Sembrerebbe che l'universo sia più piccolo di quanto pensiamo. E a volte capita di rincontrare una persona nei luoghi più impensati.
Fatto sta che il destino quì ha voluto deliberatamente andare incontro al loro più intimo desiderio; quello di rivedersi.....Il mio destino sei tu parte seconda
Raflesia si scostò indietro i capelli in un movimento a lui familiare. Mascherò a fatica l'agitazione che avvertiva dentro di lei.
- Io, vivo quì...sì, non quì..in libreria..- si rese conto di non riuscire a formulare una frase sensata.
- Sì, ho capito - rispose Harlock con un sorriso appena accennato sulle labbra - vivi qui a Nexo - dedusse dimostrando una padronanza che dentro di lui in realtà non c'era.
Raflesia annuì. Il suo sguardo lo percorse. Harlock era sempre uguale. Non era cambiato in nulla in tutti questi mesi in cui non si erano più visti. Quasi un anno.
Si soffermò sulle sue labbra. Il leggero sorriso aveva fatto apparire due fossette ai lati della bocca. Raflesia ricordò che le erano piaciute dal primo sorriso che lui le aveva rivolto, la sera in in cui si erano conosciuti. Sospirò per cercare di far tornare nei ranghi i battiti del cuore.
Anche Harlock non riuscì a non guardarla nel suo insieme. Raflesia era bellissima, come sempre. Un leggero trucco metteva in risalto i suoi occhi scuri dal taglio leggermente a mandorla. Un velo di rossetto esaltava la sensualità delle sue labbra. Era come lui la ricordava in quell'ultimo maledetto incontro con lei, durante il quale si erano battuti a duello. E usava sempre lo stesso profumo. Era un'essenza che la sua memoria olfattiva non aveva mai dimenticato, e che gli riportava alla memoria momenti d'amore con lei quanto momenti di tensione e di scontro.
- E tu? - Chiese lei titubante. Voleva sapere di lui. Per tutto quel tempo si era chiesta mille volte dove fosse e che cosa facesse Harlock, e adesso che lui era lì davanti a lei l'emozione impediva quasi alle parole di uscire dalle labbra. Non si rese quasi conto che stava torturando con le dita la copertina del libro che teneva tra le mani.
- Sono qui di passaggio! Credo che ripartiro' da Urania oggi stesso - Harlock osservò la sua reazione a quella risposta. Lesse delusione nei suoi occhi.
Raflesia gli guardò i libri che teneva in una mano.
- Sono per...- non continuò la frase. Parlare della figlia di Harlock era un argomento difficile per lei. Un terreno delicato, a causa di ciò che era accaduto durante il periodo dei loro scontri.
- Sì, sono per Mayu - Harlock rispose evasivamente. Raflesia si limitò ad annuire. Aveva sempre immaginato di volergli dire tante cose in merito a quella questione, ma realizzò che non era quello il momento. L'occasione di rincontrarlo si era presentata nel momento e nel luogo più impensati, e ora Raflesia sentiva forte il desiderio di provare a recuperare terreno con lui. Di non lasciarsi sfuggire quella che forse poteva essere per lei un'ultimachance.
- Raflesia, scusami ma devo pagare questi libri e poi...preferirei andare - Harlock pronunciò le ulltime parole con poca convinzione. Quell'incontro inaspettato gli aveva decisamente ribaltato ogni priorità, ma non voleva farlo percepire in modo palese a Raflesia.
Lei sembrò sulle spine. Non voleva lasciarlo andare così. Se ne sarebbe pentita fino a morirne.
- Prendiamo un aperitivo insieme, qui al bar - la proposta le uscì dalle labbra di getto.
Harlock la guardò per un istante prima di rispondere. Mettersi a conversare davanti ad un bicchiere gli risultava piuttosto singolare visti i loro trascorsi e il loro ultimo incontro. Bisognava ammettere però che il loro passato era un pò particolare; un misto tra il bellico e il sentimentale.
Raflesia lo vide indeciso.
- ..Dieci minuti...- mormorò. I suoi occhi sembravano offuscati da qualcosa.
Harlock decise di accettare. Si trattava solo di bere quacosa in sua compagnia prima di congedarsi da lei.
- D'accordo..- rispose lui. Raflesia non riuscì a trattenere un sorriso.
All'uscita del negozio Raflesia notò un lieve imbarazzo da parte di lui nel dover tenere in mano il pacchetto regalo per Mayu. La commessa gli aveva confezionato i libri con della carta chiassosamente rosa, che poco si adattava alla sua immagine di centauro.
- Dammi il pacchetto, te lo tengo nella mia busta - Raflesia si offrì di infilare il regalo nella busta di carta che conteneva il suo abito nuovo.
- Va bene, ti ringrazio - Harlock lo affidò a lei. Sembrava così strano ad ambedue parlarsi normalmente in quel luogo. Potevano sembrare una normalissima coppia.
Presero posto su due sgabelli all'angolo meno in vista del bancone del bar.
- Dunque, intuisco che tu non ricopra più il ruolo di Regina - affermò Harlock fingendo di non sapere nulla sul suo conto.
Davanti a loro due calici di vino bianco.
- Sì, io...ho lasciato Venere per sempre - rispose Raflesia spostando il bicchiere con la mano.
- E tu? Sempre a spasso con il tuo equipaggio? - Chiese lei. Harlock scosse il capo.
- No. Sono solo. Ho lasciato il mio equipaggio sulla Terra; era giusto così - esclamò portandosi poi il bicchiere alle labbra. Non disse nulla riguardo a Meeme. Preferiva tenere la cosa per sè, almeno per il momento.
Raflesia sembrò quasi sorpresa alle sue parole.
- Perchè non sei rimasto sulla Terra anche tu? Dovresti essere una sorta di "eroe" da quelle parti, no? - La sua domanda poteva celare rancore, ma non era nelle intenzioni di Raflesia e Harlock lo percepì.
- Per i terrestri rimango sempre un pirata - mormorò a bassa voce.
Raflesia annuì. Avrebbe voluto dirgli che cos'era invece per lei, ma si trattenne dal farlo.
Il capitano approfittò per girare la stessa domanda a lei. Dentro di sè, aveva il desiderio di sapere se Raflesia fosse sola come lo era lui.
- Vivi sola? - Le chiese diretto. Quello era un argomento che lei non avrebbe voluto affrontare e sulle prime fu tentata di rispondergli di sì. Ma non voleva più mentirgli su nulla e rispose sinceramente.
- No..- scosse il capo - ..vivo ..con un uomo - il suo sguardo si infilò in quello di lui per osservarne la reazione. Un barlume di gelosia si presentò inesorabilmente nel profondo della sua anima, ma Harlock riuscì a nasconderlo agli occhi di lei. Si limitò quindi ad annuire.
- Si chiama Harvey ed e' un Procuratore Legale - Raflesia voleva arrivare ad una questione specifica spiegandogli chi fosse il suo attuale compagno.
- Bene - disse Harlock con aria apparentemente indifferente - mi fa piacere per te, Raflesia. Hai ripreso in mano la tua vita a quanto pare. Ho sempre avuto l'impressione che quella corona ti stesse un pò stretta - le disse con la massima sincerità. Gli fu però inevitabile immaginarla tra le braccia di un altro uomo, e questa immagine lo infastidì.
Raflesia bevve il resto del vino quasi d'un fiato. Le serviva coraggio.
- No, non va bene nulla, Harlock -
Quell'affermazione lo stupì, e allo stesso tempo lo sollevò lievemente suo malgrado.
- Io ho subito un processo. Un processo difficile, e Harvey e' stato il mio avvocato difensore - Raflesia abbassò lo sguardo.
- Un processo?- Harlock si stupì' per la seconda volta. - Avrebbero dovuto farti un monumento, Raflesia, solo per quanto ti sei impegnata contro...contro di me! - Esclamò con convinzione. Raflesia accennò un sorriso malinconico.
- Ma contro di te... ho perso - sentenziò rigirando con le dita il calice vuoto sul tavolino - e c'era bisogno di un colpevole, capisci? - Disse riportando lo sguardo su quello di lui.
Harlock era stato un militare e sapeva bene a cosa si riferisse lei. Aveva visto con i suoi occhi generali finire davanti alla Corte Marziale per lo stesso motivo per cui Raflesia era finita in giudizio. Ma Raflesia era comunque una Regina.
- Sì, capisco...- affermò il capitano rimanendo tuttavia perplesso.
-Con te poi ..ho perso in tutti i sensi.. - mormorò lei. Quella frase quasi le sfuggì dalle labbra involontariamente. Harlock ne afferrò il significato. Forse Raflesia era pentita delle sue scelte. Questo però non le cancellava. E non ne attenuava nemmeno le conseguenze.
- Ma adesso... mi sembra che tu stia bene, no? - Le chiese. A questo punto voleva capire se lei fosse felice con questo Harvey. Ne sentiva la necessità. Se lei glielo avesse confermato lui si sarebbe congedato da lei, con la ferma decisione di non volerla vedere mai più. Ma prima voleva capire bene lo stato della sua relazione con quell'uomo; una curiosità che cercava una risposta.
- E' un pò complessa da spiegare...- accennò lei. Harlock percepì il suo disagio.
Raflesia guardò nervosamente l'orologio. Harvey sarebbe rientrato per cena di lì a poco, e lei preferiva farsi trovare a casa.
- Harlock, io devo andare adesso - non rispose alla sua domanda, ma non era sua intenzione rinunciare a quell'occasione che il destino aveva loro presentato un'altra volta. Le sembrava di buttare via tutto in un attimo. Dentro di sè avvertiva la sensazione che ci fosse ancora tanto in sospeso tra loro. Decise quindi di lanciare un' altra proposta, cosciente che per lei sarebbe stata piuttosto pericolosa. Avrebbe dovuto mentire ad Harvey.
Harlock si stava già alzando dallo sgabello. Dentro di lui un senso di delusione nel doverle dire addio per l'ennesima volta.
Una parte di lui avrebbe voluto che lei rimanesse ancora. Il tempo lì con lei era decisamente volato troppo in fretta.
Tuttavia si accinse a salutarla, suo malgrado. Si era ripromesso più volte che semmai nella sua vita l'avesse dovuta rincontrare, avrebbe cercato comunque di mantenere un comportamento distaccato dopo tutte le vicissitudini passate. Era stato tutto troppo pesante da sopportare.
- Stammi bene, Raflesia... - disse quasi freddamente.
Raflesia agì d'impulso, quasi nel timore che lui le sfuggisse e appoggiò una mano sul suo braccio nell'intento di fermarlo.
- Aspetta Harlock, ti vorrei parlare con più calma. Ci possiamo rivedere... domani sera? - Glielo chiese titubante, ma senza mezzi termini. Harlock le rivolse uno sguardo interrogativo.
-..Parlarmi? - Per quale motivo Raflesia gli voleva parlare? Qualcosa a questo punto gli sfuggiva, o forse gli era più chiaro di prima. Raflesia giustificò la sua richiesta vedendolo perplesso.
- Come.. come amici! Vorrei spiegarti meglio alcune cose, Harlock. Ti prego...rimanda la tua partenza di un giorno - la sua sembrò una supplica prevedendo un rifiuto.
- Non ci possiamo proprio definire "amici", a mio parere - gli rispose lui.
- Ex nemici allora...o almeno..spero - abbozzò lei.
Una terza definizione balzò alla mente di ambedue. Ex amanti.Ma quest'ultima aleggiò solamente attorno a loro; nessuno dei due ne fece cenno.
Il capitano indugiava nel risponderle. Accettare significava venir meno ai suoi propositi.
- Harlock..per favore - mormorò lei. Un velo di tristezza sembrò offuscare di nuovo i suoi bellissimi occhi. Harlock l'aveva notato dal momento in cui si erano rivisti.
- ...Va bene, dove? - Capitolò alla sua richiesta.
- Alla Torre Rossa, su Nexo Ovest! E' un posto tranquillo. Ci vediamo lì verso le nove - le disse sicura lei, capendo le sue problematiche nel frequentare luoghi troppo comunemente affollati.
- D'accordo, so dov'è - rispose lui.
-Ok.... devo scappare- Raflesia raccolse le sue cose, si sentiva felice del fatto che lui avesse accettato di rivederla.
- Ci vediamo domani...non darmi buca - quella frase fu come un dejavù che la riportò alla loro prima notte insieme, quando davanti al taxi si erano dati appuntamento per quello che doveva essere il loro secondo incontro d'amore. Ne era seguita poi la terribile scoperta delle loro autentiche identità e tutto il resto.
- Ci sarò - asserì il capitano. Raflesia lo conosceva come un uomo di parola, e si avviò verso l'uscita del Centro Commerciale dopo averlo salutato un'altra volta. Non aveva nessuna voglia di rientrare a casa, ma doveva farlo.
A metà corridoio si voltò di nuovo verso di lui e gli fece un sorriso. Harlock lo ricambiò, e la guardò correre verso l'uscita finchè non scomparve dietro alle porte automatiche.
- Devo essermi bevuto il cervello - si rimproverò da solo. Era cosciente del fatto di aver pensato a lei continuamente, e di aver inconsciamente desiderato per tutto questo tempo di rincontrarla in qualche luogo. Allo stesso tempo però, si era quasi convinto che Raflesia per lui non fosse altro che un guaio.
Pensò però a com'era lei, a come l'aveva vista.
" E' sempre un bel guaio, comunque " convenne tra sè. Sapeva bene che Raflesia, per quante ne avesse combinate non gli stava indifferente.
Si sentiva strano, quasi stravolto da quell'incontro improvviso, e una strana emozione lo pervase scacciando da lui quel senso di vuoto che lo affliggeva da tempo. Come si sarebbe dovuto comportare con lei l'indomani?
Ascoltare quello che aveva da dire e poi salutarla. A distanza di ore da quel singolare appuntamento Harlock cercava già, almeno mentalmente, di imporsi delle regole.Il desiderio di trascinarla su un letto già gli prendeva i sensi. La guerra tra loro effettivamente era terminata.
Ma era meglio frenare i bollori; Raflesia stava con un altro uomo, anche se gli aveva dato ad intendere però di non essere felice.
E anche nel caso in cui Raflesia si fosse fatta avanti con lui in un certo modo, lui sarebbe stato disposto a perdonarle tutto ciò che aveva fatto durante la loro guerra? Il giorno in cui le aveva voltato le spalle sulla Dorcas, era così stanco di giochetti che avrebbe risposto sicuramente "no". Adesso però che l'aveva rivista dopo mesi non era sicuro se la risposta sarebbe stata la medesima. Era cosciente di aver cercato qualcosa di lei in altre donne, per tutto questo tempo.
Tanti fattori doveva ancora valutare quindi prima di potersi dare delle risposte sicure, e soprattutto, Harlock aveva necessità di guardare nel profondo della sua anima per capire veramente che cosa voleva. Forse quell'ennesimo incontro con lei lo avrebbe aiutato a far luce dentro di sè, sperando che non sortisse l'effetto contrario aggiungendo solo confusione.
Con questi pensieri Harlock abbandonò a sua volta il Centro Commerciale e si accinse ad uscire da Nexo a cavallo dellla sua moto.
Appena fuori Nexo si rese conto che non aveva portato con sè il regalo per Mayu. Accostò, alzando la visiera del casco.
- L'ho lasciato nella busta di Raflesia - esclamò. Si ricordò di quel numero che lei gli aveva lasciato due anni prima, la sera in cui si erano conosciuti, sperando che nel frattempo non lo avesse cambiato. Estrasse il suo dispositivo dalla tasca del giubbotto. Gli trasmise una particolare sensazione quando, cercando sulla rubrica, lo trovò inserito ancora sotto il nome di Susan.
"..Susan..." indugiò un momento nell'avviare la chiamata. Era un motivo futile chiamarla per quel pacchetto. Sicuramente Raflesia se ne sarebbe accorta da sola della sua presenza all'interno della sua busta. Tuttavia trovò una scusa per fare quella telefonata. Se Raflesia non gli avesse portato quel pacchetto la sera seguente, si sarebbero dovuti dare un altro appuntamento o avrebbe dovuto perdere dell'altro tempo in un negozio per prendere qualcos'altro a Mayu. Sfiorò quindi l'icona di invio per togliersi qualunque dubbio.
Il taxi di Raflesia imboccò la via che la riportava verso casa. Per la prima volta dopo quasi due anni, cioè dall'ultima volta in cui aveva avuto un incontro amoroso con Harlock, sentiva una forte emozione dentro di sè. Nulla più le aveva procurato un simile stato d'animo, se non una flebile speranza di sistemare le cose con lui proprio quel giorno in cui lei stessa lo aveva attirato alla Dorcas. Quel giorno era rimasto indelebile nella sua memoria.
Le loro spade si erano incrociate per suo volere. Harlock sembrava semplicemente parare i suoi colpi. All'improvviso Raflesia aveva sollevato il braccio che teneva l'arma, per contrastare la forza di lui e si era ritrovata con la schiena contro il muro. Harlock vicinissimo a lei teneva il braccio sollevato con la spada ferma sulla sua, impedendole ogni movimento. Il loro respiro era concitato; un velo di sudore sul viso e sulle ciocche di capelli che aderivano alla pelle.
- Raflesia basta, altrimenti mi vedrò obbligato a farti male per davvero - le aveva detto lui cercando di convincerla ad una resa .
- E allora fallo...- gli aveva risposto lei.
- Hai perso, Raflesia! Hai perso questa guerra. Accettalo! - Le aveva risposto lui irritato dalla sua solita testardaggine - non voglio farti del male - aveva poi aggiunto in tono basso. La sua vicinanza lo turbava, ma la guardia non andava abbassata. Si aspettava l'ennesimo imbroglio da lei.
- Harlock...- all'improvviso invece, il suo nome in un sussurro. Raflesia teneva il viso vicino al suo. I lunghi capelli dapprima raccolti in parte, erano scivolati dal nastro di velluto che li tratteneva, andando ad incorniciarle il viso. Il corpo di lui premeva contro quello di lei tenendola imprigionata su quella parete, cercando di mantenere il controllo di quell'assurdo scontro.
Era stata questione di un attimo e le loro labbra si erano unite. E trascinato da quel bacio, Harlock aveva allentato la pressione della sua spada su quella di lei, sopra le loro teste. Ma come era stato un attimo unirle, dopo qualche secondo Harlock le aveva staccate dalle sue allontanandosi da lei in un gesto che trapelava rabbia. Lasciandola lì, appoggiata a quel muro con il respiro che incespicava.
- Maledizione, Raflesia, si può sapere che diavolo vuoi da me? - Le aveva urlato il capitano.
- Ammazzami, Harlock! Se non lo fai tu, lo farà qualcun altro...- Gli aveva risposto lei con le lacrime agli occhi. Raflesia sapeva che la sconfitta non era ventilata. Un qualcosa di tremendo la attendeva al suo ritorno su Venere. Harlock aveva sollevato l'arma verso di lei arrabbiato e confuso, ma sicuro che quello che Raflesia gli stava chiedendo lui non l'avrebbe mai fatto.
- Sei impazzita? Non lo farò mai! Non ti voglio uccidere - il respiro concitato.
E ancora un ennesimo fendente verso di lui, quasi a cercare davvero la morte come unica soluzione. Harlock a quel punto aveva mosso la spada per difendersi, lacerando involontariamente la stoffa della tuta di Raflesia. Un taglio netto sopra al seno. La spada di lei era volata a terra, e la Regina aveva incrociato le mani sul petto per coprirsi d'istinto.
- Duello finito! - Le aveva detto lui in tono secco, rinfoderando la sua spada. E aveva cercato di distogliere immediatamente lo sguardo da grazie che si intravedevano e che aveva gia' conosciuto in passato.
- Sei contenta adesso? Dì che sei stata battuta da un piccolo pirata, vai a raccontare quello che vuoi al tuo Gran Consiglio, ma prendi i tuoi soldati e vattene ! - Le aveva urlato Harlock, esasperato dai suoi comportamenti.
Raflesia era lì, davanti al lui; tremante con le guance rigate di lacrime e le braccia incrociate sul seno a trattenere il lembo di stoffa. Dalla leggera ferita usciva un pò di sangue.
- ... Non volevo...- le aveva detto lui notandolo.
- Vuoi che me ne vada davvero? Non mi vuoi più vedere, Harlock? - Aveva mormorato lei.
-Non voglio più vederti - aveva sentenziato lui. - La nostra partita e' chiusa. Te lo ripeto: prendi i tuoi soldati e vattene! - Il tono era imperativo.
.- Addio Raflesia! - E senza aggiungere altro il capitano le aveva quindi dato le spalle incamminandosi con passo sicuro verso l'uscita di quello strano luogo.
Un vento caldo faceva alzare la sabbia da terra e l'immagine di Harlock sembrava svanire un pò alla volta man mano che si allontanava dallo sguardo di lei, offuscato dalle lacrime. I capelli corvini ondeggiavano sollevati da quella brezza, e Raflesia aveva chiuso gli occhi.
E come in quel gioco che faceva da bambina nel quale chiudendo gli occhi per un istante si sarebbe poi avverato un desiderio, Raflesia aveva pensato che quando li avesse riaperti avrebbe visto Harlock che tornava verso di lei.
- Torna da me..Harlock.. - aveva sussurrato in una sorta di conto alla rovescia - torna da me...amore... - ma nel momento in cui aveva riaperto gli occhi, anche quell'immagine sfocata di lui che camminava all'orizzonte era completamente svanita.
Il telefonino squillò facendola quasi trasalire. Sul display si illuminò un numero sconosciuto.
- Sì? - Rispose incuriosita.
- Raflesia?Sono Harlock. Puoi parlare? - La voce di lui all'altro capo le diede emozione.
- Sì..Harlock...sono..sono contenta che mi hai chiamata - rispose di getto. Si erano appena rivisti, e per quale motivo lui la chiamava di già? Il cuore iniziò a battere più velocemente.
- Raflesia, ti ho chiamata perchè ho lasciato il pacchetto per Mayu nella tua busta - le disse lui tenendo un tono lineare.
Raflesia gettò un'occhiata alla busta vicino a lei intravedendo la carta rosa del regalo al suo interno.
- Oh..hai ragione, domani sera te lo riporto - avvertì un po' di delusione. In cuor suo sperava che lui l'avesse chiamata solo per sentirla al telefono. Era un pensiero sciocco. Cose da innamorati. Un qualcosa che non riguardava più loro due.
- D'accordo grazie - gli rispose lui telegraficamente.
Tuttavia un desiderio di non interrompere immediatamente quella conversazione, li colse entrambi. Era la prima volta che si parlavano dietro ad una cornetta.
- Mi sembra strano sentirti al telefono...- gli disse lei - ...hai una bella voce - azzardò timidamente.
Harlock sorrise. I suoi complimenti non riuscivano a lasciarlo indifferente. Si sentì di ricambiare quelle parole in tutta sincerità.
- Anche tu - Raflesia aveva un tono di voce molto sensuale, un particolare che al telefono si accentuava.
- Sei già sulla tua nave?- Chiese lei.
- No, mi sono fermato per strada per chiamarti - rispose lui.
- Non ti ho chiesto se sei in moto. Mi ricordo della tua moto, sai? - Raflesia si allungò sul sedile, rilassandosi. Le luci della città scorrevano davanti al suo sguardo.
- Mi piaceva salire in moto...con te - Parlargli senza vederlo le diede un improvviso coraggio.
Harlock ebbe la sensazione che la loro conversazione stesse prendendo una piega un pò particolare. Convenne che non era il caso.
- Davvero? Io mi ricordo invece che ti piaceva spararmi addosso - affermò quelle parole passandosi la mano guantata sui pantaloni. Ci fu un momento di pausa, durante il quale sentì sospirare Raflesia dall'altro capo. Pensò di averle risposto troppo di getto. In fin dei conti il conflitto era terminato a tutti gli effetti, e una sorta di tregua non poteva che giovare ad ambedue. - Sì, sono in moto.. - aggiunse cambiando lievemente il tono.
- Harlock, ci sono parecchie cose di cui ti voglio parlare, domani sera...compreso quello a cui hai appena accennato tu - Raflesia deglutì. Avrebbe voluto che la loro conversazione telefonica prendesse un indirizzo diverso. Harlock dal canto suo avvertiva continuamente un forte senso di tristezza nel tono di lei. Ma non voleva farsi influenzare da questo. C'erano sicuramente ricordi teneri anche in lui, ma purtroppo al momento affioravano maggiormente quelli negativi. Decise così di tagliare corto.
- Raflesia, ho accettato di rivederti domani perchè a quanto pare ti preme dirmi alcune cose, ma poi...io ripartirò da Urania - il capitano fu piuttosto chiaro nell'esporre le sue intenzioni.
Raflesia si raddrizzò sul sedile ricomponendosi. Le parole di lui la fecero tornare alla realtà.
- Sì certo, a domani allora - aspettò la sua risposta.
- D'accordo, ciao - il capitano si congedò da lei in modo sintetico. Raflesia attese comunque che attaccasse lui, dopodichè chiuse anche lei il contatto dal suo dispositivo.
Memorizzare quel numero sotto il nome di Harlock risultava per lei pericoloso, per via di Harvey.
"Philip.." pensò tra sè. Lo archiviò quindi con questo nome e infilò il telefonino nella borsetta. Si ritrovò poi a riflettere sulla loro conversazione.
Harlock era stato lapidario. Raflesia ormai lo conosceva. Poteva dirsi di averlo conosciuto piuttosto bene nell'arco del periodo di scontri con lui. Il suo carattere non era sicuramente farina per ostie consacrate, e lei lo sapeva. Tuttavia volse lo sguardo di nuovo al finestrino avvertendo una bella sensazione. Un qualcosa che non provava più da tanto tempo e guardando il cielo di Nexo, quella sera le sembrò quasi diverso. Più bello.
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Raflesia apparecchiò la tavola e mise a scaldare la cena. L'auto parcheggiata sul vialetto le aveva dato conferma che Harvey era rientrato prima di lei, e voleva fargli trovare tutto pronto appena avesse terminato la doccia per dare alla serata un senso di normalità. L'uomo apparve sulla porta della cucina poco dopo, in accappatoio.
- Bentornata - le disse - dove sei stata fino a quest'ora? - Le chiese appoggiandosi allo stipite.
Non era accaduto nulla di particolare con Harlock, ma Raflesia avvertiva già dentro di sè un lieve senso di colpa nei confronti del suo uomo. Aveva un appuntamento con colui che con tutte le probabilità stava più indigesto di chiunque altro, ad Harvey, e doveva stare attenta a non farsi assolutamente scoprire.
Cercò di rispondere in modo impassibile.
- Sono stata al Centro Commerciale, e mi sono presa un vestito nuovo - disse mettendo in tavola la cena.
- Da sola? - Chiese lui.
- Sì, da sola - rispose lei evitando il suo sguardo. Harvey annuì.
- Sei rimasta fino a tardi...- insistette. La gelosia di Harvey agli albori del loro rapporto, l'aveva in parte lusingata. Lui l'aveva fatta sentire importante in un momento in cui lei avrebbe solo desiderato scomparire. Poi però, con l'andare del tempo, aveva iniziato quasi ad infastidirla. E Raflesia attribuiva questa cosa al fatto che in realtà lei non si era mai innamorata davvero di lui. I suoi sentimenti nei confronti di Harvey si riducevano ad una semplice riconoscenza. Il suo cuore era rimasto imbrigliato altrove, e lei sapeva bene con chi. Tutto questo lo aveva realizzato un pò alla volta, nell'arco della loro convivenza.
- Ho trovato un'amica che non vedevo da tempo. Viveva anche lei a Peplo...i casi a volte..- cercò una bugia che prendeva spunto dalla realtà, pensando all'incontro davvero casuale con Harlock nel luogo più impensato.
Harvey la osservò. - Un penny per i tuoi pensieri - mormorò. Ancora dentro di lui quella sensazione che lei gli sfuggisse, pur essendo lì con lui.
Raflesia abbozzò un sorriso per tranquillizzarlo.
- Daì, vai a vestirti; la cena è pronta - gli rispose versando del vino nei bicchieri.
- Oggi il notiziario ha parlato di Harlock - Harvey appoggiò il tovagliolo sul tavolo. La guardò negli occhi per vedere l'effetto che sortiva su di lei sentirlo nominare il pirata.
Raflesia si alzò da tavola e senza rispondere nulla raccolse i piatti. Si sentì trasalire a quell'affermazione, ma riuscì a mantenere il controllo.
- Qualcuno ha segnalato la sua presenza sul Quarto Pianeta - incalzò Harvey, senza distogliere lo sguardo da lei che adesso gli dava le spalle fingendo di essere indaffarata sul lavandino. Raflesia chiuse gli occhi per un istante, deglutendo. Si sentì sollevata nell'apprendere che quella notizia era solo una bufala. Aveva paura per lui. Paura che qualcuno lo scovasse, lo denunciasse. Ma Harlock non era sul Quarto Pianeta, e lei lo sapeva bene. Finse indifferenza.
- Affari suoi dove si trova...- rispose evasivamente senza voltarsi. Sentiva di avere le guance in fiamme, e non voleva che Harvey lo notasse. Respirò a fondo per calmarsi.
- Mi auguro che lo prendano - affermò Harvey dondolandosi sulla sedia - tu no? - Raflesia capì che si stava finendo nella solita questione. Harvey voleva capire cosa c'era stato tra lei e Harlock, e ogni tanto trovava il modo di tornare su quell'argomento.
Riprendendo padronanza delle sue emozioni si voltò verso di lui.
- Harlock non è più un mio problema, Harvey - la sua risposta fu secca. Harvey continuava a dondolarsi sulla sedia con atteggiamento indagatorio.
- Non vorresti che pagasse per averti calato in quel guaio? - Il riferimento era al processo. Raflesia continuò a riordinare la cucina senza rispondergli.
- ...Un guaio dal quale ti ho tirata fuori io..- lo disse con il solito mezzo sorriso che sfoderava, quando spinto dalla gelosia che provava nei confronti del pirata le ricordava ciò che lui aveva fatto per lei. Raflesia sospirò. Era possibile che quella conversazione dovesse finire sempre allo stesso modo? Non riuscì a stare zitta, stavolta.
- In quello che tu chiami guaio mi ci sono infilata da sola, e per quanto riguarda quello che tu hai fatto per me...non c'è pericolo che lo dimentichi! Me lo ricordi tu, tutti i santi giorni! - Chiuse la lavastoviglie con un colpo secco e girando attorno al tavolo lasciò la cucina con aria esasperata, mentre Harvey la seguiva con lo sguardo.
- Lo difendi? - Le disse lui tenendo il medesimo atteggiamento di chi si aspetta un'ammissione. Raflesia si fermò sulla porta della cucina e si voltò a guardarlo.
- No, mi attengo solo ai fatti, avvocato! - Rispose in tono sarcastico. Poi uscì.
Harvey continuò a dondolarsi sulla sedia con un movimento lento, pensando che tutto quel nervosismo di lei non faceva che confermare le sue teorie.
-Quel figlio di puttana..- mormorò versandosi dell'altro vino nel bicchiere.
Stesa sotto al lenzuolo, nel buio della stanza, Raflesia sentì i movimenti di Harvey che si spogliava. L'uomo si stese sul letto accanto a lei accarezzandole un fianco.
Raflesia sospirò; non voleva fare l'amore con lui. Non quella sera. Pensava continuamente ad Harlock. Un chiodo fisso.
E oltretutto stava pensando a cosa inventare per poter uscire da sola la sera seguente. Harvey di solito non approvava che lei uscisse da sola alla sera. Diceva che in giro c'era gente pericolosa, lì a Nexo. Ma Raflesia sapeva bene invece che erano solo scuse per tenerla legata a lui, e che tutto si ricollegava sempre alla gelosia che nutriva nei suoi confronti. Harvey non era sicuro di sè stesso, con lei.
- Sei arrabbiata? - Le chiese lui. Si girò supina, con il volto rivolto ad Harvey.
- No, sono solo un po' stanca...- gli rispose a bassa voce. Poi prese coraggio.
- Harvey, domani sera esco un paio di ore con questa mia amica...quella che ho trovato al Centro Commerciale, oggi - improvvisò qualcosa di plausibile.
- Non avete già chiacchierato abbastanza oggi? - Le chiese lui, sottolineando ancora il suo ritardo nel rincasare.
Raflesia si strinse nelle spalle. - E' tanto che non ci vediamo e ci fa piacere parlare ancora...tutto quì - sperò che non ne uscisse una questione.
Harvey annuì svogliatamente.- D'accordo, io ho da fare domani sera. Mi devo vedere con Peter per questioni di lavoro - Peter era lo Sceriffo della città di Nexo, e lui e Harvey erano legati da un'amicizia di vecchia data. Spesso Peter lo aveva favorito, dando a lui incarichi difensivi piuttosto che ad altri. Doveva a lui il suo incarico di procuratore.
Raflesia si sentì sollevata dalla sua risposta.
- Buonanotte, allora - fece per voltarsi di nuovo su un fianco, ma Harvey la trattenne. La baciò. Raflesia percepì il suo desiderio.
-..Harvey..sono stanca, scusami...- mormorò lei. Aveva sperato di non doverlo rifiutare.
Harvey le accarezzo' una guancia con aria delusa. - Lo sai che io ti amo - le disse, cercando lo stesso sentimento nello sguardo di lei.
Raflesia rimase in silenzio per qualche istante. - Lo so - gli rispose poi, prima di voltarsi di nuovo.
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Il giorno seguente, prima di recarsi all'appuntamento con Raflesia, Harlock passò da Meeme nel pomeriggio.
L'aliena lo abbracciò stretto a sè.
- Stai per ripartire da Nexo? - Gli chiese lei un pò in ansia. Stava molto bene con il suo popolo, ma nonostante questo per lei era una sofferenza pensare che non avrebbe più rivisto il pirata per molto tempo.
- No, tardo la partenza di un altro giorno..- Harlock cercò di rispondere evasivamente, ma si accorse subito di come lo stava osservando Meeme.
- Hai fatto qualche..incontro particolare? - Gli chiese lei captando qualcosa di nuovo in lui.
Harlock scosse il capo. - No, mi vedrò con Rachel, tutto qui - mentì.
- Mi risultava che l'avessi lasciata...- lo guardò perplessa.
- Un ritorno di fiamma - rispose lui sperando di essere stato esaustivo.
L'aliena scosse il capo e sollevò leggermente un sopracciglio, accennando un sorriso.
Harlock intuì. Non aveva senso mentire a Meeme. Sollevò quindi lo sguardo su quello di lei.
- Il caso, o non so a cos'altro attribuire questo fatto, ha voluto che io incontrassi Raflesia qui a Nexo, e stasera ho un appuntamento con lei. Mi vuole parlare - ammise. Meeme gli accarezzò una guancia.
- Sei emozionato, Harlock, io lo sento - gli disse in tono soave. Lui scosse immediatamente il capo.
- No, Meeme, stai pensando tutto sbagliato. Raflesia mi vuole parlare e io la voglio solo ascoltare. Fine! - Precisò prontamente.
- Guarda che stai facendo tutto tu! Non ho pensato a nulla io, credimi - rispose dolcemente Meeme - ho solo pensato che quello che tu definisci "il caso" io lo definisco in un altro modo - disse stringendo la mano di lui nella sua.
- E come? - Chiese il capitano.
- Destino - rispose candidamente Meeme.
Continua......
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Il mio destino sei tu
Fanfiction"Raflesia si volto' quasi distrattamente, mentre aspettava davanti all'entrata del ristorante. La sua attenzione fu catturata da un uomo che si accingeva ad attraversare la strada ad alcuni metri da lei. Il cuore le manco' quasi di un battito. Si se...