CAPITOLO 55.

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(CREDITI A ME, @hugmejameshoran )

Harry's POV

“Lotta fra ragazze!”

Niall si rianimò considerevolmente e si guardò intorno per capire dove stesse avvenendo la rissa. Quando, insoddisfatto, tornò a concentrarsi nuovamente sulla sua birra.

"Ehi, amico, dov'è Bo?" mi chiese un po' perplesso.

L'avevo lasciata a bordo piscina con Louis, insistendo di fare attenzione a lei in mia assenza. Speravo che il tempo avrebbe dato loro la possibilità di parlare. Tuttavia, lo stato di ebbrezza di Louis, avrebbe mandato la discussione a informare la gente sul colore dei suoi calzini, che a parlare di argomenti più importanti. Diventa una minaccia quando gli si offre un bicchiere pieno.

Niall continuò a fissarmi con impazienza aspettando una mia risposta. Inarcò le sopracciglia a voler insinuare qualcosa. Trascurai l'idea fin quando un ragazzo fece irruzione nella nostra conversazione. Aveva i capelli in disordine e la camicia che indossava sembrava essere abbottonata in ordine dispari, i resti di un drink rovesciato si notavano sulla parte anteriore dell'indumento.

"Oi, dai, ci sono delle ragazze che si stanno azzuffando giù in giardino, andiamo!"

Lo sconosciuto se ne andò nel modo in cui era arrivato, scivolando a casaccio sul pavimento in laminato e poi fuori dalle doppie porte, nella notte.

Cazzo.

Sicuramente no, non Bo, lei era la persona meno probabile che avrebbe partecipato ad una rissa. Non poteva essere lei. Ma questa rassicurazione non mi impedì di alzarmi dal divano e precipitarmi verso le porte-finestre sul retro della casa. Niall era proprio dietro di me, ci dirigemmo a tutta velocità verso il parquet e poi giù per le scale. La piscina era sul retro del giardino, il nostro informatore barcollava fra i gruppi di invitati, la strada che percorremmo per raggiungerla fu simile a quella di un’ambulanza in mezzo al traffico.

"Bo!"

Il mio cuore sprofondò non appena riconobbi la dura e protettiva posizione utilizzata da Bo per rimanere salda al fianco di Hayley. L'avevo già vista in un atteggiamento simile, ricordai il giorno in cui mi aveva protetto, addosso a un muro, quando riuscivo a malapena a stare in piedi. Un piccolo ma efficace scudo che impedì al mio corpo di ricevere altri colpi. Mi portò praticamente a casa sua quella notte. La notte in cui le raccontai di mio padre.

Avvicinandoci ci rendemmo meglio conto della situazione. La folla di curiosi cresceva sempre di più, mentre le tre ragazze si scambiavano parole "calde".
Non riuscii a dare un nome alla terza ragazza, sembrava più alta, ma non di molto, a causa dei tacchi sui quali vacillava. Si gettò in avanti.

"Lasciala andare!" gridò Hayley.

La ragazza prese in un pugno i capelli di Bo, tirandola a sé nel tentativo di dividerla da Hayley. Riuscii a raggiungere il varco tra il pubblico, le ragazze avevano segni di unghie sulla loro pelle. Avevo visto molti combattimenti in numerose serate, ma nessuno di questi era mai sconfinato in una vera rissa, nel migliore dei casi era volato uno schiaffo. Ed era quasi sempre causato da un ragazzo convinto di riuscire ad ottenere una scopata con due ragazze contemporaneamente.

Era tutto un po' irreale, non ero sicuro di come un litigio simile fosse degenerato così furiosamente, soprattutto con Bo nel mezzo; ed esattamente come i suoi capelli erano chiusi nel pugno della ragazza. Combattei contro un muro di persone, tanto che le mie grida furono udite dall'interno dell'anello.

Scrollai una mano dalla mia spalla, la quale vi si riappoggiò qualche istante dopo. Mi voltai per vedere chi fosse a bloccarmi e spinsi via il coglione arrogante.

"Lascia che se le diano" si lamentò con un alito che puzzava di bevande miste.

Naturalmente l'avrebbe voluto, non c'è niente di più divertente per una banda di ragazzi di vedere tre ragazze che potrebbero strapparsi i vestiti di dosso mentre si urlano una contro l’altra.

"Sparisci" sputai.

La sua struttura robusta si ritrasse un po’ quando mi identificò. Durante gli ultimi due anni mi sono abituato a vedere gente che si ritrae alla mia vista. Le parole viaggiano veloci, quando si manda a terra un coglione in piena notte.

Continuai la mia lotta per raggiungere Bo sgomitando fra i corpi che mi ostacolavano il passaggio. Hayley lottò per rimuovere la presa che la ragazza aveva su Bo, ma a quanto pare non aveva bisogno di aiuto. La mia ragazza alzò l'avambraccio per deviare le unghie puntate sul suo collo. Una distrazione, utile a Bo per chiudere la sua mano destra in un pugno, e colpire il corpo della ragazza. Quest'ultima si piegò in due stringendosi la pancia prima di rilasciare le ciocche di capelli scuri dalle dita indebolite.

Mi disgustò come la folla di persone si divertisse ad incitare, tifare e incoraggiare. Ne avevo avuto abbastanza.

"Andiamo!"

Molte persone dalle espressioni spaventate se ne stavano andando, abbastanza da farmi assistere al calcio che la ragazza prese forte sullo stinco. Si spostò in avanti per colpire Bo sul volto, ma Hayley si mise fra le due subendo il colpo e barcollando all'indietro.

Afferrai Hayley per la vita e la spostai verso di me prima di saldare le mie dita al cardigan di Bo. Lei cercò disperatamente di resistere ai miei tentativi di trascinarla a me, lottando contro la mia forza. La sua natura testarda si stava manifestando, frustrata perchè tirata via nell’evolversi della situazione.

"Bo"

Quando ottenni una buona presa sui suoi vestiti tirai con più forza facendole perdere l'equilibrio e attraendola nuovamente verso di me.
L'occasione mi si presentò e la afferrai, rischiai di perdere Hayley mentre lottavo per trattenere Bo sul lato destro. Potevo farcela.

"Lasciami andare!" gridò.

Unghie conficcate nella mia pelle, convulsi tentativi di fuga. Avevo già visto il suo carico di emozioni prima, ma mai con un respiro affannoso e a rivoli di lacrime. Era diverso, ora era arrabbiata.

"Bo, calmati."

Un braccio avvolse il corpo dell'altra ragazza. Diventava difficile contenere la situazione, mentre la coppia delle ragazze era determinata a scrollarsi di dosso la mia presa e a partire al contrattacco. Non riconobbi il ragazzo che intervenne, ma ipotizzai che fosse il suo fidanzato.

Saremmo finiti tutti a terra se la lotta fosse continuata.

"Niall, non posso tenere entrambe!"

Aveva gli occhi spalancati, incerto su cosa fare, come la folla dalla quale era appena emerso, la stessa che continuava a spingere per guardare. Non era mai stato uno per le risse, sempre con un sorriso sul volto e delle stupide barzellette da raccontare. Ma non stasera.

Fui grato a Tom che mi raggiunse rapidamente, prendendomi Hayley e diminuendo il peso. Ma avevo trascurato l’attenzione verso l’altra ragazza che tenevo.

Bo's POV

Stronza. Mi stava ancora sogghignando. Stronza senza invito.

I miei pugni, stretti un’altra volta, erano pronti a toglierle quello sguardo compiaciuto dal viso. Hayley non era più lì, ma sapevo che era al sicuro. Non ero certa di chi si fosse intromesso per porre fine alla nostra rissa, la maggior parte delle persone si limitava a guardare. Tuttavia, a giudicare dal corpo stretto dietro il mio, doveva trattarsi di un maschio. Il suo braccio destro era forte, ma non abbastanza da esercitare tutta la sua forza.

Un movimento delle dita fu sufficiente a liberarmi. Un "Omff" senza fiato si liberò dietro di me, molto probabilmente il pacificatore della nostra lotta cadde con un tonfo sull’erba. Bastarono pochi secondi per lanciarmi in avanti e mettere le mie mani sulle spalle della mia rivale. Uno sguardo di stupore balenò nei suoi occhi, sostituendo ciò che c’era in precedenza, una sorta di rassicurazione prepotente. Non colpii lei, decisi invece per una conclusione che alcuni potrebbero ritenere infantile, ma il suo vestito davvero non mi piaceva. Fu davvero soddisfacente vedere i miei sforzi che venivano ricompensati.

Buttai sia lei che il suo fidanzato in piscina. Riemersero dall'acqua confusi, sputacchiando dalla bocca. Il makeup degli occhi della ragazza, andò a macchiarle di nero le guance. Le sorrisi da bordo piscina.

Non appena mi voltai fui accolta da gente che urlava e si congratulava con me per qualche strana ragione. Uno spettacolo, a quanto pare. La mia fama non durò molto come avevo sperato, la mia attenzione si concentrò su una sola persona.

Harry era sul pavimento, ansimava selvaggiamente e mi guardava più sconcertato di quanto non l'avessi mai visto. Questo poteva rivaleggiare con il momento in cui gli dissi di amarlo e poi fuggii.

Rimise apposto il suo snapback e riordinò i suoi capelli all’indietro per un’altra volta. I lacci delle sue Nike grigie erano usciti dalle scarpe da ginnastica. Seduto sul sedere, con le ginocchia piegate, e le mani a sostenere il suo peso dietro di lui.

Gli offrii la mia mano, che prese quasi subito. Mi sentii come una bambina disobbediente quando Harry mi guardò con disapprovazione. Ci stringemmo con le mani ancora libere, abbracciandoci, finchè Harry non decise di cambiare luogo per parlare.
Un luogo chiuso, pavimentato, ideale per rimproverarmi.

"Che diavolo è successo?"

La prima domanda colpì duro, ciò significava che potevo scegliere, però. Ho fatto ciò che chiunque altro avrebbe fatto.

"Si stava comportando malissimo con Hayley, non avevo intenzione di tenere la bocca chiusa. Non era stata nemmeno invitata, e quando Hayley le ha chiesto di andarsene, lei l’ha quasi spinta a terra, Harry."

Non era convinto, il pollice e l'indice pizzicavano la punta del suo naso mentre ascoltava il mio racconto. Ero consapevole della somiglianza della nostra rissa con una lite da parco giochi: io ho detto, lei ha detto, una lite su chi doveva andare per prima sull'altalena.

"Allora l’hai colpita?"

"Ha cominciato lei!" gridai come una bambina viziata.

"Avresti dovuto chiamarmi se ci fosse stato un problema"

Una ruga gli si formò tre le sopracciglia, non era sintomo di rabbia, ma di inquietudine. Il suo sguardo si ammorbidì, abbassò la testa per parlarmi meno duramente rispetto a come stava facendo.

"Non ho intenzione di stare qua tutto il tempo, devo fare alcune cose per conto mio" spiegò.

Prese la mia mano con delicatezza e strofinò dolcemente il suo pollice sul dorso.

"Lo capisco, ma non voglio che tu combatta con nessuno."

"Questo è un po’ ipocrita, non credi?"

Ero pronta ad allontanare la mia mano dalla sua. Harry mantenne un tono di voce fermo, non intenzionato ad alzarlo. Mi stupì il modo in cui stava controllando le sue emozioni che, in altre circostanze, avrebbero avuto la meglio.

"Sono addestrato a dare e ricevere colpi, fa parte del mio lavoro, non del tuo"

"Sei stato tu quello che mi ha insegnato a farlo", dissi indicando il punto in cui la rissa aveva avuto luogo, "per difendermi".

Sembrava che tutto era tornato alla normalità, gente che beveva, conversazioni senza senso.

"Bo, le hai dato un pugno nello stomaco" Harry quasi sospirò.

Merda. Non potevo dichiarare che era stata legittima difesa, eppure era l'unica risposta che avevo a sostenere il mio comportamento. L'avevo presa a calci negli stinchi, così, sperando soltanto di farle del male.

"Non sapevo che avessi assistito" mi mossi a disagio sulle punte dei piedi "Ma hey, mi sono ricordata di tenere il pollice fuori dal pugno, come mi avevi fatto vedere."

Mi morsi l'interno della guancia mentre timidamente guardavo verso Harry. Stava combattendo contro un sorriso e, quando esplose, il mio stomaco si capovolse. Mi sorpresi nel sentire una risata roca fuoriuscire dalla sua gola, mentre mi avvolgeva e mi stringeva a sé.

"Brava ragazza", mi elogiò, baciandomi sulla testa. "Sei qualcosa di unico, Bo."

Mi appoggiai con la guancia destra al suo petto, ascoltando il suono della sua voce e il martellante battito del suo cuore. Mi aveva detto molte volte che ero parte del suo cuore, non avevo comprato quel posto, me l’aveva ceduto. La parte sinistra era mia, lui aveva detto che poteva accontentarsi e sopravvivere con la metà di destra, bastava che io la tenessi al sicuro.

Non credo che si rendesse conto di ciò che io provavo davvero. Un piccolo pezzo del mio cuore era per me, tutto il resto per lui, sotto la sua protezione. Mi fidavo di lui.

“Sai bene che prenderei qualsiasi colpo pur di proteggerti, ti starò davanti e lotterò contro qualsiasi minaccia”, dichiarò.

Avrei voluto dirgli che non ce n'era il bisogno, non volevo essere rinchiusa come una principessa in una torre, protetta da un solo uomo come esercito. Mi bastava stare con lui, tenergli la mano e avremmo potuto sconfiggere un drago insieme.

“Tu non sentiresti nessun dolore.” Ammise Harry in un fiato, una promessa sussurrata.

Il senso di protezione che provai dopo quelle parole non fu paragonabile a nulla. Non avevo mai incontrato nessuno che avesse tenuto alla mia sicurezza e alla mia felicità più di sé stesso, dopo i miei genitori. E Harry continuava ad andare al di là di ogni mia aspettativa.

Uno strano movimento nei cespugli vicini mi fece alzare la testa dal suo petto. Mi sorpresi sentendo una mano battere sulla mia spalla, Harry osservò lo sconosciuto prima di spingere via la sua mano ed eliminare così ogni contatto fisico tra me e l’ubriaco.

“Hai appena superato alla grande le mie aspettative” ammise Louis energicamente, “porca troia, sei stata fantastica!”

Appena Louis mi guardò, sorrise così tanto che pensai gli si potesse spaccare la faccia. Aveva uno allegro, innegabile, un qualcosa che potrebbe farti sorridere in ogni situazione. Beh, forse non nel caso di Harry.

“Louis” Harry digrignò i denti irritato, “avresti dovuto tenerla d'occhio.”

“L’ho fatto”, gesticolò con la mano in cui teneva la birra, “tifavo per lei e lei stava andando brillantemente, hai visto quando ha dato un pugno sullo stomaco all’altra ragazza?”

Il liquido che uscì dalla bottiglia di Louis sfiorò le trainer di Harry, mentre quest’ultimo faceva un passo laterale verso di me. Istintivamente lo afferrai per un braccio, tenendolo in equilibrio.

“Maledizione Lou, quanto hai bevuto?”

“Mi ha detto che hai dato fuoco ad una macchina”, intervenni io .

“Gesù” Harry chiuse gli occhi amareggiato e continuò ad imprecare sotto voce.

“E che lui ti ha coperto” dissi.

Louis ridacchiò timidamente, era consapevole del fatto che la situazione avrebbe zittito Harry, eppure non riusciva a tenere la bocca chiusa .

"Non ti preoccupare amico, non le ho detto dei quad che abbiamo testato sul campo da golf."

Harry quasi cadde su se stesso, quando si mosse in avanti per tappare la bocca di Louis con una mano.

“Perché non hai un pulsante per spegnerti?” brontolò.

Il palmo della sua mano scivolò via non appena Louis mormorò un "mi dispiace" soffocato.

"Hai avuto un quad?" chiesi sorpresa.

"Umm" Harry giocò con la ghiaia sotto i suoi piedi, mentre Louis cercava di fuggire oltre la siepe, “in realtà non erano nostri.”

"Li avete rubati?"

Stavo diventando sempre più consapevole del fatto che Harry non avesse partecipato solo a delle risse adolescenziali. Sembrava essere stato un comportamento criminale, il suo. Vandalismo, furto, risse, e il suo nome, a quanto pare, era già stato fatto.

"No, direi... preso in prestito senza permesso. Ma Louis si è schiantato con il suo, quindi non abbiamo potuto ridarli indietro."

Mi guardò in attesa di una reazione, massaggiandosi il retro del collo per sciogliere la tensione della conversazione. Ho letto da qualche parte che è un’abitudine dei maschi farlo, quando sono a disagio.

"Wow" proclamai senza fiato. “Non c'è molto che non hai incenerito o distrutto. Perché hai bruciato quella macchina?"

"Non è importante adesso, è stato molto tempo fa", evitò abilmente. "Quello su cui dovremmo concentrarci ora è quanto è stato sexy ciò che hai fatto."

Il suo mutamento nel linguaggio del corpo mi portò a comportarmi diversamente. Appoggiò una mano sulla mia schiena e mi spinse a sè, facendo premere il suo stomaco alla mia schiena. Non avendo nulla a cui aggrapparci, temetti per un secondo che saremmo caduti dentro la siepe, anche se vedendo la collezione di fori di corpi ubriachi nel fogliame, non saremmo stati gli unici. (collezione che si sarebbe via via allargata)

"Che cosa?"

Col passare del tempo avevo notato vari comportamenti di Harry che, in apparenza insignificanti, avevano significati più profondi. Come il modo in cui induriva la mascella con un movimento dei muscoli, che significava che era arrabbiato, o che aveva fame di sesso. E a giudicare dal suo premere le dita alla stretta sul mio corpo, era il secondo motivo.

"Il modo in cui ti sei avventata su quella ragazza" rispose Harry umile.

"Ti è piaciuto?" alzai la testa per guardarlo.

Le mie mani scivolarono lungo la sua schiena, prima di infilarsi dentro le tasche posteriori dei suoi jeans. Non avevo mai pensato a quanto mi affascinasse il suo fondoschiena, credevo fosse soltanto un qualcosa su cui sedersi. Ma, a quanto pare, non era così. Harry ridacchiò quando le mie mani gli palparono il sedere.

"Cazzo, si." La sua risposta suonò ancora più sporca dal linguaggio che usò, soprattutto con il tono di voce. "Forse potremmo provare…?"

La sua proposta spense tutto il desiderio che stava crescendo dentro di me. Che cosa pensava avremmo fatto?

"Harry, non ti voglio colpire."

Deglutii a fatica mentre lui continuava a mantenere il nostro contatto, i suoi occhi cercavano i miei.

"No, non intendevo questo. Stavo pensando che forse in camera da letto potremmo... lo sai."

Lasciò la frase in sospeso, come a dover riempire io gli spazi vuoti. Ero sorpresa, non sapevo cosa dire di intelligente, così tacqui, non volendo dire qualcosa che avrebbe potuto causare imbarazzo.

"Voglio che tu mi domini", parlò finalmente, salvandomi dal compito di indovinare.

Dire che quell’affermazione mi avesse sorpreso, sarebbe un eufemismo. Le mie dita si strinsero alle sue spalle e lui sorrise maliziosamente. Non riuscivo a elaborare delle frasi sensate, la mia fantasia stava cominciando a superare la compostezza.

"Bloccami" sospirò, "Legami. Voglio che mi tiri i capelli, che mi dica quanto sono bravo con te."

Lo spazio tra noi era quasi inesistente. Harry era talmente eccitato dall’immagine della scena, che ogni parte del mio corpo era premuta alla sua. Non avrei mai pensato che volesse qualcosa di simile, per non parlare del fatto che non riuscivo a muovermi, era così prepotente. Non riuscivo a parlare.

"E poi quando starò implorando disperato per te, mi farai avere un assaggio delle tue dita."

Le mie ginocchia quasi cedettero a quella proposta, l'immagine di Harry che pronunciava certe cose, distrutto ed eccitato, stava giocando un brutto scherzo nella mia testa.

"Farei qualsiasi cosa tu mi dica" parlò sommessamente.

Avevo la mente annebbiata, consumata dagli immaginabili pensieri erotici. Ero aggrappata a lui, al quel corpo protettivo che era tutto ciò potessi desiderare in un ragazzo. Con la sua corporatura atletica sembrava un dio idolatrato, forte, muscoloso, e determinato a rendermi completamente impotente alle sue avances. Dannazione, se lui mi voleva, non potevo negare i suoi desideri.

Il tessuto del mio cardigan era intrappolato nei suoi pugni, che non avevano alcuna intenzione di liberarmi. E non avevo voglia di farmi liberare, Harry rimase aggrappato a me come se la sua vita fosse dipesa soltanto da questo. Quando le parole "scopati la mia lingua" uscirono dalla sua bocca, divenni dipendente da lui.

“Oh, mio... "

"Dimmi parole sporche", m’incoraggiò.

"Non l’ho mai fatto prima d’ora" ammisi imbarazzata.

Il sorriso offuscato dalla sete di me.

"Dimmi solo quello che vorresti farmi, o farti fare" spiegò Harry. "Cosa ti piace?"

Prima che la mia mente potesse ragionare, le parole mi uscirono da sole di bocca.

"Mordere" sbottai.

Lui rise dolcemente, stringendo la mia vita e girandomi leggermente in modo che il suo corpo potesse bloccare la visione di persone irrilevanti, proprio come un edificio ad oscurare il sole (solo, questa oscurità era molto più invidiabile.)

"Dove?"

"Sui tuoi fianchi."

"I miei?" dichiarò Harry con aria di superiorità. "Perché?"

"Voglio segnarti."

I suoi fianchi erano qualcosa di meraviglioso, stretti, con una serie di linee a V sommerse nella morbida carne soda. Volevo lasciare graffi a forma di mezzaluna sulla sua pelle, prima di creare lividi sfocati di colori tenui con i denti.

"Voglio scoparti così violentemente" ammise Harry senza fiato. "Vieni con me." Disse prima di afferrarmi per mano e condurmi fino al giardino.

Il tasso alcolemico era alto tra la folla, ci trascinammo attraverso, la mano di Harry ci legava saldamente entrambi. Scrutai ogni minima cosa, prima di salire le scale e scoprire una zona della casa che non avevo ancora visitato.

"Spostatevi".

Un paio di ragazzi che parlavano sui gradini di moquette scura furono spinti di lato, a quanto pare non si stavano scansando abbastanza velocemente secondo Harry. Diedi loro un affrettato "Mi dispiace". I miei piedi lasciarono il pavimento quando fui sollevata dal ragazzo sul tappeto in cima alle scale.

"Bevi un po' d’acqua" gli suggerii ironicamente, ricevendo un traballante pollice all’insù qualche secondo dopo.

Harry controllò alcune delle stanze lungo il corridoio buio, la maggior parte erano occupate da persone che stavano facendo qualcosa di molto più impegnativo che baciarsi. E’ stato allora che ho capito il senso piuttosto ripugnante di 'bagno di lingua'.

Quando raggiungemmo la penultima stanza nella parte più tranquilla del corridoio, avemmo fortuna. Una delle tante camere per gli ospiti che Hayley mi aveva elencato quando le avevo chiesto quante ci fossero, era libera. La nostra connessione si ruppe, la porta si chiuse e Harry attraversò la stanza al buio.

"Harry?"

"Sono ancora qui, ho solo bisogno di... "

Una piccola lampada si accese, dando un calore confortevole alla stanza. Era una camera abbastanza grande, moderna, con un’ampia finestra e bagno vicino. Sopra il letto c’erano soffici cuscini decorati, color panna e prugna. Harry si avvicinò a me con grandi passi. Mi teneva stretta, poggiando le labbra sulla mia clavicola. Le sue mani erano ovunque sul mio corpo, si facevano strada sotto i vestiti che indossavo.

I colpi che provenivano dalle altre stanze si potevano ancora sentire. Suoni ripetitivi come rulli di tamburi, probabilmente erano i movimenti d’anca e l’azione finale di qualche coppia. Specialmente la prima che incontrammo, quasi certamente non l’avevano nemmeno fatto sul letto.

“Aspetta.”

Le labbra di Harry si fermarono appena mi opposi, i suoi occhi preoccupati cercarono i miei. Le mie dita erano avvinghiate ai suoi capelli, lasciando a me il controllo della situazione, un aspetto del gioco che Harry mi aveva fatto tornare in mente in quel momento.

“Cosa c’è che non va?” ansimò lui.

“Mi piace molto questa canzone.”

Strinse le labbra scoppiando in un sorriso, prima di tuffarsi di nuovo sul mio collo. Gemetti forte, tirai delicatamente i capelli in risposta al morso di Harry sulla mia pelle.

“Bene” quasi mimò “Perché sto per scoparti a ritmo di questa canzone.”

“Non voglio farlo sulle lenzuola di qualcun altro, Harry.”

Non volevo essere piagnona, ma mi preoccupava la sua affermazione.

Tuttavia, Harry non sembrava preoccupato dalla mia reazione, teneva ancora le sue mani sopra il mio top. Il suo snapback ormai non serviva a molto nel tenere i suoi capelli.

“Perfetto, non avevo intenzione di usare il letto, poi.” disse in una minaccia giocosa “Sto per portarti contro il muro.”

Era fedele alla promessa della discussione sulla dominanza di poco prima, non pensavo avesse intenzione di farlo quella sera. Gli tolsi la camicia a quadri e gli slacciai la cintura con violenza, Harry fu felice di non dovermi obbligare a farlo.

I suoi pantaloni non erano ancora del tutto scesi, quando procedette con i miei pantaloncini e il sotto del mio bikini, mentre con l’altra mano estrasse il preservativo dal portafogli. Harry mi sollevò e mi strinse tra il suo corpo e il muro, il suo respiro era affannato.

“No” sbottai “Tieni il cappello in testa.”

Ridacchiò alla mia affermazione, e si raddrizzò dalla posizione in cui si era curvato per arrivare a togliere lo snapback dalla sua testa.

Harry affondò nella mia spalla, prima di dare la prima spinta dei suoi fianchi dentro di me.

***

Louis’ POV:

“Harry!”

Lo stavo chiamando da quando era fuggito su per le scale con Bo, dovevo chiedergli di far parte della mia squadra a calcio, più tardi. Essendo lui quello sobrio, avrebbe bilanciato la squadra; avevo molte probabilità di andare faccia a terra, mi sarei tirato indietro, ma la possibilità di vincere un giro di drink al pub era impossibile da lasciarsela scappare.

Dopo aver disturbato una coppia che si stava per intanare come conigli, arrivai fino alla fine del corridoio, probabilmente traumatizzato per il resto della mia vita. Una volta concluso che Harry e Bo non si stavano nascondendo dentro casa, decisi di cercare altrove.

Non andai molto lontano, arrivai fino alla porta successiva. Poggiai il mio orecchio sul legno della porta fino a quando non compresi il piagnucolio che proveniva dall’interno, il nome di Harry veniva miagolato con un suono familiare.

“Haz” parlai attraverso la porta. Sorrisi consapevole che il movimento dietro la porta cessò. “Amico, so che sei qui dentro, e sono sicuro che Bo è lì con te.”

Silenzio.

Provai a girare la maniglia, la fiducia nella mia sbornia mi spinse a fare quel gesto.

“Vaffanculo, Louis! Fra un minuto usciamo.” Una voce scontenta echeggiò attraverso la porta.
Era stato sicuramente Harry.

“Un minuto?” risi “dalle più di un minuto, amico.”

“Vaffanculo!”

Non riuscii a trattenere i singhiozzi divertiti, ridendo ad alta voce nel vuoto.

“Ci vediamo quando avrete finito.”

***

Bo’s POV:

“Maledizione.” Sospirai insoddisfatta.

Aveva tolto il preservativo, tirando su il costume, seguito dai suoi jeans. Rimasi accasciata al muro, sorridendo pigramente. Harry ricambiò la mia espressione compiaciuta, comprendendo la stanchezza dopo le nostre attività.

“Wow.”

Strofinò dolcemente il suo naso contro il mio, intrecciando le nostre mani. Lo guardai mentre si toglieva il cappello mettendolo sulla mia testa, prima che i suoi riccioli stuzzicassero la sua fronte e lui li spostò.

“Vieni, ti porto io.”

Non obbiettai, segretamente contenta di ricevere aiuto, e incerta se ce l’avrei fatta a scendere le scale con le mie gambe ancora scosse. Harry era impassibile appena annodai le mie braccia intorno al suo collo, arrampicandomi sulla sua schiena.

Se fossi stata più attenta, avrei fatto attenzione alla sua stanchezza. Forse era l’adrenalina di evitare di farci vedere dopo la nostra fuga segreta, nonostante l’interruzione.

Mi chiedevo se Louis era tanto rompi palle anche da sobrio?
Una volta scese le scale, Harry si diresse verso il giardino. Posai la testa sulla sua spalla, spalla che avevo morso in una decina di minuti, prima di diminuire il bisogno di gridare in estasi. C’erano poche persone che nuotavano in acqua. Louis era seduto sul lato della piscina, schizzando ovunque con i piedi che teneva a mollo.

Sembrava che i suoi occhi fossero meno vitrei, ma a sentire le sue risatine avrei detto che era ancora brillo.

Scivolai dalla schiena di Harry e poggiai i piedi sull’erba, lo presi per mano e lo trascinai oltre la piscina, un po’ instabile.

“Non facevo di te un ragazzo del tipo ‘dì il mio nome, dì il mio nome’, Haz.” Fu la prima cosa pronunciata da Louis.

Harry gli aveva detto di andare a fanculo dopo che ci eravamo spogliati. La performance era stata frenetica in quel luogo come non prima, ma aveva mantenuto il suo fascino sensuale, qualcosa che fa battere il cuore. Camminando, il costume da bagno era calato, ed io stavo praticamente sbavando.

Sperai che i morsi e i graffi rossi sarebbero passati inosservati.

“Entri?”

Annuii, togliendomi il cardigan e lanciandolo sul mucchio di vestiti posati a terra da Harry. Sbottonai i miei pantaloncini, suscitando un po’ d’imbarazzo. Unii i miei piedi nudi non appena le dita di Harry raggiunsero l’orlo della maglietta.

“Merda.” Disse in apprezzamento

Un lieve color rosa riscaldò le mie guance, sostenendo lo sguardo amorevole di Harry. Il bikini era per Harry quanto lo era per me. E a giudicare dalla sua espressione, avevo fatto centro al mio obiettivo.

“Sei bellissima, e se qualche ragazzo ti guarda in questo modo, gli rovino la faccia.”

Tipico di Harry.

***

“Non sapevo che Tom fosse venuto.” Indagai con un sorriso.

Hayley ed io stavamo a galla nella parte bassa, i capelli ormai erano bagnati e incollati alla mia schiena.

“L’ho invitato io.”

Lei lanciò timidamente un’occhiata, dove l’acqua era più profonda, verso i ragazzi. Tom le rivolse un sorriso, e lei distolse lo sguardo guardando il blu dell’acqua che ci circondava.

“Aww” la presi in giro.

“Stai zitta” mi rispose.

Stavo per prenderla in giro ancora un po’, fino a quando non sobbalzai per Harry che emerse di fronte a noi. Sembrava contento della reazione, un sorriso pieno di divertimento.

“Signore” annuì a entrambe. “Volete un passaggio?”

Hayley nuotò lungo il nostro lato, chiacchierando con Harry mentre io mi attaccai alla sua schiena. Le mie braccia circondarono il suo collo, nuotando mentre la forza dell’acqua ci portava in avanti. Guardavo le increspature d’acqua scontrarsi sulla mia guancia bagnata, sulla spalla di Harry.

“Liam è qui.” Parlò Louis da bordo piscina.

“Davvero?”

“Sì, si è presentato quando vi stavate scopando a vicenda.”

Hayley cominciò a ridere, ed io desiderai che l’acqua mi inghiottisse. Perché doveva metterci in imbarazzo? Le barzellette sul nostro improvviso allontanamento provocarono risate in giro per il gruppo muovendosi nella piscina, si stavano divertendo a spese mie e di Harry. Per fortuna la gente cominciò ad allontanarsi per partecipare ad un gioco che consisteva nel far saltare in aria un pallone da spiaggia.

L’atmosfera serena non durò per molto, sentivo la tensione sulla pelle di Harry, e di conseguenza, sulla mia. Rimasi appoggiata a lui.

“Dovresti andare a parlare con Liam. Lui ha sentito alcune cose, Haz.”

Louis non era più ottimista, un cipiglio cancellò il suo solito buon’umore. Non gli si addiceva.

“Di che cosa?”

“A proposito di questo vecchio quartiere. Voglio dire, potrebbero essere solo voci, ma lui sembrava abbastanza convinto che fosse..”

Louis mi guardò e immediatamente capii che non avrei dovuto assistere a metà della conversazione, o anche a tutta. Sciolsi le mie mani dal collo di Harry, ma lui si rifiutò di lasciarmi andare, stringendole.

“Ne è sicuro?”

“Non so, è difficile da dire. Ma dovresti andare a parlare con lui.”

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