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[Caro Sirius,]

Sirius,
mi ha fatto piacere ricevere anche i tuoi auguri, e ti ringrazio per il disco. Mi ha sorpresa sapere che ti ricordavi le mie continue lamentele sul non averlo.
Lily e James ormai mandano lettere uniche, come suppongo tu già sappia, ma hanno avuto un’ottima idea pensando di ricontrarci a breve – probabilmente sapevi anche questo, dal momento che parlano di casa tua. A proposito, com’è vivere lì? Ricordo di esserci passata davanti una volta sola, e sembrava confortevole, ma un po’ solitario. Sai che ho anche un telefono qui? Potresti trovare modo di chiamarmi, anziché continuare con i gufi, che ci mettono giorni ad arrivare e riempiono la mia stanza di piume – tutto questo era per dirti che non mi ci vuole molto a venire lì, o per uscire di casa e incontrarci da qualche parte.
L’altro giorno hanno passato Can’t Take My Eyes Off You in radio e ho pensato che non la sentivo da quando abbiamo ballato in Sala Comune. Sì, è un modo per dirti che gradirei riavere il mio disco al più presto.
Ci vedremo tra poco, suppongo, quindi è inutile che continui a raccontare la prima cosa che mi passa per la testa, altrimenti non avremo di che parlare. Anche se Lily e James hanno detto di avere una notizia piuttosto importante – lo sapevi, immagino.
Grazie ancora,
Cecily.

Cecily chiuse la lettera. Poi la riaprì, la rilesse e la richiuse. Non poteva trovare parole più imbarazzanti per esprimersi – probabilmente neppure esistevano. Avrebbe semplicemente dovuto cestinarla e aspettare di incontrarlo per ringraziarlo di persona. La musica si diffondeva lieve per la piccola stanzetta in cui scriveva, lettere o meno che fossero, e le faceva venir voglia di ballare. Lei non aveva mai voglia di ballare, lo faceva perché si ritrovava sovrappensiero ma, inutile negarlo, non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di lei e Sirius che si muovevano come sospesi a mezz’aria. Scacciò il pensiero dalla testa con un gesto impaziente della mano e passò la lettera al piccolo gufo appollaiato al suo fianco senza pensarci troppo.
Avrebbe voluto scrivere a Lily per incontrarsi e parlarle di tutto ciò che non riusciva a spiegarsi, ma lei aveva avuto fin troppi problemi con la famiglia – con la sorella, principalmente – e non voleva diventare il suo fardello. Inoltre riusciva già immaginarsi la sua voce divertita: queste sono cose a cui avresti dovuto pensare a quindici anni, Cecy, non ora! Ma non era colpa sua se l’unica persona ad aver destato il suo interesse era proprio lui e proprio in quel momento – e con quel momento in realtà intendeva gli ultimi tre anni. Si erano diplomati da poco, avrebbe dovuto pensare al suo futuro, e riusciva a immaginarlo solamente in un modo, un modo che avrebbe preferito ignorare. Il gufo volò via, come anche le sue speranze di apparire meno imbarazzante.

La settimana dopo, si dirigeva a passo spedito verso la più vicina fermata del bus – poi si fermò, tornò indietro e si diresse semplicemente verso casa di Sirius, non davvero troppo distante da lì da dover prendere un autobus. Forse aveva solo il bisogno di perdere tempo. La verità era che quello non era minimamente l’incontro che avevano programmato: avrebbero dovuto vedersi per parlare di ciò che Lily e James avevano pianificato e avevano da dir loro, ma la voce della ragazza era tirata e preoccupata nell’unica telefonata che Cecily aveva ricevuto da parte sua. Aveva nominato Silente e un ordine, poi aveva riattaccato di colpo. Cecily non aveva chiuso occhio con i pensieri che le vorticavano nella mente confondendola. Forse era questa la ragione per cui non riusciva a camminare dritta – almeno già vedeva in lontananza la casa che Sirius era riuscito ad acquistare grazie all’eredità dello zio. Quando il ragazzo gliel’aveva raccontato, Cecily non aveva potuto fare a meno di pensare che l’unica cosa che lo zio le aveva mai regalato era stato un libro sul cucito.
Bussò frastornata, scuotendo il capo per allontanare quel pensiero – assieme a molti altri, magari, dalla mente – e riuscì appena a vedere il volto tirato di Sirius prima che lui le avvolgesse le braccia attorno le spalle, stringendola in un delicato abbraccio. Cecily rimase quasi pietrificata, non aspettandoselo, ma si rilassò dopo pochi istanti: semplicemente quel contatto l’aiutò ad abbassare il volume del fastidioso ronzio nella sua testa.
“Sono felice di vederti,” mormorò tra i suoi capelli, e la ragazza non poté evitare di sorridere. Non disse nulla, limitandosi a sfiorare con la punta delle dita la sua nuca, sciogliendo qualche nodo dei suoi boccoli appena accennati prima di lasciare un rapido bacio contro la sua guancia.
“Sarà meglio entrare,” disse quindi, affiancandolo. Sirius gettò un rapido sguardo sulla via quasi deserta prima di richiudere la porta alle loro spalle.
Poco dopo sarebbero venuti tutti a conoscenza del nome di Lord Voldemort.

silver&gold | sirius black [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora