Jane's pov
Mi sveglio di soprassalto.
Mi massaggio le tempie, ho come l'impressione di aver fatto un sogno lunghissimo però non ricordo assolutamente niente, come se fosse tutto coperto da un manto di nebbia.
Butto un occhio alla sveglia sul comodino: le sette e quarantacinque?! sono in ritardo!- Come al solito - mormoro a me stessa mentre infilo in fretta i jeans.
Scendo in cucina: i miei genitori sono seduti al tavolo a parlare come al solito del loro programma giornaliero programmando grandi cose anche se poi finiamo sempre per rimanere seduti sul divano a guardarci qualche nuovo film o serie tv fin quando non piangiamo tutti e tre.- Jane, amore, sei di nuovo in ritardo? - chiede mia madre come se fosse una cosa non così frequente.
- Sì mami, anzi meglio che mi sbrighi, ho un'interrogazione... - solo ora mi accorgo di non sapere niente di latino.
- Tutto okay? - chiede mio padre alzando un sopracciglio.
- S...si... - i miei sono molto esigenti quando si parla di voti, quindi prego tutti i santi che quella non decida di cacciare proprio il numero due dell'elenco di classe, cosa che invece succede frequentemente.
Corro fuori di casa con una fetta di pane tra i denti.- Jaaaaaaane! - riconoscerei questa voce tra mille.
- Lyn! anche tu in ritardo! - Lyn è la mia migliore amica: è una ragazza alta, mora, dai tratti orientali e dagli occhi a mandorla castani che fanno impazzire.
- Vedo che anche tu non stai messa bene! ma può essere la scuola è cominciata solo da due settimane e già in ritardo! - esclama sclerando, la adoro.
- La Cook ci ucciderà! - urlo ancora. Ho già detto che sono una persona molto atletica e per nulla goffa? no? beh forse perché è l'esatto opposto di quello che sono. Infatti tempo due minuti di corsa che rotolo a terra come un salame. Mi rialzo e noto di avere il ginocchio sbucciato e il contenuto dello zaino si è totalmente riversato sul marciapiede accanto al mio liceo.
- Che schifo! - strillo frustrata mettendomi le mani nei capelli e rischiando di non tirarle più fuori, i miei capelli sono più intrigati delle cuffiette quando le caccio di tasca.
Lyn si ferma ma solo per ridere di me fino a cadere a terra anche lei, sì, si vede che siamo fatte l'una per l'altra.- Ricorda che ti odierò per tutta la mia vita - dico rialzandomi e raccogliendo i miei libri e i miei astucci.
- Guarda guarda, Arkensaw, la testa la tieni solo per bellezza? - alzo gli occhi al cielo.
- Ciao George, togli quel novanta di piede dal mio libro di matematica?- sputo acida.
- Ormai non sei più divertente come una volta -.
- Vuoi che ti insulti la mamma? se vuoi lo faccio e anche con piacere - dico quando chiudo la zip dello zaino.
- Dai piccoletta, un po' di inventiva, fammi divertire - e dopo segue uno sguardo malizioso, mi sento rabbrividire, vedo dietro di lui poggiati al muretto i suoi amici che mormorano divertiti.
- L'unico momento in cui mi inginocchio è per allacciarmi le scarpe - commento rossa all'altezza delle gote.
- Ehi, Jane, tesoro, ci vieni al compleanno di Kristine questa sera? - Dottie con le sue lunghe trecce color carota si affaccia da dietro le spalle large di George.
Che troia.
- Certo - non so che mettere, non so cosa fare ai miei capelli, non so come si arriva alla casa, non so che tema ha la festa ma si, ci andrò, la mia vita sociale dipende da questa festa a cui mi hanno invitata solamente perché la madre della festeggiata è la mia insegnante di pianoforte.
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Hate me: La faccia nascosta della luna (secondo libro)
Hayran Kurgu(Hate me: secondo libro)