IX

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"si è innamorata di un tipo, si chiama Nico,
quanto è carino, quando lo vede si bagna"
-LowLow

Erano le sei e mezza di sera, quasi tremavo, l'ansia si impossessò di me, fu il fatidico giorno, quella sera avrei fatto conoscere Nico ai miei genitori.
Rammento che mamma era alquanto contenta, papà invece, non tentava nemmeno di mascherare il senso di disturbo.
-Sta sera ci sarà anche Federico, sei contenta Lara?- annunciò quest'ultimo
"Perfetto, Nico ne sarà entusiasta" pensai.
Lo zio Fede è un abilissimo cacciatore di artisti, non che manager della celebre "Wall Wall" etichetta di "Élite" una casa discografica situata nel centro di Roma.
Le hanno attribuito tale titolo per la sua riservatezza, non chiunque poteva disporre del beneficio di produrre per questa impresa. Eppure volevo tentare di inserirci Nico e il suo talento smisurato.
Il trillo del citofono mi risvegliò dalla trance. Mi alzai per andare in contro ad uno degli ospiti
-Vado a vedere io!- esclamai
Al ciglio della porta, il sommo cantante ~Aka~ Nicholas De Giglio, mi stampò un furtivo bacio sulle labbra.
In quell'occasione, azioni comuni mi sembrarono straordinarie, colme di passione, come se sprigionassero emozioni, come se potessero in qualche modo dare salvezza, un po' come il saluto di Beatrice agli occhi di Dante.
-Buonasera, questi sono per la dama più bella della corte- materializzò all'improvviso, dinanzi a me un mazzo di rose blu
-Ma..- lasciai la frase in sospeso per lo stupore
-Le rose rosse sono comuni, quasi banali. E se c'è qualcosa che ho imparato sul tuo conto, è che sei eccentrica, ma in senso buono- Mi chiarì le idee
-Si dice "particolare"- lo corressi
-Si mi scusi se l'Italiano non è un optional- mi scompigliò i capelli
-Uffa Nico- mi lamentai scostandomi per lasciarlo entrare.
Mi spostai leggermente per far passare il Nicholas. Non appena facemmo capolino in sala da pranzo quest'ultimo si irrigidì, il suo sguardo era focalizzato su mio padre e la situazione non piaceva affatto, gli accarezzai il braccio e si tranquillizzò.

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La serata passò velocemente, tra un bicchiere di vino e qualche chiacchiera qua e là. Nico e lo zio si misero d'accordo per un incontro in studio.
Papà invece non fece altro che osservarlo di sottecchi, come se volesse analizzarlo da dentro. io apparentemente imbarazzata, presi sottobraccio il ragazzo per salvarlo dagli occhi fulminei dell'uomo in prospettiva di una crisi di nervi.

-Le serate con il papy non prevedono abuso di alcool?- chiese sottraendo due sigarette al pacchetto che sembrava essere nuovo.
-Per niente- risposi alludendo alla minima quantità di vino che assunse il mio corpo
Diedi fuoco al cilindro di tabacco, baciandone l'estremità.
-Nico, noi fumiamo nonostante sappiamo che faccia male..- lasciai in sospeso la piccola riflessione nella speranza che egli ne traesse una conclusione da se
-Lara, l'uomo è attratto dal male nonostante la consapevolezza del dolore che può procurargli- riassunse in breve i miei pensieri
-Smetterai mai di fumare?- gli domandai.
Un quesito doloroso e cruento a chi ormai è schiavo di tale vizio.
-Un mio caro amico diceva sempre "giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l'ultima volta"- in risposta mi citò un autore a me noto
-Certo perché tu andavi a braccetto con Svevo?- lo scimmiottai provocandogli un buffetto sulla guancia.
-No tesoro, andavo in giro con Zeno e la sua coscienza- precedette la mia mossa, mi bloccò il polso e caddi dinanzi ad egli.
Mi sfiorò la gote con un furtivo gesto della mano, sentii le guance andare a fuoco ardentemente. Come se le fiamme venissero alimentate da benzina.
-Nico ti amo- confessai senza peli sulla lingua, ero contenta di essermi spiegata, di aver illustrato ciò che il mio cuore celava in quei bellissimi giorni di primavera, giorni dai tiepidi pomeriggi passati a leggere storie d'amore.
E presi dalla lettura, un po' come Ginevra e Lancillotto oppure Paolo e Francesca ci spingemmo oltre, le nostre labbra si baciarono, le nostre anime si sfiorarono e le nostre dita si intrecciarono come pezzi di un puzzle.
Non ricevetti risposta immediata, dovetti torturami l'interno della guancia ancora per un po'.
Persi la cognizione del tempo, persi la testa, persi lo sguardo e probabilmente anche la dignità, ma solo un attimo fu quel che mi vinse.
-Lara ricambio con gli interessi- mi fece l'occhiolino e scoppiò in una fragorosa risata prima di sparire dietro al grande cancello che separa casa mia dalla strada.

다섯 번째 채널. Questo è il nuovo amor cortese Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora