Capitolo 16

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Leggete l'angolo autore, grazie.

Halem

Camminai per il corridoio fino a trovare l'ibrido che ci aveva interrotti prima.

"Ethan, cosa vuoi?" Chiesi, avvicinandomi e cercando di non staccargli la testa.

"Signore, suo fratello è qui!" Gridò con voce tremante. Sgranai gli occhi.

«Mio fratello? Non può essere» pensai, guardando l'espressione di Ethan. "Cosa?" Domandai incredulo.

«Come poteva essere qui?» pensai nuovamente, mentre scuotevo la testa.
"Dov'è?" Chiesi spazientito, l'avrei ucciso.

"Nella Sala Delle Riunioni" rispose, inchinandosi.

Corsi immediatamente al piano inferiore.
Percorsi velocemente i lunghi corridoi di pietra, per poi arrivare davanti alla porta della Sala.

Aprii questa. Trovai un ragazzo giovane, dai capelli bianchi abbastanza corti, girato di spalle.

"Xavier, cosa diavolo ci fai qui?" Chiesi, mentre mi avvicinavo al diretto interessato.

"Fratello, pensavo che mi avresti accolto a braccia aperte" disse con una faccia da schiaffi.

Inarcai un sopracciglio. «Mi sta prendendo in giro» pensai, stringendo i pugni.

"Sono venuto qui a trovarti, è da tanto che non parliamo" continuò, con finto dispiacere.

"Oh, ma davvero?" Domandai, incrociando le braccia al petto.

"Ho saputo della tua compagna, mi piacerebbe conoscerla" disse ancora, mentre il sangue mi ribolliva nelle vene.

Con uno scatto lo presi per il collo. Aumentai la presa.

"Se la tocchi sei morto, ti farò soffrire come non mai" dissi, mentre lui annuiva abbastanza spaventato.

Lo lasciai libero. "Tranquillo Halem, non la sfiorerò nemmeno con un fiore" affermò mettendosi a ridere e cominciando a massaggiarsi il collo.

"Sarà meglio per te" sibilai, sfidandolo con lo sguardo. Lui alzò le braccia in segno di resa, sempre col quel suo sorriso divertito.

"Visto che la mia presenza non è ben voluta è meglio che me ne vada, no?" Chiese,
guardandomi e aspettando una mia reazione.

"Già" dissi studiando ogni suo movimento. Cominciò a camminare fino ad arrivare davanti alla grande porta di legno.

Mi fece un cenno e se ne andò. «Ho bisogno di Eveline» pensai frustato. Odiavo mio fratello, non doveva neanche nominare la mia compagna.

Feci dei respiri profondi per calmarmi. Uscii a mia volta dalla sala e ripercorsi i corridoi.

Arrivai davanti alla porta della mia stanza e la aprii. Trovai Eveline che leggeva un libro con addosso una mia maglia.

"Eveline" sussurrai, mentre lei alzava la testa di scatto.

"Halem, l'hai già ucciso?" Domandò divertita, mentre chiudeva il libro con un tonfo.

Si alzò e venne verso di me. "Sei strano, stai bene?" Chiese ancora, mentre allungava una mano verso il mio volto.

The Alpha King: The PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora