Le tre verità di Theo Raeken

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Theo era ateo, e dunque sarebbe morto senza una preghiera sulle labbra. Questa era una delle tre cose di cui poteva dirsi sicuro: era ateo, era solo, e nessuno si sarebbe più fidato di lui dopo tutto ciò che aveva fatto. Erano le sue tre verità, le certezze su cui la sua esistenza si fondava da quando era stato trascinato via dall'inferno, con ancora negli occhi il volto di Tara che gli strappava il cuore dal petto. Era il suo cuore, in fondo: era lecito che lo rivolesse indietro.

Il fatto che fosse stato all'inferno non aveva intaccato le sue convinzioni, ma le aveva rafforzate. Se un Dio esisteva, allora era malvagio, disinteressato o sordo. Cieco. Theo non lo avrebbe mai pregato. Piuttosto si sarebbe fatto mandare indietro, sottoterra, accettando di risvegliarsi in eterno in una fredda cella di obitorio, con la paura che gli serpeggiava nello stomaco e la voce di sua sorella che gli carezzava i timpani; tanto non avrebbe fatto alcuna differenza. Erano mesi che passava le sue notti sospeso in quel limbo a metà tra la vita e la morte, e ogni risveglio non era che una fugace boccata d'aria prima dell'apnea successiva.

Si voltò su un fianco, o almeno ci provò: nello spazio angusto dei sedili posteriori riuscì soltanto a ruotare il busto di qualche grado. Si strinse nella coperta e chiuse gli occhi, serrando le palpebre contro la sua miserabile esistenza.

Tara lo attendeva al varco.

Le tre verità di Theo Raeken (Thiam)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora