Ero sveglia da circa mezz'ora, incapace di muovermi dal momento che il braccio forte di Harry mi teneva stretta a lui. La mia schiena era ancora premuta contro il suo petto: ogni volta che provavo a liberarmi con cautela, la sua stretta aumentava inconsciamente e delle lunghe dita si chiudevano in un pugno intorno alla maglietta che indossavo. Una piccola risata uscì dalle mie labbra quando provai a scappare un'ultima volta; Harry si lasciò sfuggire un grugnito dalla gola. Mi sorpresi quando afferrò il mio fianco, girandomi in modo che mi ritrovassi faccia a faccia con lui: i suoi occhi erano ancora chiusi, ma sapevo che era sveglio. Dei ricci scuri erano sparsi disordinatamente sul cuscino.
"Bo." Brontolò con la sua roca voce mattutina.
Harry sbatté gli occhi più volte prima di riuscire a mettermi a fuoco.
Avevo trascorso il tempo in cui ero stata sveglia pensando alla sua situazione familiare. Mi doleva il cuore al solo pensiero di ciò che Harry, sua madre e sua sorella avevano passato. Nessuno meritava un trattamento del genere.
Non riuscivo a non pensare al fatto che Harry incolpava sé stesso per i terribili eventi: lui si sentiva impotente, incapace di bloccare suo padre.
"Harry."
I suoi occhi verdi inchiodarono i miei mentre mi guardava. Mi morsi il labbro, cercando di formulare la frase nella mia mente. Non sapevo come avrebbe reagito: parte di me aveva paura che lui si arrabbiasse, ma mi costrinsi a parlare ugualmente.
"C-credo che dovresti contattare tua madre."
La sua fronte si aggrottò, le sue labbra piene furono premute forte l'una contro l'altra. Il mio cuore cominciò a battere più forte mentre aspettavo che dicesse qualcosa, ma rimase in silenzio.
"Dovresti chiamarla." Affermai a bassa voce.
Si lasciò sfuggire un sospiro frustrato, i ricci si scompigliarono mentre scuoteva la testa. La mano grande di Harry spostò le coperte. Si alzò velocemente, infilandosi dei pantaloncini grigi e dirigendosi fuori dalla porta, verso il salone.
In un certo senso sapevo che si sarebbe comportato così. I miei occhi si chiusero mentre cercavo di trovare il coraggio necessario per seguirlo. Mi alzai dal letto caldo, camminando a piedi scalzi sul pavimento freddo. Un rumore forte mi fece sobbalzare, il suono riecheggiò nell'appartamento silenzioso.
I miei occhi caddero sul caos di piatti rotti sul pavimento della cucina. Harry mi dava le spalle: il suo respiro pesante era udibile mentre rimanevo immobile per qualche secondo. Camminai sulla punta dei piedi intorno ai cocci aguzzi di porcellana sparsi sulle piastrelle, fermandomi dietro l'imponente figura di Harry. Poggiai esitante la mano sulla sua spalla, premendo leggermente le dita nella sua pelle liscia.
"Loro vorrebbero sentirti." Dissi.
Mi spaventai quando Harry si girò bruscamente. Il suo volto era arrabbiato quando i suoi occhi verdi inchiodarono i miei blu. Dei ricci scuri caddero disordinatamente sul suo viso mentre osservavo la sua mascella tesa, la grossa vena sul suo collo diventare visibile.
"Non puoi saperlo questo." Rispose bruscamente.
Vidi il suo grosso petto alzarsi e abbassarsi pesantemente. I muscoli del suo stomaco e delle braccia erano tesi.
"E neanche tu se non provi." Dissi ancora.
Sobbalzai quando Harry mi costrinse contro il bancone. Il mio sguardo spaventato incontrò il suo quando le sue dita premettero sui miei fianchi. Vidi i suoi lineamenti addolcirsi gradualmente prima che la sua mano si poggiasse sulla parte di dietro della mia coscia. Fui costretta ad afferrare le sue spalle ampie mentre mi sollevava senza sforzo per farmi sedere sul piano di lavoro. I nostri occhi erano ora più o meno allo stesso livello: il mio sguardo mantenne intensamente il suo fin quando lui non provò a voltarsi, ma bloccai la sua mano.
"Harry." Sussurrai.
Portai lentamente la sua mano vicina al mio corpo, tirandolo verso di me. Lui mi lasciò fare. Il mio pollice sfiorò delicatamente le sue nocche dure.
"Per piacere, provaci."
Il suo corpo rimase tra le mie gambe. Rimanemmo in quella posizione per poco, mentre ascoltavo il respiro di Harry tornare normale. La mia mano destra afferrò la parte di dietro del suo collo: mi sollevai verso di lui, e gli occhi di Harry si chiusero mentre gli premevo un morbido bacio sulla guancia. Le mie labbra si spostarono al suo orecchio.
"Loro sono ancora la tua famiglia.... ti vogliono bene." Sussurrai.
Gli sorrisi leggermente quando mi allontanai. Mentre la sua mente elaborava le mie parole, il mio tocco scivolò verso il basso: le mie dita tracciarono le sue clavicole prominenti prima che premessi il palmo sul suo petto. Sentivo il battito forte del suo cuore. Le mie labbra si dischiusero quando il battito aumentò sotto il mio tocco. Lo sguardo di Harry si spostò sul mio viso. Le ciglia svolazzarono quando si avvicinò di più a me, finché il suo naso non sfiorò il mio.
"Lo faccio per te." Sussurrò.
Strinsi la sua mano e la portai sul mio petto. Il suo palmo grande premette appena sopra il mio seno sinistro: volevo che sapesse esattamente ciò che mi aveva fatto. Il sangue pulsava nel mio corpo, il cuore batteva rapidamente. Riuscii a sentire il calore della sua mano anche attraverso la maglia che stavo indossando. Harry sorrise, mostrando le fossette mentre la mia mano si spostava dal suo petto. Rimase fermo nella sua posizione, spostando la mia testa di lato mentre mi baciava il collo. Lasciai uscire un sospiro quando cominciò a succhiare e mordicchiare la mia pelle tremolante. La risata roca di Harry risuonò, e capii che aveva sentito il mio cuore battere più forte al suo tocco. Si riallontanò, e subito un sorriso si formò sulle sue labbra.
"Amo il fatto che lo fai per me."
Le mie guance arrossirono mentre abbassavo lo sguardo. La mano di Harry si spostò dal mio petto, poggiandosi sotto il mio mento per sollevarlo. Sentii il suo pollice sfiorare delicatamente il mio labbro inferiore.
"Mi prometti che almeno ci penserai?" Gli chiesi a bassa voce.
Harry annuì leggermente. Sorrisi, sporgendomi verso di lui per dargli un lungo bacio sulla guancia.
"Per te." Sussurrò.
Sorrisi prima di avvolgere le dita intorno al suo braccio, cercando di scendere da sopra al bancone. Tuttavia Harry non fece toccare i miei piedi a terra, dal momento che le sue mani afferrarono le mie cosce. La sua forza vinse sulla mia quando mi sollevò di nuovo sul bancone.
"Dove vai?" Mi chiese.
"A pulire questo casino."
"No, stai qui, lo farò io." Disse Harry prima di voltarsi.
"Posso aiuta..."
"Non voglio che tu ti faccia male. Stai lì, Bo." Ordinò con fermezza.
Sbuffai scuotendo la testa mentre lo guardavo chinarsi sul pavimento per raccogliere i cocci dei piatti. La sua protettività era opprimente, a volte. Ma di questo passo non mi avrebbe permesso di fare niente. Scivolai giù dal bancone e camminai lentamente verso di lui, evitando prudentemente i cocci appuntiti. Il mio corpo si rannicchiò di fronte ad Harry quando cominciai a raccogliere i frammenti più grandi.
"Bo, lascia stare."
"Smettila, Harry. Posso farcela."
Mi fissò per qualche secondo. Lo guardai mentre la sua mascella si tendeva alla mia provocazione: sapevo che lui era abituato a fare tutto da sè, ma doveva accettare che non tutti erano disposti ad obbedire ai suoi ordini. Gli occhi di Harry si abbassarono di nuovo sui piatti rotti mentre continuava a raccogliere i pezzi.
C'erano solo pochi piccoli frammenti rimasti sul pavimento. Mi allungai per raggiungerne uno e buttarlo nella spazzatura. All'improvviso aspirai forte lìaria attraverso i denti; avvicinai la mano e vidi del sangue scorrere dal piccolo taglio.
"Che ti avevo detto." Disse Harry bruscamente.
Afferrò il mio polso, facendomi alzare e trascinandomi verso il lavandino. Lasciai che mi sollevasse sul ripiano accanto ad esso, le mie gambe penzolavano dal bancone. Aprì l'acqua fredda e la fece scorrere sulla mia mano: indietreggiai leggermente quando l'acqua lavò via il sangue che scorreva. Lui fece una smorfia; inclinò la mia mano avanti e indietro mentre mi puliva la ferita.
"Non puoi proteggermi da tutto." Affermai a bassa voce.
L'espressione di Harry si ammorbidì prima che voltasse la testa verso di me. Dei scintillanti occhi verdi fissarono il mio volto.
"Posso provarci."