Caffè e sale

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Ciao a tutti, visto che siamo tutti depressi perché i nostri adorati coatti non hanno vinto (me l'aspettavo) ecco qua un capitolo nuovo, lungo e tenero. Fatemi sapere sotto nei commenti se questo lato di Damiano vi piace e votate! xoxoxo 

JO POV

Mi svegliai di soprassalto, qualcuno aveva appena suonato il campanello del pianerottolo ripetutamente. Guardai il cellulare, erano le tre e quaranta del mattino e avevo sei chiamate perse, tutte e sei erano di Damiano. Mi alzai in fretta, mentre Leo si rigirava nel letto e mi sussurrava: «Che succede?».

«Non lo so, vado a vedere.» Il cuore mi batteva in gola, andai verso la porta e sentii il campanello suonare di nuovo, poi la sua voce che cantava. Porca troia, cosa diamine stava combinando alle quattro del mattino nelle scale del mio palazzo? Armeggiai con le chiavi e riuscii ad aprire, avevo le dita che mi tremavano, Damiano cadde praticamente dentro, visto che stava cantando a squarciagola appoggiato alla porta.

«Che cazzo stai facendo?» gli sussurrai, chiudendo il più veloce possibile mentre lui si teneva al muro per reggersi in piedi.

«Ciao amore bbello, so stato no stupido...» sbiascicava e continuava a ridere, come diamine aveva fatto a salire le scale se non riusciva nemmeno a stare fermo sulle gambe?

Mi si appese addosso, scaricando il suo peso su di me e continuando a mormorare scuse e carinerie di ogni tipo, doveva aver bevuto parecchio. «Dam, guardami» dissi, scostandogli i capelli dal viso «Guardami!», gli presi la faccia e gli diedi qualche schiaffo delicato «Guardami!». Finalmente spostò lo sguardo su di me e non appena capì realmente che ero davanti a lui fece per baciarmi, sapeva di fumo e vodka, notai che era congelato e non aveva la giacca.

«Jo, tutto okay?» Leo spuntò dalla camera in maglietta e pantaloni della tuta, la faccia assonnata e i capelli arruffati.

«Aiutami a portarlo in bagno, poi gli facciamo caffè e sale e aspettiamo che vomiti, è completamente andato.»

Damiano sembrò rinsavire leggermente quando Leo entrò nel suo campo visivo: «E questo chi cazzo è?» sbiascicò, ma poi i suoi occhi si appannarono di nuovo.

Lo trascinammo in bagno e lo feci sedere sul pavimento nonostante lui provasse ad alzarsi e continuasse a cantare.

«Dam, amore ti prego, smettila, ssshh» continuavo a ripetergli e lui rideva, faceva un sacco di versi stupidi come se fosse di nuovo alle medie, lo imprigionai tra le mie braccia, seduta sul pavimento davanti a lui ed era talmente ubriaco che riuscii a tenerlo fermo. Si spense in pochi minuti, ciondolando con la testa sulla mia spalla. Gli tiravo su il viso e lo prendevo a schiaffi perché non si addormentasse. Leo tornò con il caffè e sale.

«Dam, amore, bevi questo, alla botta mi raccomando!» Ovviamente si rianimò e lo aiutai a non rovesciare tutto. «Bravo, così, tutto in un sorso, bravo tesoro.»

Posai la tazzina in un angolo, lui mi guardò come se l'avessi appena accoltellato e iniziò a fare una serie di espressioni disgustate: «Che cazzo era quella roba? Che schifo, cazzo». Io non lo ascoltai e gli legai i capelli con l'elastico che tenevo al polso.

Sentii Leo ridere dietro alla mia schiena e contare «Uno, due ...»

«Cazzo devo sboccare» disse Damiano, la testa gli ciondolava pericolosamente, lo spinsi verso il water tenendogli la mano sulla fronte. Vomitò.

«Grazie Leo, vai pure, ci penso io ora. Dormi un po'.»

«Sicura?»

«Massimo ti chiamo per metterlo a letto.»

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