Visto da fuori l'edificio sembrava piuttosto abbandonato. Harry tenne molto stretta a sè mentre entravamo, passando protettivamente un braccio intorno alle mie spalle. Rimasi sorpresa dal grande numero di persone che c'erano, alcune delle quali si avvicinarono ad Harry per augurargli buona fortuna e mostrargli il loro supporto.
Non mi piaceva lo spazio all'interno, era freddo. Le sporche pareti bianche poi non facevano nulla per confortarmi quando mi sedetti nella stanza di cui Harry e il suo gruppo si erano appropriati per il tempo che precedeva il combattimento. Ero rimasta in silenzio in macchina mentre arrivavamo in quell'orribile edificio, incapace di spiccicare una singola parola che avrebbe potuto aiutare Harry. Avevo pensato che fosse meglio non dire proprio nulla invece che continuare a esprimere tutta la mia preoccupazione, che sapevo stava iniziando a farsi sentire anche nel bellissimo ragazzo riccio. Mi ero cambiata nel retro della sua macchina togliendomi i vestiti del lavoro, riuscendoci anche grazie ai vetri scuri che impedivano ai curiosi di lanciare uno sguardo all'interno; ogni altra volta Harry avrebbe probabilmente dato una sbirciatina sfacciata, ma quella volta aveva tenuto lo sguardo fisso sul suo cellulare mentre aspettava.
Ero seduta sul tavolo nell'angolo, con le gambe penzolanti oltre il bordo mentre osservavo i movimenti delle persone nella stanza: c'erano sparpagliati alcuni amici di Harry, che si sedettero poi sul divano malconcio vicino al muro. Harry aveva continuato a lanciarmi delle occhiate veloci mentre parlava con un uomo più adulto prima che si scusasse con lui. Lo studiai con lo sguardo mentre si avvicinava. Mi guardò curioso prima di chiamare Tom; lui gli si avvicinò subito, spostando lo sguardo da Harry a me.
"Tienila d'occhio." Disse Harry a Tom con attenzione.
Aggrottai le sopracciglia mentre il mio posto temporaneo veniva occupato da un altro corpo. Non avevo bisogno di un baby-sitter. La possessività di Harry era quasi soffocante: avevo diciotto anni, per amor del cielo. Sobbalzai quando qualcuno annunciò che il match sarebbe iniziato tra quindici minuti. Harry era scomparso, probabilmente per ascoltare un discorso d'incoraggiamento dell'ultimo minuto, quindi rimasi sola con Tom.
"Andrà tutto bene, Bo."
Mi voltai per guardarlo.
"C-come lo sai? Non ci credo che gli lasci fare tutto questo!"
Tom non ebbe il tempo di rispondere poiché un altro paio di ragazzi entrarono nella stanza. Le loro battute giocose riempirono l'aria. Scivolai giù dal tavolo, camminando verso l'altro lato della sala; l'attenzione di Tom si spostò dai suoi amici a me.
"Dove stai andando?" Mi chiese.
"A prendere un po' d'acqua."
Lui annuì, seguendo i miei movimenti verso la macchinetta dell'acqua. Presi un bicchiere di plastica, mettendolo sotto il boccaglio e tirando giù la piccola leva. Quando il liquido freddo riempì il contenitore trasparente mi voltai di nuovo verso Tom. I suoi occhi guardavano ancora curiosamente verso di me; gli rivolsi un sorriso debole, alzando il bicchiere alle mie labbra. Lui sembrò soddisfatto quando si voltò di nuovo verso i ragazzi. Rimasi ferma ancora qualche secondo per accertarmi che si dimenticasse della mia presenza.
Poggiai lateralmente il bicchiere di plastica, cogliendo l'occasione di sgattaiolare via dalla porta alla mia destra. Girai la testa da un lato all'altro nel corridoio; non avevo idea di dove stavo andando, l'edificio mi era completamente nuovo. La mia mente pensò velocemente prima di decidere di girare a sinistra.
Non dovetti camminare molto prima di superare una porta aperta, sentendo delle voci alte fare eco nella stanza. Era lui, il ragazzo con cui Harry doveva combattere, doveva essere lui. Non bussai, entrai direttamente. Alcuni uomini apparvero sopresi dalla mia interruzione.
"Signorina, non può stare qui."
Ignorai la voce irritata, concentrandomi sull'enorme ragazzo davanti a me. Lui era seduto, prendendo un sorso d'acqua dalla bottiglia mentre mi guardava. I suoi capelli scuri erano tagliati cortissimi, dei tatuaggi gli decoravano la pelle sulle braccia. Ma la mia osservazione s'interruppe bruscamente quando si rivolse a me.
"Che posso fare per te, tesoro?" Sorrise.
La sua espressione era lontana dall'essere di conforto.
"Annulla il combattimento." Chiesi.
Lui non considerò nemmeno la mia richiesta, ora rivolgendomi un ghigno. I miei occhi si spalancarono leggermente quando si alzò. La sua altezza era grossomodo la stessa di Harry, faceva ombra su di me. Tuttavia mi rifiutai di fargli capire che stava avendo un effetto intimidatorio, nonostante ciò che avevo saputo sul suo comportamento con le ragazze. Rimasi ferma al mio posto.
"E com'è che ti chiami?"
Mi stava prendendo in giro, parlandomi come avrebbe fatto con una bambina. Deglutii quando si chinò leggermente. Alla mia paura si aggiunse la rabbia per il fatto che non mi stesse prendendo seriamente.
"Annulla semplicemente il combattimento!" Alzai la voce.
Le sue sopracciglia si alzarono per il tono che avevo utilizzato quando mi fissò.
"Bene, siamo aggressive." Disse in tono di scherno.
La mia testa si girò velocemente quando sentii il suono roco della voce di Harry. Anche dal corridoio riuscivo a sentirlo.
"Dove cazzo è Bo?!"
Una risata divertita riportò la mia attenzione sull'uomo con cui mi stavo confrontando.
"Sei tu Bo? Perché non credo che Harry sia molto felice con te." Sorrise. "Ora, se vuoi scusarmi, mi devo preparare a picchiare a sangue il tuo ragazzo." La sua voce possedeva un non so che di oscuro.
Stava godendo della mia disperazione. Lo sapevo, sapevo che non si sarebbe arreso, così come non l'avrebbe fatto Harry. Tuttavia mi ero aggrappata a quella effimera speranza che tutto questo sarebbe finito, che Harry se ne sarebbe andato e avremmo dimenticato tutto. Ma questo era un desiderio che sapevo non si sarebbe mai avverato. Le lacrime cominciarono a riempire i miei occhi. Mi voltai verso di lui, afferrando il suo polso.
"Ti prego.... annulla il combattimento." Lo supplicai debolmente.
Fu a quel punto che sentii un braccio forte circondare il mio bacino da dietro. I miei piedi si sollevarono dal pavimento mentre venivo tirata su e portata via dalla stanza. Sentivo il respiro pesante di Harry sulla parte di dietro del mio collo. Eravamo a metà del corridoio quando mi rimise sui miei piedi e mi fece voltare bruscamente verso di lui. Era furioso.
"Sei fottutamente impazzita? Bo, ti avevo detto di rimanere con Tom." Inveì. "Sai cos'ha fatto questo ragazzo e vai comunque a parlargli. A cosa stavi pensando?"
Non riuscivo a rispondere, ero senza parole quando abbassai la testa. La sorpresa di Harry fu evidente quando gettai le braccia intorno al suo collo, aggrappandomi a lui mentre piangevo.
"T-ti prego non farlo." Singhiozzai a bassa voce sul suo petto, bagnando la sua maglietta con le mie lacrime disperate.
Lo sentii sospirare profondamente, avvolgendomi protettivamente nel suo abbraccio. Il suo mento si poggiò sulla mia testa, il suo respiro cominciò a calmarsi. Rimanemmo così per qualche momento prima che sobbalzassi quando qualcuno chiamò Harry. Lui provò ad incoraggiarmi a camminare con lui lungo il corridoio, ma io lo strinsi solo ancora di più. Sentii le mie gambe piegarsi sotto di me, Harry mi tenne stretta al calore del suo petto mentre io sfregavo la testa nel suo collo.
Rimase in silenzio mentre mi riportava nella stanza dalla quale ero sfuggita dal controllo di Tom.
***
"Ci vediamo qui fuori, amico." Disse Tom.
Si voltò verso di me, facendomi segno con la testa di seguirlo.
"Lei rimane con me." Confermò Harry.
Ci furono un paio di secondi di silenzio prima che Tom annuisse e lasciasse con riluttanza la stanza. Mi sedetti di nuovo sul tavolo, lo sguardo di Harry si fissò nel mio prima che si togliesse velocemente la maglietta. Lo guardai intontita mentre si tirava giù i jeans, che sostituì con un paio di pantaloncini blu scuro.
Camminò verso di me, un piccolo sorriso curvò le sue labbra. Lasciai che dividesse le mie ginocchia, inserendo il suo corpo tra le mie gambe. Delle grandi mani circondarono la parte bassa della mia schiena, facendomi scivolare leggermente in avanti. I ricci scuri di Harry solleticarono la mia pelle quando piegò la testa, avvicinando delle labbra carnose al mio orecchio.
"Ti prometto che ne uscirò vivo." Scherzò di malavoglia.
Il punto appena sotto il mio orecchio ricevette un piccolo bacio quando gli diedi una debole risposta. Ovviamente sapeva che non ero dell'umore adatto per scherzare. Si riallontanò, dei stupefacenti occhi verdi bruciarono nelle mie iridi blu. Girai velocemente la testa quando Harry si chinò sulle mie labbra. Apparve sorpreso dalla mia reazione, quando lo rifiutai proprio come avevo fatto al nostro primo appuntamento. Il suo naso sfregò contro la mia guancia, persuadendomi ad accettare il suo gesto.
"Non posso avere un bacio?" Sussurrò.
I miei occhi si chiusero saldamente al dolore che traspariva dalla sua voce. Le mie dita strinsero forte il bordo del tavolo.
"Per buona fortuna."
Il mio silenzio lo portò ad abbassare la testa, la sua mano fece delicatamente leva sulle mie dita per farmi lasciare la presa sul tavolo. Il suo tocco era attento mentre giocava con le mie dita. Il mio corpo sembrò tendersi quando le sue labbra entrarono a contatto con la mia guancia mentre alzava la mia mano per lasciarmi un bacio sul dorso.
Il respiro usciva tremante dalla mia bocca quando mi lasciò, fredda e sola nell'angolo della stanza ora all'apparenza spaventosa. Lo guardai prendere i suoi guantoni prima di allontanarsi oltre la porta. Non si guardò intorno quando uscì. Il mio cuore stava battendo violentemente contro il mio petto.
Scossi la testa: non potevo lasciarlo andare, non così. Non volevo che si preoccupasse per me, soprattutto quando stava per entrare in un ring di boxe. Doveva concentrarsi su quello, non su di me. Scivolai velocemente giù dal tavolo, correndo verso la porta. Il mio sguardo ansioso si poggiò sulla schiena nuda di Harry mentre camminava a piedi scalzi lungo lo stretto corridoio.
"Harry!"
Si voltò velocemente al suono della mia voce, i suoi occhi si spalancarono per lo stupore mentre correvo verso di lui. Le mie mani afferrarono la parte di dietro del suo collo, tirandolo giù per premere con forza le mie labbra sulle sue. I guantoni caddero sul pavimento quando le sue braccia forti mi tennero stretta al suo corpo, mentre le nostre bocche si assaporavano l'un l'altra. Quando ci riallontanammo avevamo entrambi il fiato corto, le nostre fronti erano premute l'una contro l'altra.
"Mi dispiace." Sussurrò.
