3-Seungcheol e Jeonghan.

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S.

«1004, non dirmi che hai di nuovo la febbre...»

Cerco un termometro tra le varie cianfrusaglie contenute nel mobiletto del bagno, preoccupato per la situazione di Jeonghan. Dopo qualche minuto di ricerca scorgo, tra i vari flaconi e i kit medici, una scatola di plastica che pare proprio contenerne uno.

«L'ho trovato, controllo se funziona e arrivo» la mia voce risulta amplificata a causa della stanza in cui mi trovo, quindi riprendo ad accertarmi che il termometro elettronico sia ancora utilizzabile con la consapevolezza di aver riferito il messaggio più che adeguatamente.

«Beagle, non allarmarti, sarà la solita influenza passeggera, sai bene che va e viene. Piuttosto, hai parlato con Lee?» la voce di Jeonghan esce soffocata e quasi impercettibile, quindi decido di avvicinarmi al letto in cui sta riposando per evitare che si sforzi ulteriormente.

Gli riferisco che sì, ho già avuto modo di parlare con Lee Hoetaek, l'uomo che ci sta dando la possibilità di firmare un contratto con una casa discografica alquanto rinomata, ma oggi pomeriggio avevo intenzione di conversarci nuovamente.

Sorride e riprende a tossire ininterrottamente per qualche secondo, al che gli passo il termometro e prendo una decisione definitiva.

«Andrò io da Lee, tu misura la temperatura e rimani a letto, mi raccomando.»

Gli mostro un'espressione seria, vorrei solo che promettesse di riposarsi per stare bene al più presto. Annuisce e, mentre mi accingo ad uscire dalla stanza, infila il termometro sotto il braccio sinistro. Completamente afono e dal viso devastato dalla febbre, tenta di sussurrare un saluto.

Esco definitivamente dal dormitorio, passando attraverso i corridoi dalla fioca illuminazione e davanti a svariate aule momentaneamente non in uso. Continuo il mio viaggio verso l'auditorium e mi imbatto in Joshua, ragazzo che conosco grazie agli innumerevoli corsi extra di ballo a cui stiamo prendendo parte ultimamente.

«Vai in giro a predicare?»

«No, la Bibbia l'ho lasciata in camera, sono appena finite le selezioni.»

«Eh? E siete passati? Aspetta, dimmi che Lee Hoetaek è ancora lì, ho bisogno di parlargli-»

Vengo bruscamente interrotto da una voce fuoricampo, proveniente dalla fine del corridoio, recitante le seguenti parole: «No, non siamo riusciti a passare, ma un compromesso valido l'abbiamo comunque trovato»

«Seungkwan?» Joshua pare alquanto sorpreso nel vederlo, ma non saprei tradurre la sua espressione. Sembra far trasparire solo infinita indignazione e, che io sappia, il nostro prete si arrabbia raramente.

«E sì, Lee Hoetaek è ancora lì, le audizioni per i nuovi arrivati sono appena iniziate, dopotutto.»

Ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di Boo Seungkwan.

«Boo Seungkwan. Ti avevo detto di rimanere giù con Vernon e Mingyu, perché sei qua?»

La vittima cerca di proferire parola, ma viene prontamente fermato da Joshua: «Vuoi che ti prenda nuovamente a librate? Sai bene che non mi piace usare la mia Bibbia tascabile così rozzamente, ma nel tuo caso potrei farne a bizzeffe di eccezioni.»

Il viso di Seungkwan si fa sempre più intimorito, ma ne approfitta per fare un'ultima richiesta: «Joshua...sai come si chiama il prete intoccabile?»

L'espressione di Joshua è ora indecifrabile, come se stesse davvero riflettendo sulla domanda appena posta dal compagno. Lo prega poi di non continuare la frase, garbatamente come sempre.

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