Capitolo 4

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Eveline

Dopo quelle parole, mia madre mi sorrise, cominciando a camminare verso la parte opposta.

I miei occhi la seguirono fino a quando non scomparve dietro l'angolo.

"Ti sei messa nei guai, eh?" Disse mio fratello, appena arrivato sul posto.

"Jonatan, non sono in vena" dissi senza voltarmi.

Non mi servivano le sue battute squallide.
Volevo stare sola, ma sapevo che non me lo avrebbe lasciato fare.
"Mi dispiace" disse, mentre si metteva al mio fianco.

Mi girai e lo guardai negli occhi.
Dopodiché sospirai. "Perché doveva capitare proprio a me?" Chiesi ormai esasperata.

Lui si avvicinò ancora di più e mi abbracciò forte.

Erano poche le volte in cui ci abbracciavamo, ma non per questo non erano speciali, anzi.

"Non lo so, ma stai tranquilla, non lascerai casa tanto facilmente" rispose, staccandosi da me e facendomi l'occhiolino.

Sorrisi. "Scacchi?" Chiese, sperando in una risposta positiva.

Alzai gli occhi al cielo, ma lo accontentai.
"Scacchi" ripetei convinta, seguendolo per quei lunghi corridoi.

Arrivammo davanti ad una stanza gigante.
Il pavimento erano in legno chiaro, i mobili invece erano bianchi, e al centro della stanza erano disposti parecchi tavoli dove si poteva giocare a scacchi.

Appena entrammo, i lupi presenti, chinarono il capo.Mi sentivo a disagio quando facevano così.

"Sediamoci qui" disse mio fratello, indicandomi un tavolo vicino alla finestra.

Circa un'ora dopo.....

Eveline

"Scacco matto" dissi per la terza volta, mentre un sorriso vittorioso prendeva spazio sul mio viso.

"Cosa?" Gridò mio fratello guardandomi scioccato. Non riusciva a capire come riuscissi a vincere sempre.

"È solo la fortuna del principiante" continuò lui, incrociando le braccia al petto.

"Si come no, questa è bravura" lo rimbeccai io, facendogli alzare gli occhi al cielo.

"Jonatan, Eveline!". Alzammo la testa contemporaneamente fino a ritrovarci davanti Susanne, la figlia di zio Adam e zia Eloise.

"Susanne!" Dissi, andandola ad abbracciare. Lei ricambiò subito. Era davvero una ragazza bellissima.

Aveva i capelli castani tendenti al biondo che erano lunghi fino al sedere mentre i suoi occhi, di un verde smeraldo, erano concentrati sulla mia figura.

"Non vedo l'ora di andare al ballo" disse lei, staccandosi da me.

"Davvero?" Le chiesi, sorridendole.
Avevamo due caratteri completamente differenti.

Lei era sempre sorridente e felice, invece io ero quasi sempre pessimista e di cattivo umore.
"Si! Magari troverò il mio compagno" disse, battendo le mani e allargando ancora di più il suo sorriso.

The Alpha King: The PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora