Capitolo 5

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Eveline

I due giorni passarono in fretta, mentre la mia ansia cresceva sempre di più.

"Allora, pronta?" Mi chiese Susanne, tutta eccitata all'idea del ballo.

"No" risposi sospirando e sedendomi malamente sul letto.

"Eveline, non devi preoccuparti, ok?" Disse lei, cercando di alleviare il mare in tempesta che avevo dentro.

Mi appoggiò una mano sulla spalla e la strinse, senza farmi male.

"Ok" sussurrai solamente, sorridendole.
Non ero convinta di farcela quella sera, avevo paura che Halem si presentasse senza essere invitato e uccidesse qualcuno.

Dopodiché mi alzai dal materasso. Mi ammirai un'ultima volta allo specchio.

Il vestito rosso che avevo scelto mi calzava a pennello, i miei capelli li avevo lasciati ricadere morbidi lungo le spalle e i miei occhi azzurri erano leggermente truccati.

"Andiamo?" Domandò Susanne entusiasta.
Non sapevo come facesse ad essere sempre felice e spensierata, io in confronto sembravo un cadavere.

Lei aveva un vestito nero che risaltava il colore dei suoi occhi verdi, i suoi capelli castani erano invece raccolti in una coda alta.

"Certo, andiamo" dissi, mentre con mano tremante aprivo la porta.

Appena uscii dalla stanza trovai mia madre e mio padre bisticciare, come ogni volta d'altronde.

Alzai gli occhi al cielo. "Mamma, papà" soffiai, sperando si accorgessero di me.

Non sapevo perché bisticciavano sempre, in fondo erano compagni, ma sapevo che non litigavano sul serio.

"Eveline! Susanne! Siete bellissime" disse mia madre, quasi con le lacrime agli occhi. Le sorrisi grata.

Anche lei era stupenda. Aveva un vestito blu notte che le metteva in risalto gli occhi del medesimo colore, le sue forme erano perfette e messe ben in risalto dal vestito.

"Grazie Luna, ora io vado, a dopo" disse Susanne, facendomi l'occhiolino.

"Allora? Pronta?" Chiese mio padre, avvicinandosi.

"No" risposi secca. "Tranquilla, non ti succederà nulla, piccola lupetta" affermò sorridendomi.

Lo guardai e gli sorrisi a mia volta. Era ancora un bell'uomo.

I capelli neri, del mio stesso colore, li aveva lasciati ricadere morbidi davanti agli occhi, questi, erano vivi e pieni di felicità, mentre i suoi muscoli erano messi in risalto dallo smoking elegante che portava.

Cominciammo a camminare, fino ad arrivare davanti all'entrata della sala dove si sarebbe svolto il ballo.

"Dov'è Jonatan?" Domandai guardandoli. Mio padre sghignazzò, seguito da mia madre.

"È già dentro, sai com'è fatto" disse l'uomo, sorridendomi e prendendo a braccetto mia madre.

Aprii la grande e pesante porta. La vastità delle persone presenti era inimmaginabile.

"Wow" dissi solamente. "Signori e signore un po' di attenzione, per favore!" Gridò una voce che proveniva da un uomo abbastanza giovane in cima alla scalinata, vicino a noi.

"Date il benvenuto al Re Sebastian Carter" disse, mentre un rumore di applausi si levò dalla sala.

"Date al benvenuto alla Regina Katherine Johnson" continuò, mente altri applausi si levarono dalla folla.

The Alpha King: The PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora