Chapter 13

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AMBER POV'S

Chiudo la porta alle mie spalle per poi correre e gettarmi ai piedi del letto, cercando sotto di esso il libro che avevo lasciato questa mattina.
Lo prendo ed inizio a sfogliarlo da dove ero rimasta, concentrandomi sulle parole scritte in latino, il quale non conosco quasi per niente, dato che avevo da poco cominciato il corso prima di venire quì. Ma riconosco alcune parole, le quali attirano subito la mia attenzione.

Vastum ubique protegi

Che significa "protetto dalle creature magiche". Continuo a fissare l'immagine soprastante per poi girare pagina. La mia attenzione viene attirata da due disegni, il primo è una mezza luna nera, dove accanto viene la frase

Moonbeam, Magi imperitus.

Che se non sbaglio, la prima frase significa qualcosa sulla luna, mentre la seconda si teaduce in "maghi inesperti".

Il secondo è una luna piena nera con dentro un cerchio bianco, la parola scritta al suo fianco la ricosco immendiatamente: Oracle.

Oracolo.

Leggo e rileggo, cercando di formulare una traduzione con le poche conoscenze che ho sulla lingua, ma nulla. Dò un'ultima occhiata alle immagini e sospirando chiudo il libro, fissando la vecchia e ruvida copertina rossa sbiadita.

Ed è in momenti come questi che vorrei avere la possibilità di disattivare i pensieri, che essendo fin troppi rischiano di farmi esplodere la testa. Cerco in tutti i modi di trovare un collegamento con ciò che sta succedendo e ciò che è riportato sul libro, perchè se quelle luci mi hanno guidata fino a lui, un collegamento ci sarà. Ne sono sicura, anzi, più che sicura: ne sono convinta. È strano e snervante avere la convinzione di avere la soluzione dei propri problemi sotto il naso e non capirla.

Salto in aria quando Rebecca mi toglie il libro dalle mani, gettandolo poi sul letto e sedendosi accanto a me. Ero talmente presa dai miei pensieri da non essermi neanche accorta che fosse entrata in stanza.

《Hey.》 Dice, guardandomi incerta, e anche se non la conosco da tanto, capisco che non è una cosa da lei. Ha sempre quell'aria sicura di sè...

《Hey.》 Rispondo al suo saluto, alquanto confusa.

《Senti, non sono abituata a queste cose, insomma, le mie migliori amiche erano praticamente i miei minions ed io ero la persona più cattiva che tu possa immaginare. Ho cominciato da poco a comportarmi da persona civile con voi semplici plebei.》 Dice continuando a guardarmi, come se sperasse che io capissi ciò che vuole dire, ma il mio sguardo cosfuso sbriciola le sue speranze e la convince a proseguire.

《Vedi, un anno fa io ero nella tua stessa situazione. Non sapevo il perchè, ma mi sentivo come responsabile, avevo dei brutti presentimenti e c'era qualcosa che mi spingeva inspiegabilmente a cercare risposte. So che sta accadendo anche a te.》 Dice, catturando completamente la mia attenzione.

《Comprese quelle maledette lucine del cazzo. Non rifiutarti mai di seguirle se non vuoi una bella dose di elettroshock.》 Sbotta poi, facendo una smorfia ed io sorrido per il repentino cambio di tono e di espressione.

《Ti capitava mai di sentirti come in un vicolo ceco? Di avere le risposte davanti agli occhi ma di non riuscirle a vedere o comprendere?》 Chiedo, incuriosita. Lei mi guarda qualche secondo, per poi spostare lo sguardo da me ad un punto nel vuoto.

《Certo.》 Risponde atoma. Perchè questo repentino cambio di umore? Capisco che forse mi sto avvicinando ad un tasto dolente, ma voglio sapere come è riuscita a superare questa situazione, magari posso usare lo stesso metodo anche io e risolvere questo maledetto mistero dell'Oracolo scomparso.

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