Harry sorrise dolcemente prima di giocherellare con il ciondolo a forma di aeroplano di carta che aveva recuperato da dove era nascosto nel colletto della mia maglia. Portò la mia mano in alto sul suo petto, premendola sulla pelle nuda e abbronzata.
"Tu hai il mio cuore, tienilo al sicuro." Sussurrò.
Le mie labbra si dischiusero alle parole basse di Harry mentre lo guardavo. Mi chinai sul suo corpo, lasciando un bacio lì dove la mia mano era precedentemente poggiata.
"Lo farò."
Ci scambiammo un ultimo bacio veloce prima che lui si allontanasse con riluttanza, recuperando i guanti lasciati sul pavimento. Rimasi con la sensazione di Harry sulle mie labbra mentre lo guardavo disperatamente mentre si allontanava.
"Harry."
La sua testa si girò, i ricci scesero sulla sua fronte.
"Dagli un calcio in culo."
Lo sentii ridere, guardandolo poi camminare lungo il corridoio.
***
C'era sporco, faceva freddo nell'enorme sala. Il soffitto era alto sopra di noi, il ring da boxe era al centro. Mi chiesi se per caso questa fosse stata a suo tempo una palestra, anche se chissà quanto tempo prima. Ma si riusciva a vedere la somiglianza; certo, non c'era paragone con la palestra in cui Harry e Tom lavoravano, dal momento che era abbandonata e lasciata alla rovina.
Si doveva essere diffusa la voce sull'imminente combattimento, visto che numerose persone parlavano in piedi o sedute intorno al ring. Da quanto tempo la genta stava aspettando questa resa dei conti? Un sentimento di disagio invase tutto il mio corpo alla consapevolezza che c'erano delle scommesse su uno dei due dei partecipanti, qualcuno doveva pur perdere. C'era gente che si sarebbe fatta i soldi sul vincitore. Il solo pensiero mi fece venire la nausea.
Fui presto distratta dal mio graduale aumento di ansia. Hayley si fermò al mio fianco, rivolgendomi un debole sorriso. Era tutto per lei, questa situazione era nata a causa di Hayley. Non ero sicura di come comportarmi. Sapevo che lei si accorse della mia incertezza nei suoi confronti quando una calda mano afferrò velocemente la mia. Tuttavia prima che riuscisse a parlare sia Harry che il suo avversario entrarono nel ring. Il pubblico era rumoroso e trovai difficile riuscire a distinguere ciò che veniva detto. Hayley mi tirò un po' più vicina.
"Non gliel'ho chiesto io, i-io non volevo che lo facesse, Bo." Disse disperatamente. "Ma Harry è così testardo." Soffiò.
La guardai per un secondo; c'era sincerità nella sua voce. Lei sembrò leggermente sollevata quando strinsi la sua mano. Non volevo che si sentisse in colpa per tutta quella situazione. Sapevo fin troppo bene quanto determinato e fermo sulla sua posizione Harry riuscisse a diventare quando si fissava su qualcosa. Non c'era niente che lo avrebbe potuto fermare.
La sua mano rimase nella mia mentre ci voltavamo nervose verso la piattaforma rialzata, tutti gli sguardi erano fissi sul ring mentre i ragazzi si preparavano. Gli occhi di Harry sembrarono togliermi il respiro quando mi guardò. Non l'avevo mai visto così prima di allora: sembrava forte, inflessibile, potente, quasi come se stesse guardando dritto dentro di me. Ma il suo sguardo si spostò velocemente quando Tom mise il paradenti nella sua bocca, dandogli una pacca sul sedere. Tom uscì dal ring lasciando Harry da solo, che si muoveva a piedi nudi in avanti. Capii subito che il nome del suo avversario era Scott, visto che molte persone stavano gridando il suo nome per supportarlo. Li guardammo mentre si colpivano i guantoni, segno che entrambi i contendenti erano pronti.
Non appena la campana suonò il pugno di Harry colpì forte la faccia di Scott. Furono tirati numerosi pugni, entrambi gli opponenti ricevettero colpi che mi fecero trasalire. Sapevo che Harry era bravo il quello che faceva, ma non avrei mai immaginato che se la potesse cavare così bene contro qualcuno di una classe di peso superiore alla sua. La sua abilità mi stupì mentre osservavamo i due bloccare i ganci dell'avversario che avrebbero altrimenti provocato dei gravi danni. Harry era veloce, molto più del suo avversario. Forse era questo che lo faceva eccellere, questo e la sua rabbia dietro ogni colpo.
Non sapevo da quanto stavano combattendo, ma la mia stretta cominciò a stringersi intorno alla mano di Hayley quando Harry ricevette un colpo sulla parte sinistra del suo petto. I pugni che Harry stava ricevendo superavano quelli che stava sferrando. Perché stava rallentando? I suoi avambracci sembravano alzarsi continuamente per difendersi. Guardai disperatamente verso Hayley. Tom era fermo dall'altro lato del suo fianco mentre gridava ad Harry.
"Cosa.." Non riuscii a finire.
"Va tutto bene, Bo. Sta cercando di trovare il punto debole di Scott." M'informò.
"Non capisco." Scossi la testa, aggrottando le sopracciglia.
"Ognuno di noi ha un punto debole; Harry deve trovare il suo per poterlo battere."
"Beh, e non può fare qualcosa in più invece di rimanere fermo a prendere pugni?" Gridai.
La mia mente lavorò velocemente mentre pensavo a ciò che Hayley aveva detto. Harry sembrava non avere punti deboli, o comunque nessuno che riuscissi a vedere.
"Q-qual è la debolezza di Harry?" Balbettai.
I suoi occhi caddero su di me, un piccolo sorriso si aprì sulle sue labbra.
"Tu." Sussurrò.
Il mio cuore si gonfiò, battendo rapidamente nel mio petto. Più ci pensavo, più mi rendevo conto che lui era era anche la mia debolezza, quel ragazzo alto e dai capelli ricci che si era fatto strada con la forza nella mia vita. E ora io non avrei mai voluto che la lasciasse.
Trovai difficile rimanere a guardare mentre Harry bloccava ripetutamente i pugni. Sicuramente sarebbero comparsi numerosi lividi sulla sua pelle abbronzata quando il match sarebbe finito. Tutto quello che volevo era che ne uscisse vivo.
"Lì, lì!" Gridò Hayley.
Mi tirò più vicina, allungando il braccio per puntarlo verso Scott. Trasalii quando Harry ricevette un altro colpo che però ci permise di vedere il dolore lancinante nella spalla destra di Scott. Hayley stava gridando la sua scoperta, sperando di riuscire ad avvertire Harry. Ma sapevo che lui l'aveva già trovato. Il piccolo sorriso sul suo viso ne fu la conferma. Tuttavia non ebbe il tempo di sfruttare la scoperta, poichè il guantone destro di Scott si piantò forte nel suo stomaco. La mia mano coprì la mia bocca mentre guardavo disperatamente. Harry inciampò all'indietro contro le corde, i suoi occhi si chiusero saldamente cercando di concentrarsi per bloccare il dolore che doveva aver provato. La mano di Hayley rimase stretta nella mia, c'era paura nei suoi occhi marroni. I miei si spalancarono quando Scott si avvicinò ad Harry. Pregai silenziosamente che alzasse le braccia per difendersi, ma rimasi sorpresa quando Scott non colse l'opportunità di colpire il ragazzo riccio in quel momento di debolezza. Al contrario sorrise, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle, la testa china di Harry era premuta contro la sua fronte.
Harry fece una smorfia alle parole che lui gli stava dicendo. Aggrottò profondamente le sopracciglia, le labbra si serrarono saldamente. La conversazione a senso unico era impossibile da captare per le nostre orecchie. L'arbitro si avvicinò per interrompere quel momento, ma non osò toccare Scott per avvertirlo. I guantoni di Harry colpirono improvvisamente il petto del suo opponente per la rabbia, spostandolo via mentre Scott rideva.
Sussultai quando lo sguardo di Harry si spostò su di me. Qualunque cosa Scott gli avesse detto aveva fatto sì che gli occhi di Harry diventassero scuri. La sua mascella era tesa, il respiro era aumentato. Sapevo che era furioso, i muscoli del suo stomaco erano tesi mentre mi guardava.
"Andiamo, Styles!" Lo spronò Scott.
Numerose grida si levarono al suo tono aggressivo. Tuttavia lo sguardo di Harry mantenne possessivamente il mio mentre si spingeva con sforzo via dalle corde. Il suo avambraccio pulì velocemente la striscia scarlatta che scendeva dall'angolo della sua bocca. Scott aveva un sorriso di sfida sul viso, sapendo che aveva innescato qualcosa di profondo in Harry. Lo avevo visto arrabbiato prima di allora, ma mai così. Scott lanciò uno sguardo verso di me, facendo nascere una sensazione di paura in tutto il mio corpo. Mi ritrovai a fare involontarimente un passo indietro, sentendo le lacrime spuntare nei miei occhi. Il disgusto mi riempì totalmente quando ammiccò verso di me, gesto che fece solo infuriare Harry ancora di più mentre si muoveva in avanti in modo aggressivo.
Non riuscivo a continuare a guardare. Dovevo andarmene. Il rumore proveniente dal pubblico divenne improvvisamente prepotente, quasi doloroso. La mia visuale era sfocata mentre cercavo di combattere contro le lacrime che riempivano i miei occhi.
"N-non ce la faccio... " Dissi urgentemente ad Hayley.
Il suo sguardo era pieno di compassione mentre divincolavo le dita dalla sua stretta. Mi voltai, immergendomi tra la folla mentre cercavo un'uscita. Riuscivo a sentire Hayley e Tom gridare il mio nome ma continuai comunque a scappare, fuggendo dalla grande sala.
***
Erano passati più o meno venti minuti da quando mi ero seduta su una ringhiera di metallo sul retro esterno dell'edificio. Era ancora mite l'aria notturna, solo un leggero venticello soffiava tra la lunghezza delle mie onde scure. Il suono delle macchine che cominciavano ad accendersi catturò la mia attenzione: il match era finito, le persone stavano tornando a casa. La preoccupazione tremò sulla mia pelle, la pelle d'oca si formò. Era tutto finito.
Il mio viso si prosciugò all'istante al pensiero di Harry steso incosciente sul pavimento del ring. L'immagine forzò delle lacrime pesanti lungo le mie guance. Non credo che avessi mai pianto così tanto in una sola notte. Il dolore nel mio cuore mi spaventò un po', i miei sentimenti per Harry avevano cominciato a raggiungere nuovi livelli che non credevo nemmeno possibili. Non sapevo cosa fare, i singhiozzi mi resero difficile riuscire a concentrarmi su qualunque cosa.
Sobbalzai quando una mano si poggiò sulla mia spalla. Il mio braccio destro si girò di scatto, il mio pugno colpì lo stomaco della persona. Il ragazzo si piegò in due, facendo una smorfia.
"Merda, Tom. Mi dispiace." Me ne uscii.
Poggiai la mano sulla sua schiena, chinandomi per guardare il suo viso per assicurarmi che stesse bene.
"Hai un gancio destro piuttosto potente, Bo." Si sforzò, scherzosamente.
Risi di malavoglia, osservandolo mentre si alzava in tutta la sua altezza.
"Harry me l'ha insegnato." Sussurrai.
Lui ridacchiò alla mia rivelazione.
"Ci credo che è stato Harry a insegnarti una cosa del genere."
"Sicuro di stare bene?" Gli domandai.
Lui annuì, connettendo lo sguardo con il mio. Deglutii quando il divertimento scomparve dal suo viso; l'atmosfera divenne improvvisamente più seria. Asciugai velocemente le lacrime dalle mie guance mentre lo guardavo.
"Vuole vederti."