"June? Posso entrare?" busso alla porta della camera degli ospiti.
"Non mi va di vedere nessuno. Domani me ne andrò e non avrete più mie notizie, non vi preoccupate".
Provo ad aprire la porta senza successo.
"Hai chiuso a chiave?? Apri immediatamente!" Mi si raggela il sangue al solo pensiero di ciò che è accaduto l'ultima volta in tali circostanze. "June, apri!" batto sulla porta.
Finalmente sento un rumore di ingranaggi provenire dalla serratura.
"Ti prego, vai via." June socchiude la porta lasciando intravedere metà del viso. Ha un tono calmo.
"Non chiudere a chiave la porta mai più!" Porto la mano sul fianco, infastidita.
"Non ti preoccupare, non avrò molte altre occasioni per farlo" chiude la porta, ma non a chiave, e la sento allontanarsi.
Mi sento autorizzata ad entrare, nonostante mi abbia chiuso la porta in faccia.
"Mi dispiace che tu la prenda così. Forse un giorno comprenderai la nostra scelta" mi siedo di fianco a lei sul letto.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, June ha un'aria riflessiva. All'improvviso mi abbraccia. Sono perplessa, ma ricambio.
"E questo cosa significherebbe?"
"Forse anche voi un giorno capirete"."Non è la nostra scelta" sentenzia mia sorella pochi minuti più tardi, in cucina. Sta sorseggiando un tè fresco, mentre io avrei bisogno di qualcosa di più forte. "Se fosse per me, June potrebbe restare per un po'"
"Se fosse per te, Liz, June rimarrebbe a casa da sola tutto il giorno" ribadisco, come se fosse uno dei problemi principali.
"Non è affatto vero..."
"Ah no?"
"No. Troverebbe qualcosa da fare. Un lavoretto estivo, magari." Sembra convinta.
"June Johnas? Figlia di Paul Johnas e Renée Willis? Lavorare? Penso proprio che piuttosto di sporcarsi le mani, June preferirebbe di gran lunga tornare a casa."
"Ne sei sicura? Vuoi chiederglielo?"
"Assolutamente no. La decisione è presa, June tornerà a casa domani."Mi sveglio all'improvviso, disturbata da un rumore proveniente dal piano di sotto. Mi giro su un fianco e noto una debole luce irregolare provenire da sotto la porta. Decido di andare a controllare che sia tutto a posto, presumendo che sia solo Liz intenta a prepararsi una tisana. Mi alzo e indosso la camicia da notte blu, quando apro la porta, la luce si fa più intensa e proviene chiaramente dal piano di sotto. Percorro le scale e giungo in soggiorno.
"June? Che ci fai alzata?"
Mia nipote è di spalle, rannicchiata sul divano e sta guardando un film che danno in TV. Passano pochi istanti prima che sua madre appaia sullo schermo, e subito capisco che non è sveglia alle quattro della mattina per distrarsi.
"June, tutto bene?" mi avvicino a lei e le appoggio una mano sulla spalla.
"Kat? Come credi che sia mia madre?"
La domanda mi coglie alla sprovvista, ho paura di approfondire l'argomento.
"È una donna di grande talento..."
"Cosa pensi davvero?" Mi interrompe, girandosi verso di me.
Decido di mettermi seduta, respirare e riflettere. Mi siedo di fianco a June e fisso il vuoto di fronte a me, le mani sulle ginocchia e le braccia tese. Evidentemente lascio passare troppo tempo per sembrare credibile e June si stanca:
"Non importa, come non detto" sbotta.
"No! Io... Tesoro, io non la conosco abbastanza bene per poterla giudicare" mi sembra la cosa più appropriata da dire, nonostante non sia del tutto sincera.
June sembra credermi, ma non è soddisfatta.
"La vedi?" Indica lo schermo del televisore. "È radiosa, elegante, gentile..."
"June, ma quello è un personaggio" la correggo.
Lei si volta con un briciolo di malizia nello sguardo.
"Voglio dire che non puoi paragonare tua madre ai personaggi che interpreta nei suoi film" preciso.
"Mi odia."
"Chi? Tua madre?"
"Lo diresti mai? Guardando la signorina Berrington" si riferisce al personaggio nel film "così dolce ed altruista, che la donna dietro di lei odia sua figlia?"
"Tua madre non ti odia"
"Non la conosci, l'hai detto tu."
"Ma non ti può odiare, ne sono sicura. L'ultima volta che l'ho vista ti teneva in braccio come se fossi la cosa più preziosa al mondo"
"Le cose cambiano in sedici anni."
Non me la sento di obiettare, in quanto non riesco a capire dove vuole andare a mirare questa conversazione, così finiamo di guardare il film assieme.
Verso le cinque e mezza del mattino vengo svegliata dalla musica dei titoli di coda, che a quanto pare, però, non ha alcun effetto su June, che dorme ancora tranquillamente appoggiata al bracciolo del divano. Spengo la TV e vado a prendere una coperta in camera mia. Ritorno in soggiorno, June dorme ancora profondamente, solo ora mi ritrovo ad osservarla e ad ammirare la sua bellezza. Le sollevo delicatamente le gambe e le adagio sul divano, in modo che stia più comoda. Infine le rimbocco accuratamente le coperte e le accarezzo i bellissimi capelli ramati.
"Cercavo delle foto" dice mentre me ne sto andando.
"Delle foto?" Mi volto.
"Questa mattina, in soffitta. Cercavo delle foto."
"Non teniamo delle foto in soffitta..."
"O qualsiasi altra cosa" mi interrompe, poi chiude gli occhi in quella che immagino sia una dormiveglia.
"Ne parliamo domani, se ti va" sorrido tra me e me, un po' confusa in realtà. Infine torno a dormire per quel quarto d'ora che mi è consentito se non voglio arrivare in ritardo al lavoro domani.
O qualsiasi altra cosa.

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June
General FictionJune vive in un'enorme villa a Los Angeles, padre medico, madre attrice; in mezzo alle migliori comodità, non si sente a casa, tanto che un giorno, in seguito ad una serata andata male, è costretta a fuggire.