(CREDITI A @haroldstouch )
“Hai intenzione di tenere la maglietta addosso almeno?”.
L’attenzione di Harry era per la maggior parte assorbita dalla strada, mentre teneva sotto controllo gli altri veicoli che ci sfrecciavano accanto, ma sapevo che la sua domanda aveva portato a galla una questione che lo stava tormentando, non importa quanto disinteressato stesse cercando di apparire. E ne ebbi la certezza quando risposi con un ulteriore quesito, mentre la sua facciata di indifferenza iniziava a sfaldarsi.
“E tu hai intenzione di tenere addosso la tua mentre fai il bagno in piscina?”.
“No” scattò lui, irritato.
Il suo istantaneo diniego implicava necessariamente che la mia proposta fosse più che assurda.
“Beh, non ti aspettare che io invece lo faccia”.
Mi lasciai cadere in bocca un altro M&M.
“Sono sicura che attirerai gli sguardi di molte ragazze, ma non ho intenzione di protestare”.
Non a voce alta, almeno, ma nella mia testa le avrei semplicemente ricoperte di improperi avvertendole di stare alla larga. Non avevo alcuna voglia di accordare a qualcun altro il privilegio di assistere a Harry che si toglieva i vestiti. Già in precedenza avevo avuto occasione di constatare il modo in cui attirava l’attenzione femminile, lo faceva senza alcuno sforzo. Avrebbe anche potuto indossare un sacchetto della spazzatura e ottenere sempre la stessa reazione. Ad ogni modo, c’erano momenti in cui nessuno avrebbe mai osato avvicinarsi a lui, momenti in cui il suo sguardo duro non gli avrebbe permesso di allettare nemmeno le donne più appassionate. Ma io sarei stata lì. Anche quando i suoi occhi fossero stati consumati dai fantasmi del suo passato. Sarei rimasta ancora al suo fianco.
“Bene” borbottò, passando alla canzone successiva sfiorando lo schermo dell’iPod collegato all'autoradio.
“Bravo bambino”.
Gli assestai una lieve pacca sulla testa per prenderlo in giro, prima di offrirgli in premio un semplice M&M.
“Non sono un cane, Bo”.
Il fatto che avesse accettato ugualmente il cioccolato sembrò cancellare qualsiasi accenno di sfida dal suo tono.
“No”, mi corressi, “non un cane, assomigli molto di più a un cucciolo”.
La vocina stridula che avevo usato sembrò metterlo in agitazione, mentre faceva scivolare una mano via dal volante per bloccare il mio tentativo di dargli un buffetto sulla guancia, che stava diventando sempre più rosea.
“Fa’ il bravo!” lo ammonii, lasciando cadere involontariamente alcuni dei confetti colorati sul sedile. “Lo dicevo in modo affettuoso”.
“Bo, non in macchina” mi rimproverò Harry.
Mi impegnai a cercare di raccogliere il cioccolato sfuggito dal sacchetto, alzando gli occhi al cielo. Era bastata solo quell'unica occasione: una volta avevo versato per errore della Coca-Cola sul sedile del passeggero e da quel momento Harry era diventato paranoico su qualunque cosa fosse potenzialmente in grado di danneggiare la macchina. Ero abbastanza sicura che se non avessimo avuto una precisa tabella di marcia a cui attenerci Harry mi avrebbe fatto mangiare il cioccolato fuori prima di permettermi di prendere posto accanto a lui nella sua preziosa auto.
***
“Porca miseria” esclamai.
Pressai i palmi delle mani sul finestrino mentre Harry si inerpicava su un sentiero sterrato. Potevo affermare con sicurezza di non aver mai visto una casa come quella, tranne forse in qualche programma in TV. Harry aveva totalmente sottostimato l'estensione del luogo, ma soprattutto la sua bellezza.