Raflesia, nonostante i tragici avvenimenti, non si è data per vinta ed ha seguito la sua idea spinta dalla forza che le trasmette quell'amore ritrovato.
Harvey quasi ingenuamente, immagina già di risolvere tutta la questione a suo modo.
E gli uomini assoldati da Fuentes sono riusciti ad entrare nel penitenziario.
Filerà tutto liscio?
IL MIO DESTINO SEI TU
Parte Ottava
Lopez e Scarella si avvicinarono ad Harlock mentre lui si alzava dalla panca.
Erano incuriositi anche loro, in un certo senso, di vedere di persona quell'uomo di cui tanto si chiacchierava e che sembrava aver messo nel sacco più volte il Governo Terrestre.
Quell' uomo considerato quasi imprendibile stava ora davanti a loro in quella cella, con le manette strette ai polsi e li guardava dall'alto della sua imponente statura.
Ma il suo sguardo anzichè celare paura per la sua situazione, sembrava quasi sfidare chiunque fosse entrato in quella cella.
- Cos'è, un altro omaggio di Sovolsky? - Chiese il pirata, immaginando che quei due fossero altri agenti mandati dallo Sceriffo per continuare il lavoro che avevano iniziato i colleghi.
Lopez si voltò indietro per assicurarsi che i due veri agenti non fossero entrati. Fortunatamente erano rimasti fuori a parlottare tra di loro.
- Vince...se si accorgono che lo abbiamo malmenato un po'? - Il poliziotto si rivolse preoccupato al collega. Vince scosse il capo.
- Ci siete andati piano, no? - Rispose. Foster annuì con aria preoccupata.
- E allora? Di che ti preoccupi - aggiunse Vince cercando di tranquillizzare il compagno mentre richiudeva prudentemente la porta della cella.
Foster annuì di nuovo con poca convinzione.
- Controllo medico di prassi dalla prigione di York. Siamo paramedici - esclamò Scarella ad alta voce, voltandosi anche lui verso la porta della cella.
Harlock strinse lo sguardo su di loro. Che diavolo di regole erano quelle adesso.
- Ci manda la tua donna, ti facciamo uscire di qui... - Mormorò Lopez, mentre Scarella estraeva velocemente dalla borsa attrezzi medici.
- Raflesia? - Sussurrò il pirata incredulo. Lopez annuì.
Harlock era diffidente. Come poteva Raflesia aver organizzato una fuga per lui in un tempo così breve. E Harvey? Era impossibile che l'avesse lasciata agire indisturbata. Che non la sorvegliasse dopo quanto accaduto. Aveva anche temuto il peggio per lei.
Sospettò quindi che questa fosse un'ennesima azione scorretta da parte dello Sceriffo.
Scarella alzò una mano verso di lui, nell'intento di aprirgli i bottoni della camicia per fingere di visitarlo. Ma Harlock alzò isintivamente le braccia bloccando quel movimento con destrezza nonostante le manette, e tirando al massimo la catena che scivolò stridendo sulla sbarra di acciaio.
- Niente mani addosso - esclamò a voce bassa ma con femezza - non so chi diavolo siete voi due, ma mi sembra tutto così improbabile -
Scarella scosse il capo. Raflesia li aveva messi in guardia sulla diffidenza del pirata. Questo fattore era stato previsto.
- Devo solo aprirti i bottoni della camicia - mormorò Scarella mostrando i palmi delle mani - dobbiamo far credere a quei due babbei che ti stiamo visitando - estrasse poi un biglietto dalla tasca e lo porse ad Harlock, dopo averlo aperto.
- Ecco leggi qui, ma fai veloce - disse l'uomo.
Harlock lo prese e concentrò lo sguardo sulle poche righe scritte a mano.
Harlock, amore mio! Fidati di questi uomini.
Ricordi? Io e te chiusi nell'ascensore; la mia claustrofobia. Il nostro abbraccio.
Ti prego, fai quello che ti dicono e ci vedremo presto.Ti amo.
Raflesia
- Questo me l'ha praticamente ficcato in tasca la tua Raflesia. Lei ha detto che conoscendoti era meglio fartelo leggere - precisò Scarella, sempre tenendo basso il tono della voce mentre si appendeva al collo uno stetoscopio.
Sembravano parole scritte in fretta e furia, ma quell'episodio che Raflesia aveva menzionato potevano conoscerlo solamente loro due. E probabilmente lo aveva scelto proprio per questo motivo. Per fargli prendere fiducia in questi due sconosciuti.
Scarella si apprestò a sbottonargli la camicia, stando ben attento a non toccarlo, capendo che non fosse cosa gradita. Le manette gli avrebbero impedito di farlo da solo e velocemente.
- Ti assicuro che preferisco di gran lunga sbottonare la camicetta di una femmina - mormorò con ironia il mercenario, mentre Lopez accennò un sorrisetto alla sua battuta.
Harlock seguiva invece vigile i movimenti di ambedue, gettando qualche occhiata alla porta di entrata.
A camicia aperta i due falsi agenti gli videro quindi alcuni lividi sul corpo. Era stato di sicuro picchiato. Si vedeva che non c'erano andati giù pesante, ma convennero che l'accaduto sarebbe divenuto utile al loro piano.
Scarella prese il biglietto dalle mani di Harlock e lo ricacciò in fretta nella tasca, mente Lopez gli metteva a sua volta in mano una compressa.
- Buttala giù, non ti sentirai molto bene ma è necessario. Al resto pensiamo noi - mormorò l'uomo riferendosi al farmaco, volgendo sempre uno sguardo vigile alla porta della cella che nel frattempo Vince aveva richiuso per precauzione.
Fidarsi. Quelle poche righe che aveva scritto Raflesia lo dovevano convincere. E a questo punto sembrava essere l'unica via.
Si portò la compressa alle labbra e la ingoiò. La testa iniziò a girare lievemente, poi un pò più forte.
Lopez e Scarella lo fecero sedere sulla panca.
- Ma che diav...- mormorò appena Harlock prima di scivolare dalla panca al pavimento, perdendo i sensi.
La catena agganciata alle manette si tese.
- Ecco..non ti ho detto che saresti svenuto - aggiunse Lopez a bassa voce - chiama i due idioti - si rivolse poi al compagno.
- Ehì, aprite svelti! - Urlò Scarella verso la porta della cella.
Vince e Foster si scambiarono un'occhiata allarmati e digitarono velocemente il codice che sbloccava la porta.
Entrarono in fretta e videro Harlock steso a terra, con i due paramedici inginocchiati vicino a lui che sembravano prestargli i primi soccorsi.
La camicia aperta sul petto del pirata mostrava chiaramente i segni delle percosse subite.
- Ma cosa diavolo è accaduto! - Esclamò Vince.
- Lo stavamo per visitare e si è accasciato improvvisamente. Svenuto! - Disse Lopez - Stiamo tentando di capire cosa gli è successo - precisò.
- Mi sembra comunque evidente che quest'uomo è stato picchiato. Ne sapete qualcosa, voi? - Si rivolse poi ai due agenti in tono quasi di rimprovero.
Vince e Foster si scambiarono un'occhiata.
- No...non ne sappiamo nulla - mentì Foster.
- Bisogna chiamare un'ambulanza. Questo tizio sta veramente male, e se gli accade qualcosa di grave io non ci voglio finire coinvolto - affermò deciso Lopez.
- Ah, nemmeno io - intervenne Scarella togliendosi lo stetoscopio dalle orecchie . Guardò Lopez.
- Battito cardiaco rallentato di brutto, e pure la pressione non va bene. Questo sta collassando! - Affermò trafelato verso il collega.
- Se crepa, ci vanno comunque di mezzo gli agenti che lo hanno pestato, ragazzi. Ve lo diciamo per esperienza - Scarella si rivolse a Vince e Foster con il tono grave di chi è sicuro di ciò che afferma.
Foster si scambiò un'occhiata con Vince. Lui era uno degli agenti che aveva partecipato al pestaggio. Per ordine dello stesso Sceriffo non avevano calcato la mano, ne era sicuro. Forse aveva ricevuto un colpo particolarmente forte in un punto delicato che gli aveva procurato un danno. Queste erano cose difficilmente prevedibili, a volte.
- Non..non è stato picchiato qui - mentì di nuovo - sarà accaduto durante l'arresto. Forse ha opposto resistenza. Se la vedrà Sovolsky... - cercò di sviare la questione.
Scarella scosse il capo di nuovo.
- No, ci vanno di mezzo i pesci piccoli, collega, fidati. Abbiamo visto agenti finire sotto processo!Con il nuovo Ministro terrestre poi...lui ci tiene a queste cose. Vuole farsi rieleggere lui - sentenziò sicuro.
- Chiamiamo il medico della prigione...cazzo, non c'è nemmeno il direttore - esclamò concitato Foster a quel punto, temendo di finire in guai seri. In quell'istante una schiuma bianca uscì dalle labbra leggermente schiuse di Harlock, steso a terra privo di sensi con le braccia completamente tese a causa della catena fissata alle manette.
Lopez portò due dita al collo del capitano per controllare il battito cardiaco. Volse poi appositamente uno sguardo preoccupato verso Scarella.
- Questo sta peggiorando..- sentenziò.
- L'ambulanza...ci vuole l'ambulanza. Se questo muore qui, Sovolsky ci lincia! - Urlò a quel punto Vince preso dal panico.
Lopez si alzò ed estrasse un dispositivo dalla tasca dellla divisa.
- Stai calmo, ci pensiamo noi -
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Il mio destino sei tu
Fanfiction"Raflesia si volto' quasi distrattamente, mentre aspettava davanti all'entrata del ristorante. La sua attenzione fu catturata da un uomo che si accingeva ad attraversare la strada ad alcuni metri da lei. Il cuore le manco' quasi di un battito. Si se...