2.0

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Cecily non l'avrebbe mai detto, ma non vedeva l'ora di tornare a scuola. Ogni mattina, durante l'estate, si era svegliata con il terrore di aver sognato tutto l'anno precedente: e se i giorni passati a ridere con Lily e Remus fossero un semplice scherzo della sua mente? Se nulla fosse stato reale? Ogni giorno si era ritrovata con le mani nel baule alla ricerca dei libri e della bacchetta ancor prima di aprire gli occhi, tirando un sospiro di sollievo quando riusciva a percepire il legno di salice tra le dita. Un altro promemoria era la gattina bianca e nera che trotterellava per la casa, con la quale la madre ancora non riusciva a legare.
Ritrovarsi davanti il treno le riempiva il cuore di gioia, ma mai come vedere Remus raggiungere il binario quasi correndo, fermandosi verso la fine. La giovane lo vide subito, con i capelli scombinati come la maggior parte delle volte e un sorriso gentile dipinto sul volto, e senza pensarci due volte abbandonò tutte le sue cose davanti i suoi genitori e corse nella sua direzione, evitando le famiglie che si affrettavano - come se il treno potesse partire nel giro di un secondo. Lui la vide solo un momento prima di ritrovarsi le sue braccia avvolte di slancio attorno le sue spalle, ma gli bastò per scostarsi dal carrello e indietreggiare abbastanza da riprendere l'equilibrio, ricambiando con dolcezza l'abbraccio dell'altra. La differenza di altezza era tale da far piegare appena Remus in avanti, mentre Cecily aveva dovuto strusciare la punta di una delle scarpe sul pavimento per sollevarsi quanto le bastava da raggiunge le spalle dell'amico.
"Ti sei ristretta, Cecy?" le domandò, ridendo dolcemente. Lei gli sbuffò vicino l'orecchio, indietreggiando giusto per colpirgli la spalla con aria imbronciata.
"Sei tu a essere diventato più alto," replicò, agitando appena il capo da un lato e dall'altro.
"Ancora," aggiunse con un mugolio di protesta. Remus rise nuovamente, stringendosi con fare innocente tra le spalle.

Riuscire a ignorare Sirius e James per tutta la cerimonia di smistamento - ma anche noi avevamo quell'aspetto terrorizzato? - e la cena era stato più semplice del previsto: dall'anno precedente avevano preso di mira rispettivamente lei e Lily, non tanto con crudeltà, ma a livello esasperante. Era stato un altro dei motivi per cui le due avevano legato particolarmente, e forse avrebbero dovuto ringraziarli per quello. Forse. L'unica cosa che Cecily non riusciva a mandar giù della rossa era la sua amicizia con Severus: quel ragazzino la inquietava e le faceva venir voglia di girare sui tacchi e cambiare strada tutte le volte che lo vedeva. Sirius e James non sembravano essere della stessa idea, perché invece che andarsene si dirigevano a passo spedito verso di lui, torturandolo con i peggiori scherzi che potevano venir loro in mente. Peter e Remus, gli unici che sembravano sani di mente (almeno Remus lo era di sicuro, su Peter si poteva trovare qualcosa da ridire in merito), tentavano spesso di dissuaderli. Ma Remus era troppo affezionato loro per litigarci a causa di un ragazzino di cui non gli importava più di tanto, e Peter.. lui era Peter.
"Avrebbero bisogno di un nome, prima o poi saranno talmente uniti da sembrare una sola persona," disse Lily protendendosi verso l'altra mentre salivano le scale, indicando con un cenno del capo i quattro ragazzi che salivano parlando tra di loro. Cecily rise brevemente, annuendo.
"La prima boy band del mondo della magia!" esclamò, prima di accigliarsi. "Almeno credo - lo scorso anno ho nominato i Rolling Stones e fin troppi mi hanno chiesto che tipo di musica provenisse da delle pietre," sospirò. Se c'era una cosa che detestava del mondo della magia, era proprio quella. Lily dovette coprirsi la bocca per non scoppiare a ridere.
"Effettivamente Sirius sarebbe un ottimo cantante - ha una bella voce," ammise con un sorrisetto divertito. Cecily sollevò un sopracciglio prima di sbarrare gli occhi.
"Siete voi due a cantare e svegliarmi la mattina?" domandò, fermandosi di colpo e posandosi le mani sui fianchi. Lily rise nuovamente, soprattutto quando un ragazzo del quinto anno quasi scivolò per evitare Cecily, borbottando qualche parola di dissenso.
"Non sono una persona mattiniera, sei tu che dormi troppo - non è certo colpa nostra!" replicò, sollevando le mani con fare innocente. L'altra sbuffò, riprendendo a camminare.
"La prossima volta vi trasformo in degli scendiletto," borbottò passandole accanto.

silver&gold | sirius black [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora