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Cecily entrò in Sala Grande come se qualcuno la stesse rincorrendo, ma l’unico a notarla parve Sirius, che per poco non si lasciò cadere di mano il bicchiere. Distolse rapidamente lo sguardo nella maniera più casuale possibile, e notò appena lo sguardo critico di Lily su di lui – non l’aveva ancora perdonato dallo scherzo a Piton, nonostante lui l’avesse allontanata bruscamente anche quel giorno, e da allora i loro rapporti erano andati a disintegrarsi. Sirius seguì con la coda dell’occhio tutti i movimenti della ragazza mentre arrivava al fianco di Lily, i capelli arricciati ai lati del volto a incorniciarlo e le guance arrossate come se avesse corso o preso freddo.
“Non è vero, Felpato?” riuscì a cogliere la voce di James mentre lo richiamava e si riscosse appena, tornando a muovere la forchetta nel piatto senza effettivamente mangiare.
“Cosa?” chiese con tono annoiato, mascherando il fatto di essere in realtà distratto. Remus ghignò appena, divertito, rivolgendosi poi a James.
“Vedi? Nessuno ti ascolta davvero!” esclamò. “Sebbene è tutto l’anno che il nostro Sirius è distratto – c’è qualcosa che devi dirci?” domandò poi, ghignando nuovamente. Ultimamente era di ottimo umore, il che si rifletteva su tutti gli altri – questo, certo, finché non arrivava la luna piena.
Sirius strinse le labbra, pensando che loro erano i suoi amici, probabilmente dovevano sapere quel che era successo con Cecily, anche lei parte fondamentale del gruppo. Eppure aveva la sensazione che non sarebbe stata una buona idea: Remus l’avrebbe probabilmente ucciso a mani nude, senza neppure dover aspettare la luna piena, Peter avrebbe avuto un infarto e James.. James era l’unica incognita. Durante il loro secondo anno lui l’aveva preso in giro per il modo in cui la seguiva con lo sguardo, dicendogli che si comportava come lui con Lily – e tutti sapevano della quasi morbosa attrazione di James Potter per Lily Evans. Eppure non gli era sembrato di comportarsi nello stesso modo; per quanto volesse bene a James, lo stupiva il fatto che Lily non lo avesse ancora disintegrato per i suoi commenti, biglietti, o le semplici azioni.
“Ho ancora diritto al mio posto nonostante il ritardo?” domandò Cecily nel momento stesso in cui Sirius apriva la bocca per parlare. Si pietrificò, mentre Remus le sorrideva facendole spazio e lei si metteva a sedere, scoccandogli un rapido bacio sulla guancia. “Ho interrotto un discorso?” chiese poi, rivolgendo lo sguardo in direzione di James e Sirius seduti dall’altro lato del tavolo.
“Felpato stava per raccontarci della ragazza che gli ha trafitto il cuore,” scherzò James, facendo scontrare le spalle così che l’amico si sbilanciasse appena. Lui sbuffò, scuotendo impercettibilmente il capo.
“Chi ha mai parlato di ragazze!” protestò, allungando la mano per recuperare il proprio bicchiere – per una frazione di secondo, le sue dita sfiorarono quelle di Cecily che agguantava un pezzo di pane con aria divertita, e gli parve di sentire la terra mancargli sotto i piedi. La ragazza sorrise impercettibilmente, ritirando la mano e inarcando entrambe le sopracciglia: sembrava provarci gusto da quella situazione imbarazzante. Ma come faceva a restare così rilassata? Era come se non fosse accaduto mai nulla – forse era proprio così. Forse la mente di Sirius gli stava solo giocando brutti scherzi. Eppure non credeva di aver mai pensato a qualcosa di più reale: Cecily non era la prima ragazza che aveva baciato – forse la prima a baciare lui, a essere tanto delicata da fa restare la sensazione sulle sue labbra quando lei se n’era già andata – ma gli era rimasta impressa. Non credeva che un semplice bacio potesse far innamorare qualcuno – non che fosse quella l’occasione, giusto? – e il dubbio si era fatto più radicale: era sempre stato così? Possibile non ci avesse mai pensato davvero?
“Ragazze, ragazzi – noi ti accettiamo comunque,” replicò Remus, agitando la mano in un gesto di noncuranza. Al suo fianco, Cecily si lasciò sfuggire una bassa risata mentre chinava lo sguardo sul suo piatto ormai a metà per pochi istanti, solo per poi risollevarlo in direzione di quello di Sirius che, nuovamente, lo distolse. Sarebbe stato così semplice chiederle di parlare per un istante, aspettare che rientrasse in Sala Comune, chiederle di uscire in quel momento per restare lontani dagli altri –
“Siete impossibili,” disse invece, alzandosi. “Ci vediamo dopo,” aggiunse, iniziando ad allontanarsi dal tavolo. Una parte, chissà quanto profonda, chissà quanto cieca, si aspettava che Cecily si alzasse e gli andasse dietro, ma fu James a richiamarlo.
“Tra due giorni dobbiamo tornare a casa, Black!” gridò, sovrastando il vociare degli altri studenti. “Sei sicuro di voler passare altro tempo da solo?”

silver&gold | sirius black [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora