<Quindi è stata colpa mia che non sono venuto da Luca questo pomeriggio...> Mi rendo conto una volta concluso il racconto di Andrea.
<Ma no, è colpa sua che è troppo geloso! E non ne avrebbe neanche motivo visto che Luca è etero e ha una ragazza!>
<Ma, questo glielo hai detto a Pietro?>
<No>
<Perché?>
<Non lo so, abbiamo iniziato ad urlarci contro e non mi rendevo neanche conto di quello che dicevo>
E via che ricomincia a piangere.
Conosco Andrea da sempre e già da piccoli non piangeva mai. Ricordo di averlo visto piangere solo tre volte: la prima volta quando si era lasciato col suo primo ex, la seconda quando si era messo con Pietro (e quindi piangeva di gioia) mentre la terza volta non ricordo il motivo ma eravamo molto piccoli, tipo quattro cinque anni.
Avvicino la sua testa alla mia spalla e cerco di calmarlo. Sto facendo veramente il possibile ma in questo momento meriterebbe l'aiuto di una persona lucida, non di uno come me che malgrado voglia mettercela tutta per aiutarlo sta con metà della testa da un'altra parte.
<Sono sicuro che si risolverà tutto: Pietro capirà di aver esagerato e farete pace. Non mentivo quando ho detto di non aver mai conosciuto una coppia più legata di voi due. Il vostro amore è senza limiti, riuscirete a riavvicinarvi e neanche ve ne renderete conto. E una volta che tornerete insieme, sono sicuro che sarete ancora più legati di quanto lo siate stati fino ad ora. Voi avete avuto il coraggio di uscire allo scoperto, di manifestare i vostri sentimenti, cosa strana per te lo sappiamo, e siete riusciti a connettervi l'un l'altro>
Quest'ultima frase soprattutto era più un incolpare me piuttosto che incoraggiare Andrea.
<Spero tu abbia ragione, senza di lui mi sento veramente vuoto>
Passano alcuni minuti di silenzio e poi mi accorgo che Andrea si è addormentato con la testa sulla mia spalla. Mi fermo un attimo a pensare a cosa sarebbe la nostra vita se non ci fosse l'altro: saremmo persi. La maggior parte delle volte sono io che si fa consolare dall'altro ma questa volta è il contrario, anche se avrei bisogno anch'io di sfogarmi.
Appoggio la mia testa sulla sua e anch'io mi addormento.
ANDREA P.O.V.
Apro lentamente gli occhi e guardo la sveglia sul comodino: sono le sei e mezza. Sento uno strano calore vicino a me e mi alzo di scatto sperando che sia Pietro. Rimango un po' deluso quando vedo Giovanni ma poi ci ripenso e sento di essergli veramente grato di essermi rimasto vicino.
Mi alzo dal letto cercando di non fare rumore e mi accorgo di avere addosso gli stessi vestiti di ieri.
"Devo essermi addormentato mentre parlavamo"
Prendo un po' di vestiti nuovi e vado a farmi una doccia sperando che possa aiutarmi.
Cerco di darmi una sistemata e poi faccio ciò che mi riesce meglio: reprimere tutti i miei sentimenti. Ieri sera sono stato sopraffatto e sono esploso ma non deve più succedere, non posso farmi vedere così. Mi guardo allo specchio e mi compiaccio vedendo che sono riuscito a riassumere il mio solito sguardo inespressivo.
Sento mugugnare Giovanni appena entro in camera.
<Sveglia Leveghi! Dobbiamo andare a scuola!>
<Eh? Che?> Chiede biascicando e stirandosi.
<Hai dormito a casa mia ma dobbiamo andare a scuola quindi devi tornare da te per prendere i libri>
Mi guarda assonnato col suo solito sguardo assente ma poi qualche pensiero lo riaccende e si sveglia.
<Come stai Andre?>
<Bene. Oggi va molto meglio. Grazie per ieri sera>
<Sicuro? Come puoi stare bene dopo quello che è successo? Sono passate solo alcune ore!>
<Tu non ti preoccupare, non sono una fighetta moscia. Se qualcuno ci sta rimettendo qualcosa, quello è Pietro, non io. Sarò in grado di trovare tanti altri ragazzi se solo vorrò quindi non è un problema>
<Non puoi continuare così Andrea, non puoi continuare a soffocare ciò che provi>
Lo guardo serio.
<Sono sopravvissuto fino ad oggi, sarò in grado di farlo ancora. Adesso muoviti sennò facciamo tardi come al solito>
Mi guarda dispiaciuto e triste ma si alza dal letto e si avvia verso la porta.
<Dammi il tempo di farmi una doccia e prendere i libri. Ci vediamo sotto casa mia>
<Cerca di darti una mossa>
Sento che sta per emergere nuovamente qualcosa da dentro di me ma sferro un pungo al muro e lo reprimo.
<Non mi vedrai soffrire, nessuno lo vedrà>
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Sicuramente avrete capito che i capitoli seri e tristi non sono il mio forte e mi dispiace non rendere giustizia a questi momenti che si meriterebbero davvero un ottimo capitolo.
Quindi, visto che neanche mi piacciono queste situazioni, a breve ricominceranno a succedere cose belle :-)
Al prossimo capitolo, ciauuuuuuuuuuuu!!!
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Il mio cuore riflesso su te || MurryKiller & CamperTek
FanfictionIn un mondo in cui i nostri eroi non sono youtubers, un filo chiamato destino lega tra loro Giovanni, Giorgio, Pietro e Andrea. Come? Beh, leggete questa storia per scoprirlo ;-)