FRIENDS AND NOT.
Andai a dormire abbastanza presto. Misi il silenzioso al telefono e lo appoggiai sul comodino. Stavo per prendere sonno, quando una vibrazione scosse il comodino. Lo presi in mano, lo sbloccai e l'anteprima dei messaggi di Whatsapp comparì, illuminando lo schermo. Era Roberto. Scattai a sedere, e lessi il messaggio. Quattro parole. 《Guarda fuori dalla finestra.》.
Cercando di fare meno rumore possibile, aprii la finestra che dava al mio balconcino, mi affacciai alla ringhiera, mordendomi il labbro. Lui era lì, in piedi. Ma... i suoi piedi non toccavano terra. Un sorriso mi increspò le labbra. Mi squadrò da testa a piedi e sorrise malizioso. Poi mi resi conto di essere solo in mutande. "Aspettami" gli dissi, e corsi dentro in punta di piedi infilandomi un paio di pantaloncini corti della tuta e una canottiera della New Era. Tornai fuori e lui era seduto sulla ringhiera. Non riuscivo a togliermi il sorriso da ebete dalla faccia. Lui mi guardò per un po' e scoppiò a ridere. Io avvampai.
"Allora... Voli." Dissi.
"Eh già. Vieni?" Rispose.
Non feci in tempo a pensarci su che mi stavo staccando da terra, fluttuando verso di lui. Tese le braccia e mi accolse, stringendomi. Poi mi prese una gamba, a se la mise a cavalcioni. Così anche l'altra. Ero a pochi centimetri dalla sua faccia, la sue mani che mi percorrevano la schiena. Sentivo il suo mem.... va beh, tralasciamo. Ci sollevammo in aria di qualche centimetro e lui mi chiese: "Esci con me. Facciamoci un giro, andiamo al MC, che è ancora aperto.".
"Va bene. Ma offri tu." Dissi ridacchiando.
"Mh... fammici pensare.... E va bene. Ma in cambio voglio qualcosa.". "Tipo?".
"Un bacio.".
Il mio mondo si contorse, si rivoltò, ondeggiò ed esplose.
Mi aggrappai più forte a lui e lui fece lo stesso. "Ci sto.".
In un attimo fummo in aria, io avvinghiato a lui e lui che mi reggeva le cosce, mentre volteggiavamo veloci, con le luci di Milano che si rincorrevano veloci sotto di me. Il Duomo, La Torre Velasca. Dopo qualche giro, atterrammo in una vietta laterale. Appena lui appoggiò i piedi per terra, si girò e spinse la mia schiena contro il muro. Gli strinsi la maglia tra le mani, e lo tirai più a me. I nasi si sfioravano. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra. Tutto intorno a noi iniziò a girare. C'eravamo solo noi due. Chinò leggermente la testa avvicinandosi a me, e quando mancavano pochi millimetri, mi soffiò sulle labbra: "Mi piaci. Un sacco." E poi poggiò le sue labbra morbide sulle mie, e io le accolsi, chiudendo gli occhi e stringendomi di più a lui. Aprì piano le labbra e io feci lo stesso. Ci baciammo a lungo. Gli accarezzavo la schiena, e lui le cosce. Poi iniziai a sentire un forte calore, mi stavo eccitando. Ma il calore cresceva, e una luce ci stava avvolgendo. Aprii gli occhi, e con ancora le labbra di Roberto sulle mie, notai una cosa. Non mi stavo eccitando, o meglio, non era quella la fonte del calore. Eravamo avvolti da un turbine di fuoco. Che si ingrossava, saliva, e turbinava intorno a noi. Scossi Roberto, e i suoi riflessi furono subito pronti. Mi mise dietro di se e creò una folata di vento, dirigendola verso le fiamme. Queste l'assorbirono e si ingrossarono. L'ossigeno alimenta il fuoco.
Oh, eravamo nei guai.
Scusate il ritardo, e non è nemmeno granché questo capitolo. btw, vi amo, ciao. :*
STAI LEGGENDO
A Weird Story Of Love.
JugendliteraturSembro un ragazzo normale, come tutti gli altri. E fin da piccolo ho sognato di distinguermi. Finché qualcuno mi ha dato ho un dono. Posso controllare l'acqua. Posso congelarla, farla comparire dal nulla, farla levitare, spostare, evaporare. Dalla n...