Parte Quarta

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     Raflesia vuole giocare le sue carte fino in fondo con il capitano, tanto da agire forse un po' impulsivamente.
Harlock è combattuto tra il desiderio di cedere ai suoi sentimenti per lei, e il timore di soffrire ancora. Sembra che per lui sia più difficile accantonare il passato.
E Harvey ha inavvertitamente ascoltato una conversazione che non avrebbe dovuto sentire....

(Dedico questo capitolo che ho adorato scrivere e tutti gli inguaribili romantici come me...)

IL MIO DESTINO SEI TU  - parte quarta

- Fai buon viaggio - disse Raflesia chiudendo il bagagliaio dal quale Harvey aveva appena preso il borsone.
Stava per risalire in auto quando Harvey la afferrò per un polso. Si voltò di scatto verso di lui.
- Raflesia, non mi dai un bacio? - Le chiese infilando lo sguardo in quello di lei. Raflesia deglutì, si sentiva emozionata e preoccupata allo stesso tempo pensando al suo ennesimo appuntamento con Harlock. Nella sua mente, maturava l'idea che a questo punto avrebbe dovuto parlare ad Harvey. Dirgli che non lo amava, a prescindere da come sarebbero andate le cose con Harlock. Ma sapeva che Harvey non l'avrebbe presa bene, e sentendosi ancora in debito con lui, non era riuscita ad immaginare un modo per esprimere con sincerità ciò che sentiva. In ogni caso era un discorso che andava affrontato con calma, e non sicuramente in modo sbrigativo davanti all'entrata di un astroporto.
Si avvicinò a lui, e Harvey le prese il viso con una mano. La baciò sulle labbra avvertendo ancora una volta poco trasporto da parte di lei.
" Sono sicuro che quel figlio di un cane te lo baci in un altro modo " pensò tra sè. Una sensazione di angoscia e di rabbia si impadronì di lui. Quel pirata gli stava portando via la donna che lui amava.
Nonostante la loro relazione fosse iniziata in modo un po' singolare, Harvey era sicuro di non aver mai amato un'altra donna come amava lei.
La sua poteva essere una forma di possessione, ma lui non ci vedeva differenza. Amare per lui significava proprio possedere l'altra persona in ogni sua sfumatura.
Tuttavia adesso non era il momento di perdere la testa, o fare cose avventate. Doveva rimanere calmo e lucido, se voleva portare a termine i propositi che si era ripromesso.
Le lasciò andare il polso.
- Cosa farai tutta sola? - Non riuscì a trattenere quella domanda. Voleva sentire fino a che punto avrebbe mentito lei.
Raflesia cercò di dominarsi; il cuore batteva forte. Si strinse nelle spalle.
- Me ne starò a casa, tranquilla. Sistemerò un po' di cose mie - riuscì a rispondere con tono fluido. Harvey accennò un sorriso.
- Non ti "stancare"- le disse scandendo l'ultimo vocabolo. Poi le voltò le spalle e si avviò verso la zona di imbarco.
Raflesia lo guardò allontanarsi per qualche istante, poi entrò in auto e partì. Aveva avvertito un qualcosa di aspro nel suo tono e nel suo atteggiamento, ma lo attribuì all'evidente declino del loro rapporto e non se ne curò.
Appena rientrata a casa andò in camera e infilò in una borsa gli indumenti che voleva indossare quella sera. E dopo aver controllato di avere tutto l'occorrente nella piccola borsetta che era solita portare a tracolla, carico' la borsa in auto e partì. Strada facendo si fermò a prendere il necessario per preparare la cena, e terminati gli acquisti uscì velocemente da Nexo per dirigersi verso la campagna.
Mentre guidava una sensazione per lei ormai quasi dimenticata le salì dal cuore alla mente. Una sensazione dimenticata ma non cancellata.
L'anima è predisposta per catalogare le emozioni e non per eliminarle; semplicemente le archivia.
E Raflesia capì che quella sensazione che riaffiorava ora in lei aveva un nome ben preciso. Speranza.


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- Harvey, siamo appena partiti e sembri già su un altro pianeta. Ma che diavolo hai? Mi servi con la testa sulle spalle oggi! - Esclamò Peter, allungandosi sulla poltroncina del piccolo veicolo spaziale che il governo gli metteva a disposizione, e che lui non disdegnava di utilizzare anche per affari di natura privata.
Erano partiti da poco da Urania, ma lo Sceriffo aveva notato lo strano silenzio dell'amico avvocato.
Harvey lo guardò per un attimo prima di rispondergli.
- Ti interessa ancora farti bello con il governo terrestre? - Gli chiese diretto.
Peter annuì spalancando gli occhi.- Accidenti se mi interessa! Hai qualche idea? - Rispose incuriosito versando del brandy in due bicchieri.
Harvey afferrò il bicchiere e bevve d'un fiato, sotto lo sguardo un po' perplesso dell'amico. Aveva decisamente un'aria provata.
- Che ne dici se ti faccio catturare Harlock? - Propose in tono secco.
Peter si sporse in avanti. - Dico che sarebbe un colpaccio ma..come diavolo...Harlock è stato segnalato sul Quarto Pianeta e.. - Peter fu subito interrotto.
- Balle, cazzate!Notizie false. Harlock si trova a Nexo...e stasera si incontrerà con..- deglutì; confessare questa cosa a Peter lo infastidiva, ma aveva bisogno di lui e convenne che lo Sceriffo doveva saperlo comunque per potergli essere utile - ...con Raflesia! - Concluse a fatica. Peter lo guardò di sottecchi e quasi ad intuire la necessità del suo amico gli versò un altro bicchiere di brandy.
Da come glielo stava dicendo, l'uomo capì che le teorie che aveva imbastito finora Harvey su una possibile relazione tra la sua donna e il pirata avevano con tutte le probabilità un reale fondamento.
- Che storia è questa? - Chiese rimanendo sul vago.
Harvey buttò giù anche il secondo bicchiere e Peter capì che la questione era seria.
- Non so Peter..non so da quanto si incontrano, ma ho sentito una conversazione al telefono che non lascia dubbi - asserì l'avvocato fissando il bicchiere vuoto.
Peter scosse il capo. - Non so come fai a rimanere calmo. Se si trattasse di Rebecca..io... - non terminò la frase, tanto gli sarebbe risultato assurdo ed inaccettabile un tradimento da parte della moglie.
Harvey sollevò lo sguardo su di lui.
- Sì, lo so cosa stai pensando. Io tradisco Rebecca puntualmente - lo Sceriffo si lasciò di nuovo andare sulla poltrona - ma lascia che ti dica una cosa, Harvey. Un uomo tradisce per natura, perchè ha bisogno di evadere. Ma una donna...- alzò il dito verso l'avvocato - una donna tradisce per amore amico mio, credimi - concluse la sua teoria con sicurezza. Harvey finse quasi di non aver udito quelle parole. Pensare che la sua Raflesia fosse innamorata di Harlock, dopo tutto ciò che lui sentiva di aver fatto per lei, lo mandava letteralmente fuori dai gangheri. Tuttavia mantenne la calma.
- Se non ho fatto nulla, Peter, è perchè io so bene che la vendetta è un piatto che si gusta meglio freddo. E io so come fare; sei disposto a collaborare? - Chiese affondando anche lui sulla poltrona con lo sguardo dritto in quello dell'amico - Inizia ad immaginare già il tuo nuovo ufficio, Peter! - Aggiunse con un mezzo sorriso.
Peter annuì soddisfatto. - D'accordo Havey, spiegami tutto. Ma prima portiamo a termine questo affare - gli allontanò il bicchiere e la bottiglia - e mi servi sobrio! -


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Harlock accelerò, capendo che non sarebbe arrivato puntuale al suo appuntamento.

Di passaggio si era fermato da Meeme, e si era trattenuto un pò più del dovuto a causa delle ultime novità che l'aliena gli aveva comunicato.
Avevano parlato seduti in giardino, all'ombra di un grande albero.
- Harlock, parto per Yura. Si tratta di una spedizione - gli aveva detto lei - mi sono unita ad un gruppo che da tempo sta organizzando un viaggio sul nostro pianeta -
- Meeme...il vostro pianeta è...distrutto. Cosa ci andate a fare? - Gli aveva detto lui preoccupato.
- Vogliamo vedere in che stato si trova attualmente. La spedizione è organizzata da scienziati del nostro popolo che sperano si possa fare qualcosa per farlo rinascere, e mi è stata data la possibilità di unirmi al gruppo visto che ho viaggiato molto nello spazio con te. Sarò di supporto -
- E tu ci vuoi andare? -
- Si, ci voglio andare -
C'era stato un momento di silenzio tra loro due, nell'apprendere che le loro esistenze avrebbero preso veramente due direzioni diverse.
Harlock aveva pensato che forse Meeme partiva perchè aveva la necessità di dare un taglio netto a quella sorta di cordone ombelicale che continuava ad unirla a lui.
- Io domani partirò da Nexo..- aveva quindi accennato.
- Sono giorni che lo dici - un sorriso che la diceva lunga era apparso sul volto enigmatico di lei.
- E' soltanto una cena -
- Già..con Raflesia -
- Sì..con Raflesia - Harlock aveva sospirato - ..sono un po' confuso, Meeme, e non ci sono abituato - non c'erano segreti con Meeme.
A quel punto l'aliena aveva appoggiato una mano all'altezza del suo cuore, chiudendo gli occhi per un istante.
- C'è tanto amore dentro a questo cuore, Harlock. E la donna che lo riceverà, sarà davvero fortunata - gli aveva detto lei rivolgendogli un tenero sguardo.
- Se è come dici tu vorrei che questo amore andasse nella direzione giusta - aveva mormorato lui.
- Lo capirai da solo..-
Harlock era rimasto a guardarla per un attimo. Meeme sembrava trovare sempre le parole adatte da dire, ma in lui i dubbi rimanevano.
- Quando parti per Yura? - Le aveva chiesto per sviare un po' i discorsi.
- Domani mattina -
Gli sguardi di ambedue si erano persi per un attimo. Erano stati per molto tempo l'uno la sicurezza dell'altra.
- Non ci vedremo per un po'. Mi mancherai Meeme.. -
- Sì..per un po'. Mi mancherai tanto anche tu Harlock.. -
L'incontro era dunque terminato con un abbraccio e con la promessa che si sarebbero tenuti in contatto e rivisti lì, a Nexo.
E quando Harlock si stava allontanando Meeme aveva fatto due passi verso di lui, presa da una strana sensazione.
- Harlock! -
- Si? - Il capitano si era voltato sentendosi richiamare da lei.
Meeme aveva scosso il capo. Forse si preoccupava troppo. Forse era arrivato il momento di spezzare davvero quella simbiosi che la legava a lui. Lasciarlo andare.
-Niente...solo, stai attento... -
Lui le aveva sorriso per tranquillizzarla, e dopo essersi infilato il casco era partito a cavallo della sua moto mentre Meeme era rimasta a guardarlo finchè non era sparito all'orizzonte.



Raflesia guardò per l'ennesima volta l'orologio. Harlock era un po' in ritardo, e lei sperò vivamente che non avesse cambiato idea in modo repentino.
" Mi avrebbe comunque avvisata" pensò tuttavia andando alla finestra. Per come lo conosceva lei, il capitano non era tipo da sparire senza dire nulla.
Tutto era pronto e aveva lavorato tutto il pomeriggio nel riordinare la piccola casa di Old Ville. Aveva cucinato, e dopo essersi fatta la doccia si era vestita e truccata leggermente ma in modo curato.
Scostando la tenda, vide la luce di un faro e riconobbe la moto di Harlock. Chiuse immediatamente la tenda e andò vicino alla porta.
Respirò forte chiudendo gli occhi e in quell'istante il capitano suonò il campanello.
Raflesia attese qualche secondo e poi aprì.
- Perdonami sono in leggero ritardo, ma pensavo che Old Ville fosse più vicino a Nexo - esclamò. Era un pò più spettinato del solito a causa del casco, e teneva in mano due bottiglie di vino. Raflesia lo trovò adorabile e sorrise prendendo in mano le bottiglie.
- Non me ne sono accorta del tuo ritardo..- finse - vieni, non stare sulla porta. -
Harlock entrò e i loro sguardi si perlustrarono involontariamente.
Raflesia indossava l'abito che aveva acquistato il giorno del loro incontro alla libreria. Era semplice, di colore nero e seguiva le curve del suo corpo fino al ginocchio, con un piccolo spacco laterale. Delle sottili spalline lo sostenevano mentre fasciava la linea del seno mettendolo in evidenza, senza però essere troppo scollato. Ai piedi indossava delle scarpette con tacchi color fucsia. I capelli neri e lucidi sciolti sulle spallle, le accarezzavano la schiena fino ai fianchi. Harlock notò il trucco leggero sul viso, e il velo di rossetto che esaltava la linea dolce delle sue labbra. Quelle labbra gli erano piaciute dal giorno in cui l'aveva conosciuta, oltre a tutto il resto e il capitano non potè fare a meno di guardarla nel suo insieme con aria compiaciuta.
- Sei bellissima - gli disse lui quasi di getto. Raflesia arrossì lievemente. Ricordò che glielo aveva detto più volte in altre situazioni.
Lui si era vestito con una paio di jeans e una camicia bianca, che si intravedeva sotto al giubbotto. Harlock fece per toglierlo.
- Dai quà - esclamò Raflesia appoggiando le due bottiglie su un tavolino in entrata e sfilandoglielo di dosso. Appoggiò il giubbotto su una sedia in salotto e rivolse uno sguardo quasi sorpreso verso di lui. Non lo aveva mai visto in camicia.
- Stai..stai bene davvero - gli disse, osservando che attraverso la lieve trasparenza della stoffa leggera si intravedeva il suo torace ben modellato. Si trattenne dal dirgli altro.
Harlock le sorrise. Ci fu qualche secondo di silenzio nel quale rimasero con lo sguardo l'uno sull'altra.
- Accidenti, rischiamo di ubriacarci stasera - Raflesia fece un cenno verso le due bottiglie quasi per togliersi da un iniziale imbarazzo.
- No, ti terrò d'occhio...- rispose Harlock alludendo ai bicchieri di vino che avrebbe bevuto lei - una bottiglia è per la cena e spero di averla indovinata. Mentre l'altro è un vino particolare, liquoroso... - la guardò tutta di nuovo - ...lo beviamo dopo cena - aggiunse.
Raflesia annuì compiaciuta soprattutto dei suoi sguardi e lo invitò a sedersi in soggiorno dove aveva preparato il tavolo per cenare.

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- Ti giuro che non ti ci vedevo proprio in una casa di campagna, Raflesia - esclamò il capitano osservando l'ambiente. La casetta era davvero accogliente e ben arredata. Uno stile che sapeva di antico si mescolava bene a qualche particolare decisamente moderno.
- L'ho comperata con un piccolo lascito di mia nonna - disse Raflesia appoggiando il bicchiere sul tavolo - un piccolo gruzzoletto che lei aveva messo da parte per me e che non figurava in nessun documento ufficiale. Gli unici beni che sono riuscita a salvare dopo l'assoluzione - abbassò lo sguardo. Quei ricordi e le umiliazioni subite la ferivano ancora.
- Mia nonna mi ha voluto bene davvero - aggiunse. Harlock ricordò della confidenza che gli aveva fatto Raflesia durante il loro primo incontro in merito agli atteggiamenti rigidi del padre, ma evitò di entrare nell'argomento.
- Hai fatto bene ad investirli - si limitò a dirle.
- Harvey non la pensa così; dice che ho buttato i soldi in una casa che lui definisce un "cesso" - fu diretta.
- Io la trovo carina. Molto calda e accogliente - rispose il capitano.
- E' il mio rifugio... - accennò lei.
- Il tuo rifugio... da cosa? - Chiese lui stringendo lo sguardo sul suo.
Raflesia abbassò le lunghe ciglia.
-Da tutti i miei sbagli...- sollevò di nuovo le ciglia. Il capitano rimase in silenzio.
- Comunque, con il senno di poi, ho realizzato che forse Harvey non aveva tutti i torti. Adesso avrei un piccolo malloppo solo mio, che non ho più.- disse Raflesia. Harlock la vide torturare il tovagliolo tra le dita.
- Non ci si pensa quando tutto e tutti sono a tua disposizione come accadeva a me, quando ero Regina; ma l'indipendenza economica è un fattore fondamentale per decidere della propria vita - aggiunse limpidamente
- Forse puoi farlo ugualmente, no? Intendo, decidere per te stessa - cercò di approfondire le affermazioni di lei.
Raflesia accennò un sorriso scuotendo il capo.
- Vorrei cercarmi un'occupazione ma Harvey non è d'accordo. Lui mi vuole a casa ad aspettarlo - rigirò ancora il tovagliolo tra le mani - secondo lui una brava moglie si fa trovare a casa alla sera - il tono era leggermente malinconico e il capitano lo notò.
- Perchè non ci provi lo stesso? Magari Harvey si rassegna davanti a fatto compiuto - le suggerì lui. Ma Raflesia sembrava stanca, demotivata; l'aveva vista in una versione completamente diversa mesi prima e ora vederla così gli dava una strana sensazione.
- La verità è che io sono stata una Regina, e come mi dice a volte lui...non so fare nient'altro - aggiunse lei.
- Hai preparato una cena perfetta. Non mi sembra nulla..- accennò lui - e forse lui non sa che dare degli ordini spesso è molto più diffcile che riceverli - concluse diretto, riferendosi all'esperienza di ambedue anche se su fronti opposti.
- E' vero. E se non lo sappiamo noi...- lei abbassò lo sguardo intuendo la sua intenzione di comprenderla e gratificarla.
Harlock finora si era astenuto dal commentare questo rapporto, ma riflettendo sulle parole di lei non riuscì a trattenere il suo pensiero. Man mano che Raflesia gli parlava di questo avvocato, aveva l'impressione che invece di valorizzare la donna che aveva a fianco la sminuisse. Forse era un modo per tenersela stretta. Il capitano pensò invece che era quello migliore per perderla. Rimase dunque sull'argomento.
- Perdonami la franchezza, ma quello che mi descrivi tu ha più l'aria di un sequestro di persona che di una relazione..d'amore - si portò il bicchiere alle labbra bevendo un sorso di vino. Lo sguardo di lei seguì il suo movimento soffermandosi sulle sue mani - Io credo che quando si ama una persona sia giusto andare incontro ai suoi desideri - aggiunse lui con fermezza. Raflesia non rispose nulla limitandosi a guardarlo e Harlock pensò che forse non aveva scelto parole adatte.
- Non ti sto giudicando Raflesia, credimi non è nella mia indole farlo. Ma io ti considero una donna forte, e in questa situazione non ti riconosco - sentenziò con sincerità.
- Non sono forte Harlock, o per lo meno, non come credi tu. E quando è finito il processo ero praticamente il fantasma di me stessa - fissò il liquido nel suo bicchiere - spesso penso che Harvey si sia innamorato di un involucro, non di Raflesia. Lui Raflesia non l'ha nemmeno conosciuta, ma fatto stà che io gli devo la mia libertà - asserì.
Harlock riflettè ancora un momento sulle sue affermazioni. Usciva sempre la questione di questa sorta di debito verso il suo uomo. Non era su questo che si costruiva un amore, ma si limitò a commentare solo parte della sua frase.
- L'ho conosciuta io Raflesia, forse... - accennò.
- Nemmeno...o sì. Susan era Raflesia...e adesso è proprio lei che hai davanti - un silenzio seguì questa frase. Il loro passato riaffiorava ancora una volta.
Harlock la guardò intensamente. Dove sarebbe andato a parare quel discorso? Non ci voleva tanto per capirlo.
- Susan... era stupenda - si lasciò andare a questa affermazione.
-Mentre Raflesia.. non ti piaceva? - Chiese lei. Il cuore iniziò a battere più forte.
- Raflesia mi piaceva quanto Susan; è quello che voleva fare Raflesia che non mi piaceva - sentenziò. Lo sguardo fermo sugli occhi di lei.
- Parliamo al passato. Se parlassimo al presente? - Chiese ancora lei.
Harlock sospirò e si alzò dalla sedia. A sua volta si alzò anche lei. Fermi uno di fronte all'altra, si resero conto di essere arrivati al cuore della questione.
- Raflesia...sono successe tante cose...- le rispose.
Raflesia dall'altra parte del tavolo aveva la speranza di sentire una risposta più precisa.
- Ieri in ascensore...mi stavi per baciare. Vorrei capire cosa provi per me - rigirò nervosamente una ciocca di capelli tra le dita.
- Me lo sono chiesto anch'io, quando pensavo a te sapendo che non avrei dovuto farlo - il suo occhio ambrato si infilò in quelli scuri di lei.
- E ti sei dato una risposta?- Chiese Raflesia. Sentiva il cuore martellare in petto.
Il capitano pensò per qualche istante. Ancora davanti a lui quel muro fatto di avvenimenti che lo avevano fatto soffrire troppo.
- Sì, ma era una risposta che non volevo sentire - limitò le parole.
Raflesia non volle insistere e abbassò lo sguardo. Forse Harlock ne aveva avuto davvero abbastanza di lei. Allora perchè aveva accettato quel suo invito?
Si voltò e si avviò verso una piccola scrivania che stava nell'adiacente saletta. Quella situazione andava sbloccata in qualche modo.
Harlock prese la seconda bottiglia e la aprì con movimenti lenti, mentre la seguiva con lo sguardo. Dentro di lui avvertiva quella sensazione di combattimento che aveva già provato in passato, dinanzi a lei. E anche se aveva in qualche modo aggirato la sua domanda che non lasciava dubbi sulle sue intenzioni, ebbe a questo punto la certezza su come quella serata si sarebbe conclusa, o meglio, su come sarebbe proseguita. Tuttavia c'era ancora qualcosa da mettere in chiaro, come aveva specificato a Meeme quel pomeriggio, quando le aveva riferito che si sarebbe visto di nuovo con Raflesia.
La vide abbassarsi per cercare qualcosa dentro all'anta di un mobiletto vicino alla scrivania.
La coscia si intravedeva attraverso lo spacco laterale del vestito, e lo sguardo di lui la accarezzò salendo fino alla curva del fianco, spostandosi poi sulla rotondità perfetta del suo fondoschiena.
I capelli scendevano su di lei come una cascata corvina. La ricordò stesa sul letto, ancora una volta.Quel corpo perfetto, quella pelle liscia. Un ricordo che risaliva a quasi due anni prima ma che non riusciva a cancellare dalla sua memoria. Adesso lei era lì davanti a lui, divina come e più di allora e la conseguenza fu desiderarla.
Raflesia si alzò e infilò una chiavetta in un dispositivo.Un sottofondo musicale iniziò a diffondersi nel caldo ambiente.
Si appoggiò al tavolino rivolta a lui. Harlock versò il vino in due calici.
- Questa canzone..l'ho ascoltata molte volte - disse lei scostandosi sensualmente i capelli dal viso.

*L'orgoglio può superare migliaia di prove
Le persone forti non cadranno mai


- Queste parole...mi fanno pensare...a noi - mormorò.
Harlock camminò verso di lei. Le braccia abbandonate lungo i fianchi e i calici in mano. Il vino ondeggiava lievemente accompagnando il suo incedere.
Raflesia si ritrovò ad ammirarlo di nuovo. Un'eleganza innata quella di lui, senza forzature.
- Credi che si tratti di una questione di orgoglio? - Le chiese lui riferendosi alle parole della canzone.

Ma guardando le stelle senza di te,
La mia anima piange


- Non lo so dimmelo tu - rispose lei - io ci sto morendo, Harlock...- sentì di prendere coraggio.

Un cuore trascinato, è pieno di dolore
....fa male


- Raflesia, tu non sei felice..- affermò Harlock e ad un passo da lei le mise il calice tra le mani. Raflesia lo prese senza distogliere lo sguardo dal suo viso, e se lo portò alle labbra bevendo un sorso del prezioso liquido. Ne bevve un sorso anche lui.

Perchè ti sto baciando..ti sto baciando...

- Come posso essere felice.....sto con un uomo che non amo, e amo un uomo che forse non mi vuole più - mormorò - è così, Harlock? Ti giuro che preferisco che tu me lo dica, adesso - concluse. Gli occhi si inumidirono leggermente. Se lui le avesse confermato la sua teoria, aveva la certezza che si sarebbe sentita morire per l'ennesima volta, com'era accaduto quel lontano giorno sulla Dorcas quando lui le aveva voltato le spalle allontanandosi con la ferma decisione di non tornare più sui suoi passi.
Raflesia appoggiò il calice sulla scrivania. La mano le tremava a tal punto che le sarebbe scivolato.

Toccami nel profondo, puro e vero
cediti a me per sempre


Harlock posò la mano sul suo fianco, appoggiando anche lui il calice vicino al suo. Il desiderio di un contatto fisico era per lui ormai inevitabile.
- Sono rimasto su Urania, a Nexo, perchè ho incontrato te Raflesia. Non è vero che non ti voglio più, ma quello che non voglio è rimetterci il cuore un'altra volta - la mano scivolò dal fianco alla schiena di lei sospingendola verso di sè. I loro corpi aderirono e Raflesia risalì con i palmi delle mani lungo il suo petto in una carezza, cingendogli il collo in un abbraccio. Scosse il capo con le labbra tremanti. Sentire di nuovo il suo corpo forte contro il suo la estasiò. La speranza che accadesse ciò che più desiderava si impadronì di lei a tal punto da farla fremere.
- No, non succederà! Ho sofferto Harlock ...ho sofferto troppo anch'io. Non posso più mentire a me stessa; non posso più infilarmi tra le lenzuola con un uomo, immaginando ad occhi chiusi che quell'uomo sia tu. Non posso più vivere così - sussurrò lei.
Quelle parole rimbalzarono dentro di lui, dal cuore ai sensi nel profondo della sua anima. Raflesia tornava prepotentemente nella sua vita dandogli conferma che in realtà non ne era mai uscita.
Harlock la strinse a sè prendendole il viso tra le dita. Le labbra vicine alle sue. La sensazione fu quella di arrendersi. Arrendersi all'evidenza, al desiderio e all'amore che provava per lei.
- Ti ho cercata anch'io in altre donne, Raflesia...ma non è servito a nulla, è stato uno sforzo inutile - le sfiorò le labbra con le sue - basta giochetti tra di noi, basta cazzate - sussurrò - se si fa, si fa sul serio adesso...e a modo mio - aggiunse con fermezza. Quella fermezza che di lui le era sempre piaciuta.
Raflesia stretta nel suo abbraccio si limitava ad annuire alle sue parole senza riuscire a proferirne soltanto una. I battiti del suo cuore erano quasi fuori controllo.
Le parole del brano in sottofondo che andava pian piano sfumando accompagnarono il loro silenzio.


Perchè ti sto baciando...ti sto baciando....

E quel silenzio era solo il preludio di qualcosa che sarebbe accaduto, e che si trascinava dal giorno in cui si erano rincontrati.
Harlock prese le labbra di lei tra le sue gustandone la morbidezza per un momento, prima di cercare il contatto della sua lingua con la propria. Raflesia le schiuse e si baciarono, come forse non avevano quasi più sperato di poter fare. E avvinghiati l'uno all'altra le loro mani iniziarono a scivolare sui loro corpi cercando un varco tra gli abiti, nel desiderio di ritrovarsi al più presto pelle contro pelle.
Raflesia allacciò una gamba a quella di lui e Harlock le accarezzò la coscia sollevandole la stoffa del vestito, sentendo la sua pelle morbida sul palmo della mano. Il suo corpo sinuoso stretto contro il suo eccitava i suoi sensi e con un movimento deciso la sollevò facendola sedere sulla scrivania alle sue spalle.
Raflesia scostò per un momento le labbra dalle sue. Gli accarezzò il viso indugiando con il pollice sulla cicatrice. La adorava, faceva parte di lui. Fece per togliergli la benda e Harlock le fermò istintivamente la mano appoggiando la propria sulla sua. Raflesia scosse lievemente il capo; ciò che poteva risultare un difetto, era per lei un pregio perchè lui era il suo amore, un uomo stupendo che portava fieramente i segni del suo essere guerriero. Il capitano le lasciò la mano e la benda scivolò via dal suo occhio cieco. Raflesia glielo baciò, chiudendo gli occhi.
- Harlock....Harlock , amore.. - sussurrò con le dita che ripercorrevano freneticamente la fila di bottoni sulla camicia di lui, slacciandoli uno alla volta. La aprì con un gesto veloce e gli passò le mani sul petto liscio. I muscoli addominali si contrassero sotto il suo tocco, e si evidenziarono allo sguardo estasiato di lei.
- Raflesia.... - mormorò lui con le mani sopra alle sue. Se le portò alle labbra baciandole con amore, poi la baciò di nuovo sulle labbra mentre le abbassava le spalline dell'abito. Scivolò con la bocca sul suo mento per poi schiuderla sulla pelle liscia e candida del suo collo, mentre una mano saliva ad accarezzarle un seno al limite dall'essere scoperto. Raflesia gemette e allacciò le gambe dietro di lui per tenerlo il più stretto possibile a sè.
Quell'onda di desiderio che li aveva travolti entrambi, li lambiva e li trascinava con sè nel fluttuare dei sensi. E ciò che inevitabilmente si compiva ora, li legava ancora una volta l'uno all'altra com'era accaduto in passato.
Harlock le abbassò l'abito fino alla vita e le slacciò il reggiseno a fascia, lasciandolo cadere a terra. Raflesia allungò le braccia dietro di sè in modo sensuale mentre Harlock scese a baciarle i seni, e unendo le carezze a quei baci la fece quasi urlare, tanto ansimava tra le sue braccia.
- Andiamo...andiamo di sopra..- sussurrò lei tra i respiri mentre gli slacciava i pantaloni - ...sul letto...voglio fare l'amore sul letto...- un desiderio per lei legittimo. Amarsi in modo completo tra morbide lenzuola, era ciò che più anelava ora.
Harlock deglutì per controllarsi mentre la sua mano scese repentina ad accarezzarla nel suo luogo più intimo, infilandola nei suoi slip.
Raflesia gettò indietro il capo mordendosi il labbro, sentendosi sondare dalle sue dita.
-..Ti porto sul letto....- Mormorò lui con le labbra sul suo collo. Il respiro pesante per l'eccitazione. Sarebbe entrato in lei in quell'istante ma cercò di dominarsi per esaudire il suo desiderio. Era giusto così.
Raflesia annuì e gli cinse il collo con le braccia aggrappandosi a lui.
Harlock la prese in braccio e si avviò verso le scale. I seni nudi di lei premevano sul suo petto in una morbida carezza che gli dava piacere.Si baciarono furiosamente mentre le assi di legno scricchiolavano sotto i passi di lui.
- Voglio che mi ami, Harlock, voglio solo questo.. - mormorò lei tra un bacio e l'altro. Il corpo abbandonato su quello forte e statuario di lui.
Harlock la sosteneva con un braccio mentre con l'altro le accarezzava la schiena.
- Voglio che tu sia mia... - le disse sicuro. Si guardarono intensamente per qualche istante. Quel sentimento soffocato per tanto tempo finalmente usciva dalla prigione delle loro anime. E lo stava facendo in modo teneramente violento.
Harlock aprì la porta che lei gli indicò e si ritrovarono nell'intimità della camera da letto. Raflesia mise i piedi a terra e gli abbassò la camicia sulle spalle, baciandolo sul collo scendendo poi sul suo petto. Lo aiutò a spogliarsi completamente. Harlock le abbassò gli indumenti fino alle caviglie, sfilandoglieli dai piedi.
Si ritrovarono nudi, l'uno di fronte all'altra e Harlock scostò la tenda di leggerissimo velo che chiudeva in una romantica alcova il grande letto a baldacchino. Le prese la mano e l'attirò a sè, lasciandosi poi andare sul letto insieme a lei. Raflesia stesa sopra di lui lo baciò sulle labbra, poi si sollevò gettandosi i capelli dietro la schiena. Con le coscie strette ai suoi fianchi si lasciò sollevare dalle sue mani sicure e lo accolse dentro di sè gemendo.
Harlock muoveva il bacino spingendosi con forza in lei, mentre Raflesia con i palmi delle mani scivolava sul suo petto sentendosi scuotere ad ogni spinta.
La guardò sopra di sè, bellissima con la pelle imperlata di sudore, sentiva i capelli sfiorargli le mani che teneva strette ai suoi fianchi mentre il ritmo del loro amplesso aumentava. Le fece scivolare sui suoi seni, li strinse, li accarezzò; Raflesia gettò indietro il capo e urlò in pieno orgasmo con le mani aggrappate ai suoi polsi. Harlock la lasciò prendersi tutto il piacere, e quando lei abbandonò il suo corpo su di lui con il respiro che inciampava, la fece rotolare su un fianco rovesciandola sotto di sè.
Si mosse ancora in lei fino in fondo, e con il viso tra i suoi capelli ansimò raggiungendo quel piacere estremo che toglie ogni controllo o volontà, stringendosi a lei.
Rimasero per qualche istante immobili, senza fiato. Poi Harlock sollevò il viso sul suo e si baciarono con amore più volte, finchè i battiti dei loro cuori iniziarono a placarsi.
- Harlock, domani lo lascio. Domani lascio Harvey - mormorò lei con le labbra su quelle di lui, coccolandosi nel suo tenero abbraccio.
Harlock annuì. Il respiro ancora affannato.
- Sì, ti porto con me Raflesia...ti porto sulla mia Arcadia - le sorrise, sfiorando il morbido naso di lei con il suo.
Raflesia sorrise e si abbracciò più stretta a lui. - Io ti amo - gli disse con l'animo finalmente leggero.
Si sentivano ambedue veramente appagati, nel corpo e nello spirito.
- Ti amo anch'io - le rispose lui. I loro cuori ebbri d'amore battevano uno sull'altro, mentre una leggera brezza proveniente dalla finestra accostata sollevò lievemente la tenda di velo intorno a loro.

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- Quanto diavolo ci vuole per ripartire! - Esclamò Harvey tamburellando nervosamente con le dita sul bracciolo della poltroncina.
Si passò una mano sui capelli imprecando. Peter sollevò lo sguardo dal suo dispositivo a lui.
- Stai calmo McCormick, tra poco partiamo. Sai comunque che ci vogliono ore per tornare a Nexo, quindi ti conviene metterti tranquillo - esclamò lo Sceriffo.
Visto il cambiamento di programma avevano deciso di ripartire subito dopo aver concluso l'affare, per poter essere a Nexo almeno la mattina dopo ed attuare il loro piano.
- Tranquillo... fai presto a parlare, tu - Harvey guardò attraverso il finestrino con aria stanca. Era riuscito a mantenere la concentrazione fino ad ora per poter assolvere il suo compito, ma adesso il pensiero di Raflesia con Harlock lo stava mandando su tutte le furie. Realizzare che con tutte le probabilità la sua donna lo stava tradendo con quel pirata, era per lui inaccettabile.
- Ti ricordo che avevo contattato una escort da capogiro, per stanotte, e invece...torno indietro di botto per te - asserì Peter mentre faceva scorrere la sua agenda alla ricerca di un nome ben preciso.
Harvey fece una smorfia scuotendo il capo. - Non dire cazzate, Peter, se prendi Harlock fai un bel salto di qualità, giusto? Lo fai soprattutto per questo, e non fare discorsi da boy scout che non ti si addicono - sentenziò . Peter si limitò a lanciargli un'occhiata ma non raccolse la provocazione. Poteva capire lo stato d'animo dell'amico; per come era fatto lui, avrebbe fatto un putiferio da subito se si fosse trovato nella situazione di Harvey. Lui tradiva sistematicamente sua moglie , ma non avrebbe accettato di stare dall'altra parte della barricata. Essere tradito a sua volta era una cosa che lui non concepiva.
Harvey proseguì nel suo discorso.
- E con l'onorario che percepirai dopo la tua promozione ti potrai permettere tutte le escort di lusso che...- Peter alzò una mano interrompendo l'avvocato dopo aver avviato una chiamata.
- Bisogna organizzare tutto in poche ore - convenne - meglio mobilitare subito chi dico io...- disse nell'attesa che rispondessero all'altro capo. Harvey annuì e rimase in silenzio per ascoltare anche lui la telefonata.
- Capitano Dermott? Sceriffo Peter Sovolsky...sì, mi perdoni l'orario ma si tratta di una questione della massima urgenza....-


Continua......

* Testo tradotto, tratto dal brano "I'm kissing you" di Des'ree. Fa parte della colonna sonora del film "Romeo + Giulietta" di Baz Luhrmann.

Al link sotto indicato un momento d'amore (hot) tra Harlock e Raflesia.
http://shizukanamino.deviantart.com/art/Stanotte-con-te-668321081  

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