Chapter 7.

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MONTHS AFTER.

Il solito sogno ricorreva.
Due grandi masse, una d'acqua e l'altra di fuoco che si scontravano brutalmente, si avvinghiavano e si lasciavano. Ogni volta dalla prima volta che feci questo sogno diveniva sempre più chiaro, avevo iniziato a vedere i dettagli. Notavo i colori scuri e tempestosi dell'acqua, che si scurivano sempre di più, si faceva sempre più movimentato.
Notavo i colori accesi del fuoco che brillavano sempre di più, inghiottivano tutto ciò che gli capitava a tiro, facendo tremolare l'aria intorno a lui.
Molte volte mi sono domandato se l'acqua non rappresentasse me stesso, e il fuoco quel ragazzo che incontrai mesi fa mentre stavo... ehm, passeggiando, con Roberto.
La stessa domanda la posi a Dione e Cleio, ma nessuna delle due sembrava avere la risposta.
Così mi limitavo a rivedere quello spettacolo più e più volte, aspettando un finale che puntualmente non arrivava.

Erano passati quattro o cinque mesi oramai da quando ricevetti il bracciale delle due ninfe. Ogni giorno, anche la notte se era necessario, dovevo uscire di casa per andare al grande parco non molto distante da casa mia, dove c'era il più grande "stagno" d'acqua che potessi trovare in una città grigia e cementata come Milano.
Le lezioni con le ninfe erano bellissime. Quelle con Dione un pò meno, occupandosi lei di insegnarmi i metodi di combattimento, di resistenza, fisica e mentale, e di nuoto. Ero molto migliorato, anche fisicamente. Mi ero asciugato parecchio, così che ogni singolo muscolo sembrasse scolpito sotto la mia pelle. Le mie spalle si erano allargate, come il mio busto e le mie gambe. Mi piaceva il mio corpo.
Le lezioni con Cleio erano letteralmente paradisiache. Soprattutto quelle notturne, dove la luna splendeva nel cielo, aumentando l'atmosfera e i miei poteri. Lei mi insegnava come concentrarmi, incanalare il potere e controllare l'acqua, tutto senza fatica. Ogni giorno facevamo una specie di danza, era bellissima, esternamente puramente estetica, ma interiormente era totalmente calmante e concentrante. Mi insegnava trucchi e mosse con cui utilizzare l'acqua, e parlavamo. Parlavamo molto, del più e del meno, per esercitare la lingua soprattutto, che scoprii si chiamasse qualcosa tipo "chækûclacik", che è intraducibile nella nostra lingua, quindi per comodità la chiamo la lingua delle sirene.
Gli incontri con le ninfe duravano tre o quattro ore, riposavo e poi tornavo a casa, realizzando di essere stato via solo dieci minuti.

Quanto a Roberto è ancora al mio fianco, stiamo insieme e ci siamo dichiarati a tutti, e nonostante tutto non va male, quasi nessuno ci guarda in modo diverso. Tranne per alcuni "coglioni che sono stati cresciuti con i pregiudizi di merda in testa e sfruttano ogni occasione per darci noie", come li chiama Roberto. Ci è stato proibito di usare gli elementi contro di loro e dovevamo rigorosamente attenerci a quella regola. Ogni giorno che passava mi sembrava sempre più bello. Anche lui si stava esercitando con le ninfe dell'aria, di cui non gli era permesso parlarne con nessuno, nemmeno con me. Come io non potevo parlare di Dione e Cleio.
Quando poteva mi accompagnava lui (volando) al parco, stavamo un po insieme e poi mi tuffavo, per poi uscire dopo dieci minuti e trovarlo a pochi metri su una panchina con una sigaretta in bocca.

Ogni volta andava tutto bene, tranne quella sera.
Uscii dallo stagno e mi dirisi verso di lui. Si alzò, per venirmi incontro. Sorrideva, e i suoi occhi brillavano più forti che mai. Si portò la Marlboro alla bocca e fece un lungo tiro, e guardandomi mi schioccò un bacio a distanza, e dalla piccola fessura tra le labbra uscì un sottile filo di fumo, denso, che spiccava in controluce alla luna. Stava formando una parola, ma il filo si dissolse. Spostai lo sguardo su di lui, e la sua faccia divenne una maschera di dolore. Mi guardava, gli occhi ancora puntati nei miei. Poi cadde a terra.
Ero paralizzato, letteralmente. Poco dopo sentii come se un pugnale mi perforasse la schiena, un dolore atroce, e tutto si fece buio.

Scusate davvero l'infinito ritardo, ma ho avuto un enooorme blocco, vari problemi, e troppe cose insieme, scusatemi.
So che non è un granché questo capitolo, ma la storia cambierà da ora.
Come sono cambiato io in questi mesi.
Al prossimo capitolo.

Se avete bisogno, chiarimenti o correzzioni, scrivetemi su Twitter, sono @azurejus.

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