Capitolo 29

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Non so cosa dire. Quelle parole continuano a ripetersi nella mente. Non me lo aspettavo, è stata una sorpresa per me.
Senza neanche pensarci due volte, mi fiondo tra le sue braccia.

Una delle migliori sensazioni della vita, è abbracciare una persona dopo che ti è mancata tanto.

«Scusami, sono stato solo un coglione»
«Stai zitto e baciami»
Si stacca dall'abbraccio e mi guarda negli occhi, si avvicina pian piano alle mie labbra, per poi darmi un piccolo e dolce bacio. Lo faccio diventare piú passionale chiedendo accesso alla lingua.

-

Sono in macchina con Riccardo da non so quanti minuti, forse venti? O forse mezz'ora? Non lo so, so solo che mi sto stancando a stare seduta su questo sediolino scomodo.

Finalmente, dopo vari minuti, arriviamo e non appena esco dalla macchina scorgo il lago. Guardo Riccardo che mi sorride e non posso far altro che sorridere anche io.
In questa giornata mi sta sorprendendo tantissimo. Certo, anche quando mi diceva di voler tornare con me, quando mi mandava quei messaggi, ma oggi è stato diverso. Sta cercando di dimostrare che a me ci tiene, ma io già lo so.

Perché l'ho perdonato? Perché senza di lui non posso stare, perché ho capito che ci tiene a me, perché riesce a farmi sorridere, perché riesce a farmi stare bene solo guardando il suo sorriso, perché riesce a farmi rabbrividire guardando quei suoi occhi azzurro cielo, perché riesce a trasmettermi amore, perché mi fa sentire bella, unica e amata. L'ho perdonato perché lo amo e non posso immaginare un futuro senza di lui.

«Ti piace?» chiede, interrompendo i miei pensieri.
«Tantissimo» sussurro, guardandolo negli occhi.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuto» sorride, guardando prima me e poi il lago di fronte a noi. «Vieni» mi prende per mano e mi porta piú vicino al fiume. «Guarda lí» indica con la testa di fianco a noi. Mi giro e noto dei cuscini attorno ad una tovaglia, con un cestino.
«Pic-nic?» domando e lui annuisce.

Apre il cestino mettendo sopra la tovaglia dei tramenzini, frutta e succo di arancia. «Vieni, siediti» mi guarda porgendomi il tramenzino.

«...Volevo dirti una cosa» sussurra.
«Mh?!» lo guardo negli occhi bevendo un sorso del succo.
«È ormai da un pò che stiamo insieme, non ti ho mai dimostrato niente, ma è arrivato il momento di dimostrarlo. Ho passato questo periodo un inferno, non riuscivo a stare senza di te, senza i tuoi baci, senza i tuoi abbracci, senza le tue carezze, senza i tuoi sorrisi... Voglio che tu sappia che io ti amo e non voglio assolutamente passare una vita senza di te. Tu mi hai fatto cambiare, in meglio, e non potrei fare altro se non ringraziarti e farti sentire amata. Voglio essere la persona di cui hai bisogno di sentire per prima, per iniziare la giornata, voglio essere la persona che pensi prima di andare a dormire, voglio essere la persona che quando dobbiamo vederci sei emozionata come il primo giorno, voglio passare il resto della mia vita con te» si avvicina a me e mi porge una scatoletta, per poi aprirla. È un anello con un diamante sopra.
«È bellissima» affermo, mettendo una mano sulle labbra.
«Vuoi essere ufficialmente la mia ragazza?» domanda, sorridendo
«Ovvio che si» sorrido, abbracciandolo.

L'abbraccio in cui ci sentiamo protetti, il posto sicuro che ci dà la persona che ci ama. È un posto in cui niente ti turba, niente ti ferisce, niente può colpirti. È un posto speciale, un posto unico che puoi trovare solo tra quelle braccia.

«Mi soffochi» ride.
«Scusa, scusa» mi stacco da lui ridendo.
Si passa una mano fra i capelli, scombigliandoli leggermente. Mi guarda con quei suoi occhi azzurri luccicanti, pieni d'amore.
«Ti luccicano gli occhi» sorrido.

Riccardopov's
La guardo, osservando tutti i suoi movimenti. Nota che la sto guardando e arrossisce abbassando lo sguardo, guarda l'anello e sorride leggermente. Adoro quando arrossisce, non posso far altro che andare da lei e rubarle un piccolo bacio.

A rompere i miei pensieri è la notifica del mio cellulare.

Da: Sconosciuto
Domani mattina vieni al parco. È importante, non accetto un no come risposta

A: Sconosciuto
Chi sei?

Da: Sconosciuto
Questo non ha importanza

«Chi è?» mi chiede.
«Andreas. Domani mattina devo andare da lui» mento. Non so perché l'ho fatto, ma sento che non è nulla di buono.
«Che ne dici se vieni a dormire da me? Alessio al lavoro farà il turno di notte»
Annuisco, prende il mio viso tra le mani e mi bacia. Un bacio dolce, pieno di amore, uno di quei primi baci che ti rimangono impressi nella mente e nel cuore.

Ormai è sera, decidiamo quindi di tornare a casa.
Io sto pensando ancora chi poteva essere in quel messaggio.
«A che pensi?» mi chiede avvicinandosi a me.
«A quanto ti amo» sorrido e sorride anche lei. Mi avvicino a lei piano piano, sento il suo respiro contro la mia pelle, chiudo gli occhi e la bacio pensando a tutto ciò che abbiamo passato, dall'inizio fino ad adesso. Ma, finalmente, tutto si è risolto, finalmente stiamo di nuovo insieme e niente e nessuno potrà piú separarci.
«Ti amo» bisbiglia tra un bacio e l'altro.
«Anche io» bisbiglio.
«Sai...» sussurra allontanandosi da me «Non dimenticherò la prima volta in cui ci siamo parlati, in cui ho pensato che non mi stavi nemmeno tanto simpatico. Non dimenticherò la prima volta in cui mi hai fatto cambiare idea, la prima volta in cui ti ho guardato e ho deciso che potevi rimanere tra i miei giorni, tra i miei casini, tra le mie speranze. Non dimenticherò tutte quelle volte in cui stavamo per arrenderci, e tutte le volte in cui, però, non lo abbiamo fatto»
«Noi non ci arrenderemo mai, sarò sempre qui al tuo fianco, perché io ti amo e non smetterò mai di amarti. Sarai la madre dei miei figli» sussurro queste ultime parole, si avvicina a me e lega le sue gambe attorno al mio bacino. Continuo a baciarla fino al collo per poi succhiare la sua pelle e lasciarle una macchia violacea sulla clavicola.

Federica pov's
Ho una voglia matta di fare l'amore con lui.

La sua erezione preme sotto di me e penso di avere un orgasmo anche cosí.

Mi porta sul letto togliendomi tutti i vestiti e io faccio lo stesso con lui, per poi rimanere completamente nudi.
Si appogia sui gomiti e mi bacia tutto il corpo.
«Riki, muoviti» ansimo.
Sorride e allarga le mie gambe con le mani, entra dentro di me baciandomi. Arriva piú a fondo e io stringo le gambe attorno al suo corpo. «Cazzo, Riki» ansimo tirandogli leggermente i capelli.
«Fede» geme il mio nome.

Raggiungiamo entrambi l'orgasmo e si stende di fianco a me, mi appoggio al suo petto, dandogli un ultimo bacio, per poi addormentarci.

Replay.|Riccardo Marcuzzo|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora