Chapter 7

39 6 11
                                    

AMBER POV'S

《Allora, credo di poterti spiegare tutto... Forse.》 Dico, cercando un segno d'approvazione da Jimmie, che è ancora sulla spalla di quel Michael.

Quando questo annuisce io torno a guardare Dylan, trovandolo a fissarmi con le sopraccirglia inarcate.

《È un furetto tinto di rosa quello?》 Chiede indicando Jimmie.

《Sono rosa naturale! Perchè tutti la scambiano per tintura?! Il mio pelo è troppo morbido e lucente per essere stato tinto, ignoranti!》 Sbotta lui agitandosi dalla spalla di Michael, il quale ha la tipica faccia di uno che, forse, ha iniziato a capire qualcosa.

《Aspetta! Ma tu mi vedi?》 Ecco, per fortuna ho aggiunto il "forse".

《E perchè non dovrei? Amber, questo tipo è strano, che ci fa in camera tua?》 Chiede poi rivolgendosi a me in modo non molto gentile.

《Che ci fai TU in camera sua piuttosto.》 Contrabatte Michael. Ma cosa..?

《Io non ti conosco.》 Sibila a denti stretti Dylan.

《Quindi se non mi conosci tu è scontato che non mi conosca lei?》

《Si che è scontato.》

《Oh, davvero? E se ti dico che è la mia ragazza?》 Strabuzzo gli occhi alla domanda di Michael e guardo sconcertata Jimmie, il quale sembra si stia preparando paicologicamente per affrontare un apocalisse zombie.

《Non ci credo nemmeno se me lo viene a dire lei.》 Sbotta irritato, apparentemente senza motivo.

《E sentiamo, perchè?》

《Perchè lei è la mia ombra, dove ci sono io c'è anche lei e dove non ci sono non sprecare tempo a cercarla, perchè non ci sarà!》 Urla Dylan.

Avete presente il rumore di un vaso buttato in faccia al muro? Quel rumore di vetro infranto? Ecco, il mio cuore ha fatto lo stesso ed identico rumore, ma credo di averlo sentito solo io.

Probabilmente, però, un eco di quel rumore deve aver raggiunto le orecchie di Dylan, il quale si gira di scatto verso di me guardandomi dispiaciuto. Perchè fa così? È la seconda volta che mi tratta male senza motivo, ed è la seconda volta che sento una terribile fitta al cuore.

Lui resta lì, immobile.

《Cavolo, che stronzo.》 Il commento di Michael mi distrae dal pensiero di provare a non pensare a lui. Pensiero alquanto inutile se pensare di non pensare a lui è la stessa cosa di pensarlo.

《Va bene, si è fatto tardi e le cose stanno così: tu mi vedi, tu anche, io sono invisibile agli umani e sul pelo di Jimmie non c'è tintura.》

《Oh, santa Chanel, almeno il più idiota c'è arrivato!》 Esulta Jimmie, ancora su quella spalla.

《Quindi dovete venire con me. Entrambi.》

《Io non vado da nessuna parte.》 Sibila Dylan.

《Non so e neanche m'importa che rapporto abbiate voi due, ma è meglio se da oggi in poi la nuova coppietta con il loro topo tinto di rosa stiano alla larga da me.》 Detto questo, gira i tacchi e sbatte la porta.

Sto per piangere e rendermi dinuovo ridicola come un tempo, quando Michael e Jimmie fanno il conto alla rovescia.

《Tre... Due... Uno...》 Li guardo stranita, ma smetto quando sento la porta sbattere.

Prima o poi cadrà a terra quella porta.

Un Dylan con aria mortificata si precipita a tornare nella mia stanza, per poi gettarsi letteralmente su di me, facendomi quasi cadere mentre si aggrappa come una cozza allo scoglio.

《Scusa, scusa, scusa! Non so che mi è preso, ero arrabbiato senza motivo e me la sono presa con te. Non volevo farti stare male, lo sai che ti voglio bene. Scusa, scusa e scusa ancora! Mi perdonerai?》 Mi stringe talmente forte che non riesco neanche a respirare, figuriamoci a parlare, ma ci provo comunque... Invano.

《Amico, non parlo bene il soffochese, ma credo stia cercando di dirti che se la stringi così non respira.》 Per fortuna Michael interviene impedendo così la mia morte.

《Oh, scusa!》 Mi lascia, ma continua comunque a strindermi il braccio, come faceva quando litigavamo da bambini.

《Tranquillo, sei perdonato.》 Sorrido mentre lo dico per cercare di rassicurarlo, visto che non ha una faccia molto convinta, sembra sia ancora irritato.

《Già, a proposito, davvero stai insieme a lui?》 Chiede indicando Michael.

《Cosa? No! L'ho conosciuto venti minuti fa!》 Esclamo divertita, al contrario suo.

《Okay, adesso che siamo tutti felici e contenti... O quasi. - Michael lancia un'occhiata a Dylan, il quale lo fulmina con lo sguardo. - Credo che possiamo andare adesso.》 Con un gesto della mano sulla parete appare un buco, sembra molto un tunnel bianco e luminoso che vortica su se stesso.

Io guardo Jimmie sconvolta, il quale salta giù dalla spalla del rosso e si arrampica sulla mia.

《Tranquilla, è come fare paracadutismo.》 Cerca di rassicurarmi, ovviamente non riuscendoci.

《Sai cos'è il paracadutismo?》 Chiedo alzando un sopracciglio cercando di non andare in iperventilazione.

《Ehm... Veramente, no.》 Ammette Jimmie.

Decido di ignorarlo e mi volto verso Dylan, che continua a stringermi il braccio fissando il tunnel come ipnotizzato.

《Allora, ragazzi, questo è il mio potere: il teletrasporto. Anche voi ne avete uno, ma di questo vi parleranno i professori, ora tenetevi stretti a me e muovete il culo, altrimenti faccio tardi per la lezione di levitazione.

Afferro la mano che Michael mi porge e cammino verso il tunnel, rascinandomi dietro Dylan il quale non ha ancora detto una parola da quando Michael lo ha fatto apparire.

《Okay, adesso pregate che nell'uscire non abbiate i piedi al posto delle mani e siate vivi.》

Neanche il tempo di chiedere il perchè di quelle parole che veniamo praticamente risucchiati dal tunnel, ed è la stessa sensazione che ti aspetti nel stare nell'occhio di un ciclone.

In questi casi c'è solo una cosa da fare: Padre nostro che sei nei cieli
Sia santificato il tuo nome...

Hey gente! Eh già, tra una cosa e l'altra ho fatto sbarcare Amber e Dylan nella scuola di magia dove tutte vorremmo andare. Cosa ne pensate? Quale sarà la reazione dei ragazzi? Quale sarà la reazione di Amber e Dylan?
Votate e commentate ;)

P.S. Passate a leggere Baby Satan.

Oracle || #rebeccascompetitionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora