fatti qualche amico!" quasi gli gridò dietro nel momento in cui lui correva via.A causa di sua sorella, i genitori di Lily Evans non avevano raggiunto il binario. Erano dispiaciuti, ma Petunia non aveva la minima intenzione di far attraversare loro un muro. A Lily non importava molto, in fondo non si aspettava diversamente. Ed era con Severus, il che le bastava.
Sebbene fosse a conoscenza del gran numero di maghi e streghe presenti nel Regno Unito (e non solo) non era affatto preparata alla moltitudine di ragazzi, grandi e piccoli che fossero, che le si parava davanti. Lei e Severus si muovevano uno al fianco dell'altra, stretti e timorosi di perdersi tra di loro. Un ragazzo dai capelli neri tagliò loro la strada correndo, spingendo appena Severus e rivolgendo una rapida occhiata divertita a Lily; lei, in risposta, corrugò la fronte e si fece più vicina all'altro ragazzo.
"Tutto bene?" mormorò, rivolgendosi a lui. Il ragazzo, ancora leggermente scosso, sospirò.
"Sì, sì, non ha importanza - coraggio, rischiamo di non trovare neppure un vagone libero," rispose, scuotendo impercettibilmente il capo per poi prendere delicatamente il polso della giovane. Lily sorrise appena, ma non nascose l'irritazione di ciò che era avvenuto poco prima. Era troppo fermarsi e chiedere scusa?L'ultima cosa che James Potter voleva era essere come tutti gli altri maghi purosangue, accompagnati dai propri genitori che a loro volta erano stati a Hogwarts, e che grazie a loro rivivevano ricordi infiniti e noiosi. Era corso via alla prima occasione, salutando i signori Potter con un vi scriverò presto gridato e disperso nel vento. Gli era dispiaciuto tagliare la strada alla ragazza dai capelli rossi, ma non aveva intenzione di fermarsi per nulla al mondo. Era diretto a Hogwarts. Hogwarts! Ricordava le foto sparse per tutta la casa, le sciarpe calde e colorate che non poteva assolutamente toccare, e l'inno canticchiato nei momenti di spensieratezza di uno dei suoi genitori. No, non riusciva a ricordare un momento in cui si era sentito più euforico di quello: era come avere dei ragni negli abiti che gli impedivano di star fermo.
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silver&gold | sirius black [ita]
FanfictionNell'oscurità, due ombre si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s'incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne che, aperte, fanno uscire il sole e tutte le stelle. (COMPLETA)