II

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"perché tutti gli artisti sono persone fragili
...e dio benedica le ragazze facili"
- LowLow

Era ora di ricominciare, a volte è difficile dimenticare e partire di nuovo da zero, ma una volta abbandonato il passato, quel macigno che portiamo sulla schiena inizia pian piano ad alleggerirsi e noi torniamo a respirare, accorgendoci che fino a prima ci mancava il fiato.
Mi sentii così quando abbandonai Ginevra per stare con Paolo, ero dispiaciuta. Ma l'amicizia è come uno stato fondato su leggi esclusivamente bilaterali, dove le parti danno e ricevono contemporaneamente. E quella tra me e Ginevra non era amicizia, con lei non esistono le mezze misure. A lei spettano tutti i benefici e tu devi solo ubbidire.
Mi duole ammetterlo, ma ella è un tiranno e tu, una volta deciso di frequentarla, diventi suo suddito. Se intralci il suo cammino verrai giustiziato. E a me è spettata la scomunica. Ah che bellezza l'età medievale.
Sceglietevi le compagnie giuste, quelle dove si gioisce assieme e ci si rincuora a vicenda.
Il primo mese passò velocemente, si dice che il tempo passi in fretta perché lo si misura in base ad eventi memorabili della propria vita, eppure le cose Paolo non andavano proprio a gonfie vele, ricordo che diventò distaccato, pensavo che sarebbe stata una fase momentanea, invece non era così.
Mi balenò alla mente Schopenhauer, egli sosteneva che ogni innamoramento, per quanto possa mostrarsi etereo, ha la sua radice nell'istinto sessuale. E in quell'istante pensai di concedere al mio fidanzato un piacere fisico. Ma l'unica cosa che feci veramente era cedere tra le braccia di Morfeo.

"È il suono dei sogni che si infrangono, volo su questo mare come un albatro, la mia nave che salpa, siamo vampiri all'alba" spensi la sveglia che come ogni mattina suonava sulle note di Impeto e Tempesta.
Mi affrettai a raggiungere il bagno, mi preparai e scesi in cucina, sgranocchiai velocemente un biscotto e uscii.
La strada che collegava il liceo a casa quel giorno sembrava più lunga del solito, camminavo al fianco di Paolino e dall'altro lato avevo Nicholas, il suo migliore amico. Rammento che io e Nico non eravamo proprio amici, anzi, a tratti era arduo capire se non andavamo d'accordo per motivi di gelosia o solo eravamo incompatibili.
-Bruciamo?- chiese Paolo con voce impastata dal sonno
-Nah io vado a scuola, abbiamo la vipera la prima ora- si giustificò Nico
-Tu?- lo sguardo del mio fidanzato si posò su di me
-certo, andiamo a casa tua?- proposi.
Ero sicura di quello che facevo, era il momento giusto per perdere la mia verginità e la volevo donare a lui.
-Si andiamo.- forzó un sorriso e mi afferrò la mano prima di salutare il suo amico

-Hai un appartamento bellissimo!- esclamai alla soglia della porta
-Che onore sentirselo dire da una che abita in una super Villa- disse con aria scherzosa, eppure a me non piacque molto la sua battutina
-Stavo solo scherzando- sussurrò, mi afferrò la mano e iniziò a lasciarmi piccoli baci sul dorso di quest'ultima.
Mi condusse in quella che sembrava la sua camera da letto.
Le sue mani sapevano come muoversi, le mie invece si muovevano spontaneamente, si concentrò sul mio collo con moventi delicati e alternando la lingua ai denti, rabbrividii.
Gli accarezzai ripetutamente il cavallo dei jeans, gemette.
Ci spogliammo di tutti gli ostacoli che ci separavano, mi strinse il più vicino possibile e ci unimmo in una cosa sola, nessuna parola, solo lunghi silenzi interrotti da gemiti che valevano più di ogni 'ti amo' ansimato al vento.

Il risveglio non è stato uno dei migliori, pensai che avrei ricevuto coccole e parole romantiche per infiocchettare il già fatto, ma a quanto pare Paolo decise di rovinare l'atmosfera generata scappando via. Mi voltai e sentii un vuoto dentro.
L'aria era satura, l'odore di incenso mi invase le narici, mi alzai e mi infilai le prime cose che trovai a terra. Cercai Paolo con lo sguardo e lo localizzai sul terrazzino. Lo raggiunsi in punta di piedi osservando il suo sguardo perso.
Era frustrato, vedevo che c'era qualcosa che non andava bene.
-che succede?- chiesi con voce flebile
-niente.- chinò il capo facendo l'ultimo tiro della sigaretta ormai consumata
"Se fuma una sigaretta, pare che lui possa voler interiorizzare ciò che è avvenuto, ma nel caso in cui il rapporto di coppia sia agli inizi è più che lecito interpretare negativamente questo tipo di atteggiamento, dato che lui potrebbe semplicemente prendere le distanze."
Una lacrima solitaria mi rigò il volto al pensiero di ciò che lessi sulla sorta di rivista.
-Midispiace, io non volevo che accadesse- alzò lo sguardo
-Ma io ne sono consapevole, so cosa è accaduto e mi va più che bene- gli afferrai le mani, le strinsi forte, come se avessi paura di perderlo
-davvero?- strabuzzò gli occhi cercando della verità nei miei
-Paolino. Se Dio esiste, solo lui sa quello che provo per te, non mi pento assolutamente di quello che abbiamo fatto- lo rassicurai
Lui sbuffò sonoramente e si passò la mano tra i capelli.
"Perché ha sbuffato? È scocciato da ciò che gli ho appena sussurrato?" Meditai.
Stava pensando, Paolo probabilmente era colmo di sentimenti e si stava perdendo dentro ad essi. Stava provando troppo in poco tempo di conseguenza il suo cuore si sovraccaricava, così alla fine di ogni pensiero tentava di buttarli fuori con soffi profondi. E questi via via si spargevano nell'atmosfera. Il vento a sua volta li soffiava e li portava ad altre persone.
-Oh al diavolo Pa'- mi alzai e me ne andai a passo svelto
-Lara, aspetta.. non so come sia potuto succedere ma io non ne ero affatto a conoscenza- mi urlò dietro, era tardi ormai, io stavo percorrendo la mia strada e lui non poteva fare nulla affinché tornassi sui miei passi.
Ma se esagerare fosse un arte, io ero una grandissima artista, sapevo benissimo che da un giorno all'altro sarei tornata tra le sue braccia, un po' come se fossimo legati dalla leggenda del filo rosso. Il mio Wei. Lo stesso uomo che mi ferì, ero sicura che il destino ci avrebbe fatti rincontrare in altre circostanze.

다섯 번째 채널. Questo è il nuovo amor cortese Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora