Chapter 3.

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YOU'RE NOT ALONE.

Avevo appena finito la sigaretta, parlavo con Roberto, mi disse che avevo dei begli occhi. Arrossii come al solito. Notai che aveva uno strano scintillio negli occhi, mentre la brezza leggera continuava ad accarezzarmi il viso. La vicinanza del ragazzo mi rasserenava, il cuore mi batteva. Ci fu un attimo di silenzio, poi lui parlò. "Ti ho visto prima, sai?". Ebbi un tuffo al cuore. Mi aveva visto manipolare l'acqua. "Pensavo di essere l'unico. Ma a quanto pare ci sei anche tu. Sai manipolare l'acqua.". Lo sapeva. Dannazione, imprecai nella mia mente. "A-anche tu sai manipolare l'acqua?" dissi timidamente. Lui rise. La sua risata era fantastica. Come lo scroscio dell'acqua e un soffio di vento. Lo guardai con fare interrogativo. "So manipolare l'aria." rispose lui.

Ma certo, tutto combaciava. La brezza, che continuava a soffiarmi dolcemente sul viso. "Figo." dissi. "Quando l'hai scoperto?".

"Un mesetto fa. Ero in casa, da solo con tutte le finestre chiuse, e un leggero venticello prese a soffiare in casa. Gli ordinai di fermarsi, e così fece. Poi gli ordinai di soffiare più forte e mi obbedì. E così ho ragionato. Naturalmente non ci sono arrivato subito, prima ho girato per la casa alla ricerca di possibili spifferi ma nulla. Da allora la mia vita è cambiata. Ora raccontami come l'hai scoperto tu.".

Incerto, gli raccontai la mia storia.

Suonò la campanella,  e fummo costretti a tornare in classe. C'era disegno tecnico. Si preannunciavano due ore di totale cazzeggio. Scoprimmo che il prof lasciava andare i ragazzi a gruppi di tre-quattro al bar, anche per venti minuti. Così decidemmo di uscire. Ci mettemmo sulle scale anti-incendio vicino alla classe e iniziammo di nuovo a parlare. Ne apprifittai per chiedergli del succhiotto. Mi rispose così: "È stato il mio ragazzo. L'abbiamo fatto ieri sera. Tu ce l'hai un ragazzo o una ragazza?" E il mio cuore quasi smise di battere per sempre. "n-no, non ce l'ho.".

"Sei gay?" mi chiese lui.  "Non lo so. Non credevo, ma ultimamente...". Mi mise un braccio attorno alla spalla e mi fece appoggiare la testa sul suo petto. Mi rannicchiai, ricacciando indietro le lacrime. La brezza continuava a soffiare.

"Fammi vedere qualcosa con l'acqua."mi sussurrò all'orecchio. Feci un debole sorriso e mi alzai, totalmente controvoglia di staccare l'orecchio dal suo petto morbido, dove sentivo il suo battito cardiaco, lento e potente. Mi alzai, mi guardai intorno, trovai una macchiolina d'acqua per terra, delle dimensioni di una moneta. Era la mia occasione per fare colpo su di lui. Fai una sfera. Pensai, e l'acqua mi obbedì. Spostati qui sulla mia mano. Rapidamente, la pallina galleggiava sulla mia mano. Decisi di provare a fare una cosa che non avevo mai provato, ne tantomeno sapevo di poter fare. Dovevo provare. Ghiacciati. Per un po non successe nulla. Ma poi la superficie della sfera iniziò a creparsi, e divendo una sfera di ghiaccio. Riuscivo a percepire la solidità e al contempo la fragilità della sfera. Rispecchiava i miei sentimenti. Decisi di fare l'ultima follia. Sollevati e ruota intorno al mio corpo. In un attimo era lì che mi ruotava intorno. Guardai Roberto,  che mi sorrideva. Poi, mi fece un breve applauso e io feci un inchino regale, poi scoppiai a ridere. Afferrai la sfera di ghiaccio e la scagliai fuori dalla finestra. Mi girai verso Roberto e lo guardai, notando che stava ruotando il dito in un movimento circolare verso l'alto. Mi disse di voltarmi e così feci. Notai che la pallina di ghiaccio era sospesa li. Guardai attentamente, e essendo in controluce, notai delle particelle di polvere che ruotavano intorno alla pallina. Sorrisi. Aria. Guardai Roberto che rideva, e apriva le braccia per abbracciarmi. Non esitai e lo abbracciai.

***

Quel pomeriggio a casa, ero sdraiato sul tappeto della mia cameretta, che ascoltavo la pioggia battere sul tetto sopra di me. Vivevo in una villetta a schiera di due piani, più la mansarda. Quest'ultima era la mia stanza. Un piccolo balconcino affacciava sul parchetto dietro casa mia. Un letto di una piazza e mezza era sistemato in un angolo. Le pareti erano azzurre chiare. Il tappeto colorato con la bandiera britannica era comodo, e amavo sdraiarmici a riflettere. Pensai alla mia sessualità,  a Roberto, di come mi aveva cambiato la vita in tre giorni. Con il suo viso in mente,  mi appisolai. Sognai che moriva, davanti ai miei occhi. Moriva bruciato. E io non potevo muovermi, i miei poteri non funzionavano. Mi risvegliai bruscamente e mi guardai intorno, le guance erano umide, e intorno a me aleggiavano delle piccole goccioline. Probabilmente erano le mie lacrime. Credevo di avere una cotta per Roberto. E probabilmente era vero.



Grazie per i voti e i commenti, ricordo il mio account twitter @justbelieveboyy, e spero che la storia vi piaccia, bacione. ♡

A Weird Story Of Love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora