AMBER POV'S
Cammino veloce per la strada, dando gomitate di tanto in tanto al mio zaino troppo irrequieto. In realtà, se non lo aveste capito, nel mio zaino ci sono solo due pacchi di biscotti al limone ed un Jimmie ancora affamato; un motivo in più per accellerare il passo verso la casa di Dylan, insomma.
《Manfa anfora fanfo?》 Assesto un'altra gomitata al povero zaino innocente.
《Jimmie non si parla con la bocca piena!》
《Ma fio non fo la foffa.》
《Si, il muso, è uguale. Comunque siamo quasi arrivati, vedi di non dare nell'occhio; i vicini di Dylan sono molto pettegoli, se vedessero me andare a casa di Dylan conciata così con uno zaino ballerino in spalla... Non so che voci spargerebbero in giro...》 Avverto il topastro rosa, il quale credo mi stia palesemente ignorando da dentro il mio zaino per dare tutte le attenzioni ad un biscotto. Sbuffo e mi massaggio le pempie guardando la fine della strada, sove si trova l'abitazione di Dylan al centro di due villette.
Mi dirigo lì a passo spedito, ma solo quando sono avanti al vialetto mi rendo conto di una cosa: non so cosa dirgli.
Non posso di certo bussare alla sua porta e dirgli: "Ciao Dylan, sono venuta quì per dirti che in realtà hai ragine tu e mi sto rincoglionendo. Non esistono topi rosa quanto è vero che non esistono gli unicorni. Comunque mi dispiace per la storia dei palloni, ma una cosa positiva c'è: almeno non ho mirato la tua pompa a pressione."
Squoto la testa per togliere l'immagine di Dylan con la pompa dei vigili del fuoco (si era travestito da vigile zombie ad halloween) tra le mani.
《Amber, che ci fai qui fuori? Ti senti bene? Sei tutta rossa...》 Sobbalzo alla voce del mio migliore amico e guardo verso la porta, ormai aperta, dove lui esce trascinando dietro di sè un'enorme busta nera. Già, si scorda sempre di gettare l'immondizia, poi questa si accumula fino a toccare il soffitto ed allora lui è costretto a gettarla. Sento il sangue accumularsi fino alle mie guance e resto a fissarlo mentre con un solo gesto del braccio fa volare l'immondizia nel binone, facendo guizzare i muscoli del braccio, perchè nonostante siamo a fine ottobre lui si ostina a mettere quelle dannatissime magliette a maniche corte. La cosa più fastidiosa è che è così dannatamente sex-... no!
Dai, andiamo Amber, davvero? Dylan? Proprio il Dylan che fece a botte con il padre perchè lui robò la sua ciambella dal piatto? Lui?
《Uh, sento odore di crisi ormonale!》 Assesto ancora un'altra gomitata allo zaino, sperando di azzittire il topo al suo interno, e mi accorgo solo ora che Dylan è fermo avanti la porta di casa, a fissarmi con un cipiglio in volto.
《Dai, entra.》 Dice soltanto, per poi farsi da parte per farmi passare. Vorrei dire qualcosa, ma improvvisamente mi si è seccata la gola ed inizio a sentire parecchio caldo, nonostante il mio abbigliamento poco coprente.
Abbasso la testa per non incontrare il suo sguardo e lo sorpasso, andandomi a sedere sul divano accanto al camino, in soggiorno. Sono andata talmente tante volte a dormire o a mangiare a casa sua che riesco a spostarmi anche ad occhi chiusi.
Mi guardo in giro, alla ricerca dell'amorevole signora Anne, ma non la trovo e non sento rumori molesti provenire dalla cucina.《Se stai cercando mia madre è andata a mangiare a casa del compagno, credo ci resterà anche per la notte.》 Dylan appare al mio fianco e cammina fino alla poltrona, proprio di fronte a me.
Ingoio il groppo che si è formato in gola appena si siede ed incrocia le braccia, con un espressione neutra in volto. Vedo i muscoli delle braccia guizzare leggermente dopo l'azione, ed improvvisamente sento molto più caldo. Mi tolgo la giacca di jeans e la ripongo accanto a me insieme allo zaino e lui sospira per poi guardarmi confuso.
《Perchè sei quì? Non hai detto una parola e sinceramente non mi aspetto delle tue scuse, ho sbagliato io. Mi dispiace.》 Dylan rompe la sua postura rigida per alzarsi e venire accanto a me. In tutto questo io non ho ancora riacquistato la voce, quindi mi limito a sorridergli mentre si siede accanto a me nel piccolo spazio limitato della poltrona.
《Spero non vogliate accoppiarvi qui con me presente.》 Oh, mi ero dimenticata di Jimmie dentro lo zaino.
《Non che mi dispiaccia, sia chiaro. Ma abbiamo una missione da compiere.》 Alzo gli occhi al cielo e apro una piccola fessura dello zaino, così che lui possa sgattaiolare fuori e cercare il libro, senza ovviamente far notare il mi gesto.
《Non dici nulla?》Chiede Dylan dopo poco.
《Cosa dovrei dire?》Chiedo, non sapendo realmente come rispondere.
《Non so, cose tipo "no, non è colpa tua" oppure "tranquillo, la colpa è solo mia" o roba simile.》
《E perchè dovrei? Hai ragione tu, è colpa tua. Punto. Fine. Chiuso il biscotto.》 Dico prendendolo in giro e subito, come una reazione chimica, sul suo volto neutro compare un sorriso sornione.
《Chiuso il biscotto?》
《Già, chiuso il biscotto.》
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo ed inizio a vedere dei particolari del suo viso che non avevo mai notato: ha un altro piccolo neo alla fine del mento ed i suoi occhi non sono completamente castani, ma un mix tra verde, ambra e castano.
A rompere questo strano, ma piacevole, momento non può non essere Jimmie mentre urla:"L'ho trovato, diamocela a gambe!"
Quel roditore corre verso di noi con il libro in equilibrio sul dorso della schiena, diretto verso la fessura dello zaino. Sarebbe filato tutto liscio se solo Jimmie non fosse così fissato con i biscotti, perchè nell'intravedere un pacco di quelli con le goccie di cioccolato su uno scaffale di un mobile semi aperto lui si distrae e va a sbattere il muso contro un tavolino, facendo cadere ed infrangere il vaso che vi era appoggiato sopra.
Adesso, non so cosa vedrebbe Dylan se si girasse ora, forse vedrebbe semplicemente Jimmie, o forse vedrebbe solo un vecchio libro levitare fino alla mia borsa, ma in entrambi i casi non poso permettere che lui veda. Semplicemente non posso.
Ora, in un attimo di panico, vedo tutto a rallentatore. Lui distoglie lo sguardo e si gira piano, per capire da dove provenisse il rumore, ed io, senza pensare, lo afferro per le spalle e velocemente appoggio la mia bocca alla sua.
Non è un bacio. Le nostre labbra rimangono così, ferme ed immobili per qualche momento, o almeno finchè io non mi sposto di scatto e afferro la zaino dove si è appena scaraventato Jimmie con il libro e corro verso la porta di ingresso.
Ma cosa ho fatto?
《Amber, aspetta!》 Dylan comincia a corrermi dietro. Lo ignoro, uscendo dalla porta di casa e poco dopo superando il vialetto.
《Amber!》 Mi volto per guardare che si è fermato avanti la porta d'ingresso, ma non mi fermo, anzi, accellero la corsa.
Ma cosa diamine ho fatto?
《Quanto manca per arrivare a casa? In questo zaino si soffoca.》
Piccolo regalino (mi hanno costretta le mie amiche minacciandomi di morte in realtà) per voi: un piccolo capitolo dedicato esclusivamente ad Amber e Dylan (suona meglio Dylan ed Amber ma vabè...) con Jimmie che mantiene la candela.
Vi ricordo di passare a leggere Baby Satan, scritto da poco, aggiornerò tra poco il secondo capitolo.
Votate e commentate oppure Jimmie farà litigare ancora Dylan ed Amber, chiaro? È una minaccia!
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Oracle || #rebeccascompetition
Fantasy{Storia collegata a "Uncover" di @rebeccaneedfood} ••• 《Ma com'è possibile? Non è mai successo prima nel corso dell'esistenza della magia! Cos'è questo, un segnale, la fine del mondo?》Il preside continua ad agitarsi, camminando avanti e indietro per...