Capitolo 10

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Eveline

Ero ancora stesa sul letto, così, dopo pochi secondi, decisi di alzarmi. Cominciai a camminare fino a raggiungere una porta bianca.

Doveva per forza essere il bagno. Le ferite non erano ancora del tutto guarite, e ad ogni mio movimento mi facevano male.

Aprii la misteriosa porta ritrovandomi davanti proprio un bagno. Era davvero grande.

Le piastrelle del pavimento erano bianche e i muri blu. Disposti in un angolo c'erano un doccia e una vasca.

Guardai adorante quest'ultima e, dopo pochi secondi, la riempii con dell'acqua calda.

Mi immersi dentro e mi rilassai completamente.

Chiusi gli occhi per allentare la tensione ancora di più, ma a causa del sapone le ferite cominciarono a bruciare.

Ero ancora sconvolta per quello che il mio compagno mi aveva fatto. Tra compagni ci si aiutava, non ci si faceva di certo del male.

Anche i miei genitori non andavano molto d'accordo all'inizio, ma mio padre non aveva chiuso mia madre in prigione, causandole dolore.

Mugugnai dal dolore. «Cavolo» pensai ringhiando.

Stetti ancora dentro per poco. Dopodiché uscii e mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo.

Mi ricordai solo in quel momento che non avevo dei vestiti. Andai in camera e aprii l'armadio.

Presi una maglia di Halem e la indossai, il suo profumo mi inondò le narici.

Respirai a pieni polmoni quella magnifica fragranza. Dopodiché mi misi sotto le coperte e mi abbandonai subito tra le braccia di Morfeo.

Halem

«È proprio una ragazzina insolente» pensai, mentre camminavo per i lunghi corridoi del mio castello.

Non avrebbe dovuto mancarmi di rispetto.
Sorrisi sadico. Sebastian non ci avrebbe mai trovato.

Potevo rendere il mio castello invisibile così come tutti i membri del mio branco, era questo il mio trucchetto.

Sapevo farlo grazie agli anni che avevo trascorso allenandomi.

Stavo percorrendo i corridoi che conoscevo molto bene, fino a quando non vidi una porta altissima e marrone.

Entrai. Davanti a me si presentò una stanza davvero grande, il pavimento era di legno chiaro mentre i muri di un giallo sbiadito.

Alzai lo sguardo e vidi, sul soffitto, gli affreschi della battaglia tra lupi e umani avvenuta molto tempo addietro.

In fondo alla stanza c'erano degli scalini che portavano a due troni.

Uno era il mio, mentre quello un po' più piccolo era destinato alla mia compagna,
Eveline.

Mi sedetti. "Novità?" Chiesi ai miei beta, ibridi, che erano inginocchiati dinnanzi a me.

Amavo quando si prostravano, mi sentivo potente. "No Signore, nessuna" disse Lucius, il mio braccio destro.

Quest'ultimo era un uomo abbastanza alto, i capelli marroni erano raccolti in un codino, mentre i suoi occhi erano praticamente bianchi, qualche volta mettevano soggezione anche a me.

"D'accordo potete andare" dissi con un movimento della mano. Si alzarono e, facendo un inchino, lasciarono la stanza.

"Portatelo dentro!" Gridai ai miei uomini fuori dalla porta. «Ora mi potrò sfogare» pensai, mentre mi mettevo meglio sul trono.

La porta si aprì, rivelando due dei miei uomini intenti a tenere fermo un vampiro.

I suoi capelli erano biondi e appiccicati al suo lurido viso, i suoi occhi erano rossi visto che si era nutrito da poco e questo gli aveva dato anche maggiore forza.

Lo tenevo prigioniero da circa trent'anni.
Era pelle ed ossa ma questo non lo fermò dal cercare di mordere le guardie.

Lo fecero inginocchiare ai miei piedi e io, cominciando a tamburellare le dita, sospirai scocciato.

"Odio perdere tempo con feccia come te" cominciai tranquillo, mentre accavallavo le gambe.

"Potresti spiegarmi come hai fatto a bere del sangue dalla ragazza vicino alla tua cella?" Continuai con uno sguardo truce.

Ero stato anche io uno stupido a mettere Eveline nella cella confinate con quella di un vampiro che non si nutriva da molti anni, ma quella feccia non ne aveva comunque il diritto.

Anche se mi avesse risposto lo avrei ucciso comunque. Lui non ripose e, alzandosi, mi sputò in viso.

Chiusi gli occhi e feci dei respiri profondi.
"Non avresti dovuto farlo" dissi con voce da Alpha che fece sgranare gli occhi anche ai miei uomini.

Mi alzai e, colpendogli la testa con la mano, lo decapitai. Non riuscivo ancora a capire come i miei prigionieri riuscissero a sfidarmi, in fondo sapevano di morire o di fare una brutta fine, ma loro volevano lo stesso provare la loro forza.

«Solo io posso far del male a Eveline» pensai ringhiando così forte da far tremare anche i muri.

"Fatelo sparire" dissi ritornando a sedermi sul trono e pulendomi le mani insanguinate sui vestiti, sporcandoli.

Guardai la pozza di sangue che si era creata a causa della decapitazione. Risi. Amavo fare il potente. Ero nato per esserlo.

Dopo ore incessanti di stupide riunione, uscii da quella dannata stanza. Percorsi nuovamente i corridoi che mi avrebbero portato alla mia camera.

Arrivai davanti ad una porta nera. Entrai, e l'inconfondibile profumo di Eveline entrò nelle mie narici. Respirai felice.

Non mi ero nemmeno mai interessato nel cercare la mia compagna, forse perché ormai pensavo che non ci fosse più rimasta speranza, invece la Dea Luna mi aveva sconvolto.

La mia lupa stava dormendo, i suoi capelli neri erano davanti al suo viso e constatai che addosso avesse una mia maglia.

Ero felice che si mettesse i miei indumenti, almeno così avrebbe sempre avuto il mio profumo addosso.

Mi sedetti piano sul letto e cominciai a guardarla. Dopodiché passai una mano sopra la sua gamba, sentendola veramente lascia.

Era davvero molto bella, ma se fosse stata un po' più obbediente, non le avrei di certo fatto del male, anche se non era una scusa.

Aveva dei lividi su tutto il corpo mentre sul braccio aveva il segno di un morso, credevo fosse quello del vampiro.

Ero stato veramente troppo cattivo. Mi era comportato come mio padre avrebbe fatto, mi facevo schifo da solo.

Mi maledii mentalmente. "Che ho fatto?" Chiesi scuotendo la testa e accarezzandole una mano.

«Non dovevo, mi dispiace» pensai, baciandole la fronte e stendendomi al suo fianco.
Le cinsi la vita con un braccio.



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Eccomi qui!

Come va la vita?

Alla prossima!

The Alpha King: The PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora